RIOT V + CRYSTAL VIPER + ADAMAS – 30 APRILE – Live Legend Club Milano


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I Riot V al Legend Club di Milano il 30 aprile. Che faccio, ci vado? Dopo averci riflettuto un nanosecondo la mia risposta affermativa ha fatto seguito ad un grido di giubilo che probabilmente mi porterà ad una lettera di richiamo da parte dell’amministratore di condominio.

A seguire un richiamo diciamo “verbale” da parte di mia moglie. Pazienza, ne valeva la pena.

Senza indugio pianifico con il gruppo da trasferta la parte logistica al minimo dettaglio per evitare le fatidiche code della città meneghina e stranamente tutto fila liscio come l’olio. Al che ho pensato che, visto che da sempre quando vado fuori regione a vedere un live succede sempre un imprevisto che mette a dura prova la pazienza dei santi, per un attimo ho temuto che una catastrofe tipo meteorite che ha estinto i dinosauri si stesse abbattendo sul nostro amato pianeta. E invece, come avrete potuto notare, il pianeta è ancora integro (per modo di dire) e, non so se sia un bene per lui, neanche noi, per ora, ci siamo estinti.

Ad accompagnare la band americana ci sono gli spoletini Adamas con il loro melodic thrash metal e i polacchi Crystal Viper, fautori di un heavy metal classico senza compromessi.

Giunto l’orario di apertura, l’affluenza alla cassa e all’ingresso è scarsa, praticamente siamo in pochi intimi. Poco male, mi avvio immediatamente al banchetto del merch per accaparrarmi una qualsiasi cosa dei Riot V, e scopro che praticamente hanno finito tutto. Le taglie delle magliette rimaste sono quelle che un metallaro medio potrebbe indossare come berretto e in quel momento parte una mia considerazione da uomo medio della strada: ma io dico, siete in giro dal 1977, ormai il grosso delle entrate arriva dalle t-shirt, possibile che a metà tour non abbiate praticamente più nulla? E va beh, gli voglio talmente bene che gliela perdono lo stesso.

Ore 19:25, cinque minuti prima dell’orario previsto, il gruppo d’apertura sale sul palco.

Ah già’, mi sono accorto adesso di non aver presentato i Riot V. Ma perché, ce n’era bisogno?

 

In leggero anticipo all’orario prestabilito salgono sul palco gli Adamas. Non li conoscevo e tutto sommato mi ha fatto piacere assistere alla loro esibizione. Con una buona dose di grinta, la band umbra ha più che dignitosamente presentato i suoi brani per una durata di circa mezz’ora. Purtroppo il locale era pieno per un terzo (scarso), ma i musicisti non si sono affatto scoraggiati, anzi ci hanno dato dentro e il pubblico ha gradito la prestazione.

Alla batteria si sono alternati Eugenio, il “titolare”, che fino all’ultimo era in forse per problemi lavorativi e il suo “sostituto” Walter, che ha suonato un paio di pezzi. Bello il fatto di aver comunque fatto suonare il secondo, visto che si era preparato tutta la scaletta nell’eventualità della mancanza del batterista originale. Spirito di squadra che mi ha colpito e piaciuto. Bravi.

I sei pezzi proposti sono stati ben eseguiti e dovendo sceglierne una, mi limito all’ultima “E.T.N.A”, bel pezzo tirato per una degna chiusura del live. Un plauso a Luigi alla chitarra e voce, a Federico alla chitarra solista e ai due sopracitati batteristi. E un mezzo punto in più all’ottimo Alessandro al basso, indemoniato e con un’ottima presenza scenica.

Come al solito, avendo apprezzato, ora mi tocca recuperare la loro discografia. E lo faccio volentieri. Nati nel 2007, hanno inciso fino ad oggi solo due album. L’ultimo “Heavy Thoughts” è del 2015, e direi che di tempo ne sia passato abbastanza. E Luigi non mi trovare la scusa che ora abiti a Trieste, che siete lontani ecc… forza ragazzi, poche scuse, tirate fuori qualcosa di nuovo. La gente questa sera ha apprezzato.

Scaletta Adamas

1.Bitch Night
2.Adamas
3.Pit My Skin
4.Heavy Thoughts
5.Beers And Bangers
6.Twins
7.E.T.N.A.

Formazione Adamas

Luigi Castellani – voce, chitarra
Federico Fondacci – chitarra
Alessandro Manini – basso
Eugenio Castellani – batteria
Walter – batteria II

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A distanza di sei mesi ho assistito nuovamente ad un live dei polacchi . Formazione diversa a causa dell’assenza (mi sembra di aver capito per motivi di salute) del chitarrista storico Andy Wave, i Crystal Viper si sono presentati con Marta Gabriel alla chitarra ritmica e al basso l’ex Blazej Grygiel. Alla solista sempre il nostro Giuseppe Taormina e alla batteria il solito metronomo Kuba Galwas.

Purtroppo i suoni hanno fortemente influenzato la loro esibizione. La chitarra di Giuseppe andava e veniva, ma soprattutto andava, e il suono del basso ha avuto lo stesso problema.

Peccato perché la formazione mi è sembrata in palla, bella carica e molto più empatica rispetto alla volta precedente. Dove anche in quel caso avevano avuto gli stessi problemi di suono.

Con una scaletta molto energica e con una Marta che ha confermato di possedere doti canore importanti, la band ha preferito puntare sui pezzi iconici che li hanno caratterizzato in questi anni suonando solo un brano dall’ultimo album. Probabilmente anche per agevolare Blazej con brani già di sua conoscenza.

D’altronde dopo ventidue anni di esperienza e nove album pubblicati, direi che di scelta a disposizione ne avessero parecchia. Con il pubblico presente per due terzi (a quanto pare l’affluenza era di un terzo alla volta) il quartetto ha preparato a dovere la folla per gli headliner.

Nonostante i problemi tecnici sopracitati, i brani hanno gasato il pubblico che si è prestato convinto ai vocali corali della cantante partecipando ai cori richiesti con grande enfasi.

Giuseppe sa tenere bene il palco e sobbarcandosi il grosso del lavoro alla chitarra si è dimostrato come al solito all’altezza della situazione. Il nuovo vecchio bassista sembra non essere mai uscito dalla band e Kuba, il musicista più riservato e tranquillo che abbia mai incontrato, ha suonato la sua batteria con la solita flemma e tranquillità e, ovviamente, con la solita precisione.

Il momento migliore è sempre quello con “Metal Nation” e qui non sbagliano mai.

Da quanto ho capito i Crystal Viper sono riusciti a mantenere queste date italiane e forse qualche altra, ma il grosso del tour lo dovranno annullare per il problema del chitarrista, tra cui la trasferta in Giappone. Peccato.

Non mi resta che augurare un grosso in bocca al lupo ad Andy e alla band. Alla prossima.

Scaletta Crystal Viper

1.The Cult
2.Stronghold Under Siege
3.The Silver Key
4.Under Ice
5.Night Of The Sin
6.Metal Nation
7.Still alive
8.The Last Axeman

Formazione Crystal Viper

Marta Gabriel  – voce, chitarra
Kuba Galwas  – batteria
Giuseppe Taormina  – chitarra
Blazej Grygiel – basso

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Ora sono entrati tutti nel locale, fuori nel giardino non c’è più nessuno. La voglia di vederli e ascoltarli da parte di tutti è clamorosa. Parlando con conoscenti tra il pubblico, c’è chi mi dice che ha iniziato a suonare metal grazie a loro, c’è chi ha iniziato a sentire metal grazie a loro, insomma questo grazie a loro l’ho sentito parecchie volte questa sera.

Parafrasando la frase di Jack nel film “La leggenda di Al, John e Jack”: ma quanto è bello l’heavy metal. Tanto.

E stasera grazie ai Riot V lo abbiamo pensato tutti.

Si abbassano le luci. Entra per primo l’imponente Frank, si sistema dietro la batteria con le bacchette in mano e le braccia al cielo. Prime urla incontrollate del pubblico.

Entrano Jonathan con il gesto metal delle corna e Don con una bottiglia di whisky in mano. Seconde urla incontrollate del pubblico.

Compare Mike dalla parte opposta con il suo inconfondibile sorriso. Terze urla incontrollate del pubblico.

Ecco Todd. Delirio.

“Hail To The Warriors”, “Fight Or Fall” e “Fire Down Under” suonate di seguito, poche chiacchiere, solo heavy metal. Sto sognando, non svegliatemi. Todd è considerato unanimamente un cantante con una voce e una tecnica straordinaria. Al punto che più di uno lo consideri “troppo bravo” (pure io). Io so solo che questa sera ho visto un cantante che non ha sbagliato nulla, con una voce pazzesca e un carisma da vendere al chilo. Prestazione mostruosa. Punto.

E poi “Victory”, così, come quarto pezzo. Frank è una furia distruttiva, cambia bacchette praticamente ogni due pezzi. Oh ragazzi, calma, qui abbiamo tutti una certa. Ma non ci ascoltano e quindi “Feel The Fire”, “Road Racin'” e “Warriors”. Ho capito, ci vogliono distruggere, e ci stanno riuscendo.

Don continua a brindare con la sua bottiglia e Jonathan al suo fianco continua a macinare riff su riff senza sosta.

E’ il momento di cantare con las band. Vai con “Swords And Tequila” e soprattutto … “Thundersteel”. Mike non ne ha mai abbastanza, assoli, assoli e ancora assoli. Faccia sorniona, simpatia all’ennesima potenza (durante un pezzo si mette la scarpa di un fan con il logo dei Riot vicino alla guancia per una foto) e due sfere grandi come una casa.

Pausa, “Riot, Riot, Riot” a gran voce e ci aspettiamo un paio di bis, forse tre.

Ne fanno sei, tra cui “Flight Of The Warriors”, “Altar Of the King” e “Outlaw”.

E cosa gli vuoi dire? Fantastici.

Io non ho iniziato ad ascoltare heavy metal con i Riot V, ma di sicuro e’ anche grazie a loro se continuo e continuerò a farlo !!!

Scaletta Riot V

1.Hail To The Warriors
2.Fight Or Fall
3.Fire Down Under
4.Victory
5.Feel The Fire
6.Road Racin’
7.Warrior
8.Johnny’s Back
9.Restless Breed
10.Love Beyond The Grave
11.Swords And Tequila
12.Thundersteel
13.Bloodstreets
14.Take Me Back
15.Flight Of The Warrior
16.Altar Of The King
17.Outlaw
18.Sign Of The Crimson Storm

Formazione Riot V

Todd Michael Hall – voce
Mike Flyntz  – chitarra
Don Van Stavern  – basso
Frank Gilchriest – batteria
Jonathan Reinheimer – chitarra

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Stimando un numero di persone oltre le duecento unità e considerando che i Riot V hanno sempre viaggiato strettamente nell’underground, ad oggi, un gruppo di così vecchia data che richiama questo numero di appassionati non è una cosa da poco.

Certo l’età media è stata abbastanza alta, probabilmente mia figlia ventiduenne era la più giovane e anche l’unica sotto i trenta, ma la carica emotiva di questo pubblico è stata a dir poco ammirevole.

Tutte le band si sono presentate poi per autografi e foto ricordo, e devo dire che i volti emozionati di parecchi fans quando si sono avvicinati ai Riot V hanno emozionato anche me (anche se onestamente lo ero già di mio). Vedere la band americana chiacchierare con tutti i presenti che hanno pazientemente atteso la loro uscita, mi ha messo in pace con il mondo. Ci sono ancora artisti che si ricordano chi devono ringraziare se ancora oggi riescono a fare il lavoro dei loro sogni.

Gli Adamas hanno scaldato la platea con la loro buona esibizione e i Crystal Viper hanno portato a temperatura l’atmosfera che e’ stata poi incendiata dai quei terribili vecchietti dei Riot V.

Quando mia moglie ha visto le foto che ho fatto con la band alla fine del concerto, mi ha detto che non erano poi coì’ vecchi. Anzi, che il cantante con i suoi quarant’anni non si possa’ assolutamente considerare vecchio. E per di più in uno stato di magnifica forma.

 Io sono del 1972 e Todd è nato il mio stesso giorno ma di tre anni prima. Non gliel’ho ancora detto a mia moglie, mi vergogno … ora vado a cercare e a togliere la polvere dalla tessera della palestra.

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