RUSS BALLARD – Songs From The Warehouse / The Hits Rewired

Titolo: Songs From The Warehouse / The Hits Rewired
Autore: Russ Ballard
Nazione: Regno Unito
Genere: AOR
Anno: 2025
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Russ Ballard – voce e chitarre


Tracce:

CD 1

01. Resurrection
02. Courageous
03. Journey Man
04. The One Who Breathes Me
05. The Wild
06. Charlatan
07. Soul Music
08. Sleepwalking
09. Last Man Standing
10. Make Believe World
11. The Family Way
12. Fearless
13. The Last Amen


 

CD 2

01. Since You’ve Been Gone
02. Winning
03. God Gave Rock And Roll To You
04. Voices
05. New York Groove
06. You Can Do Magic
07. Liar
08. I Know There’s Something Going On
09. I Surrender
10. No More The Fool
11. So You Win Again
12. Free Me
13. On The Rebound


Voto del redattore HMW: 6,5/10

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Confesso di aver apprezzato di più il secondo CD di questa nuova uscita targata Russ Ballard (Argent), artista inglese, quasi ottantenne, che da una vita scrive canzoni di successo per i grossi nomi del pop, del rock e dell’hard rock mondiale, come i Rainbow, gli Uriah Heep, Roger Daltrey, i Kiss, Frida degli ABBA, Santana e tantissimi altri musicisti sparsi in Occidente. Songs From The Warehouse / The Hits Rewired è un doppio album che omaggia, proprio nel secondo CD, la strepitosa carriera di un autore polistrumentista e produttore che, alla fine della sua carriera, ri-registra le sue hit mondiali scritte o interpretate da lui nel corso degli anni. Per fortuna queste registrazioni sono ottime grazie ad una eccellente e pulita produzione che risalta la sua intatta voce e che ci fa ascoltare il talento di un uomo che per sessant’anni non si è quasi mai fermato a scrivere e a suonare soloper se stesso. Il secondo album parte quindi con la famosa e arpeggiante, “Since You’ve Been Gone”, interpretata dai mitici Rainbow con Graham Bonnet alla voce. Un verro inno di rock melodico che rimane immortale nei cuori dei futuri rocker. Anche l’incisiva e diretta “I Surrender” interpretata sempre dagli inglesi capitanati da Ritchie Blackmore, ma questa volta con Joe Lynn Turner dietro al microfono merita di essere riascoltata e gustata per via della bassa e passionale ugola di Russ. Ballard è semplicemente uno dei cantautori più rinomati e talentuosi del pop e del rock internazionale ma solo negli anni ’70 e ’80, ottiene il maggior successo con brani che dominano le classifiche radiofoniche e quelle di vendita. Basti pensare a pezzi come: l’immortale “God Gave Rock’n’Roll To You” suonata dagli Argent e dagli americani Kiss ma nell’occasione restaurata nella sua forma originale così come uscita negli anni ’70, l’elettronica e soul “So You Win Again” eseguita dagli Hot Chocolate, “New York Groove” compiuta dagli Hello e da Ace Frehley, “You Can Do Magic” dagli America e “Winning” dal superlativo Santana che qui viene interpretata in forma pop. Nella raccolta segnalo comunque il viscerato amore di Ballard per Frida degli ABBA che è rappresentato dal singolo pop rock degli anni’80 “I Know There’s Something Going On”, scritto proprio per la bella e brava norvegese per il suo debutto da solista. Ve la ricordate l’affascinante “Voices”? Se seguivate il serial televisivo Miami Vice allora sarete catapultati nei leggendari eightees. Occorre solo chiudere gli occhi e sognare la stupenda Florida. L’ultimo brano è lo straordinario rock cadenzato e atmosferico di “On The Rebound”, reinterpretato dagli inglesi Uriah Heep nel loro album del 1982, intitolato: Abominog. La prima metà di questa nuova uscita, invece, contiene tredici nuove composizioni che dimostrano la bravura indiscussa di questo musicista ma anche il raggiungimento di una fine creativa dovuta al fatto che ormai il suo scopo è solo quello di divertirsi e di non cercare ostinatamente degli ormai insignificanti successi commerciali già ottenuti nei suoi migliori anni di carriera. L’ultimo disco solista risaliva al 2020 con il discreto “It’s Good To Be Here”, che ha fatto seguito ad una breve pausa in studio e dal vivo causato dalla devastante pandemia di Covid 19.

Russ Ballard afferma: “È un’emozione pubblicare un nuovo album. Quello che è iniziato con le mie registrazioni del lockdown durante la pandemia è diventato un disco! Durante il lockdown, il mio studio è stato una salvezza per me e ho trovato nuovi modi di scrivere e registrare. Il risultato offre agli ascoltatori una buona panoramica di questo periodo: buon ascolto!”

Il sipario si apre con il corale rock and roll di “Resurrection”, caratterizzato da un melodicissimo e piacevole ritornello che non si toglie facilmente dalla testa. Idem per il successivo e coinvolgente “Courageous”, introdotto da un battente pianoforte e dalla melodica e riflessiva voce del musicista britannico. Le taglienti chitarre elettriche di “Journey Man” coprono gli intervalli ambientali e il refrain melodico di una canzone ritmata e fumosa che rapisce per la sua spiccata e melanconica atmosfera. La malinconica, “The One Who Breathes Me” sembra far innescare qualcosa di energico ma è un falso allarme in quanto alla fine il ritornello non esplode in qualcosa di coinvolgente e gradevole. Song troppo triste che per fortuna viene subito dopo rimpiazzata dall’allegra e stimolante “The Wild”, dove le corde vocali si alzano di tono e le arpeggianti chitarre si intrecciano nel vivace e melodicissimo ritornello. Il vero gioiello di questa set list è il lento e cupo arrangiamento di “Charlatan”, guidato da un greve pianoforte e da una leggera chitarra acustica. Siamo in una parte del disco dove, lasciato il polveroso e ribelle rock Russ Ballard abbraccia pienamente il puro gospel soul, come nel caso della traccia chiamata: “Soul Music”. Qui si comincia lentamente con la leggiadra armonia di un Hammond per poi alzare il livello sonoro con un’incalzante sezione ritmica e con la rauca e acuta timbrica dell’artista anglosassone. Un po’ di rock classico si risente nella galoppante “Last Man Standing”, abbellita in sottofondo da bei cori che accompagnano un super orecchiabile ritornello facile da ricordare e da cantare. Anche il rock veloce di “Make Believe World” fa la sua onesta figura ma non la decadente e lenta “The Family Way” in cui il musicista si orienta su un rock and blues con elementi reggae, cantato, in alcune parti, quasi alla Bob Marley che sinceramente non fa impazzire più di tanto. Si apprezza invece il prolungato e tecnico assolo chitarristico intrecciato all’assolo della tastiera che dimostrano come siano ancora alte le qualità esecutive del veterano Russ. La penultima e sfrenata “Feaerless” riescono ad alzare la media di canzoni robuste e coinvolgenti per via di una potente chitarra elettrica e di un orecchiabile ritornello che poteva essere sviluppato meglio e con un minutaggio superiore rispetto ai quasi tre minuti proposti. L’ultima “The Last Amen” è lo sfoggio di molti sintetizzatori, di una strimpellante chitarra acustica, di rilassanti atmosfere sonore, sostenute da cori, da una massiccia batteria e da crescenti assoli di chitarra elettrica. Qui non piace la troppo sofferente e afflitta voce di Ballard che affossa emotivamente le melodiche armonie del pezzo che in certi momenti sembra troppo ripetitivo. In conclusione, si può affermare che siamo di fronte ad un discreto lavoro discografico che trascina positivamente ed energicamente l’ascoltatore nelle prime canzoni ma che poi non eccelle nella parte finale lasciando un po’ l’amaro in bocca soprattutto per alcune canzoni che potevano essere strutturate in modo diverso. Per il resto se non conoscete il repertorio di Ballard il secondo CD di Songs From the Warehouse / The Hits Rewired è la ciliegina perfetta sopra la torta di una eredità musicale che rimarrà sempre viva anche nel futuro. Il fuoco musicale di questo grandissimo sicuramente continuerà ad ardere per sempre nei cuori di tutti i veri rocker del mondo!

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