LYNYRD SKYNYRD – Celebrating 50 Years – Live At The Ryman

Titolo: Celebrating 50 Years - Live At The Ryman
Autore: Lynyrd Skynyrd
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: Hard Rock
Anno: 2025
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Johnny Van Zant – voce

Gary Rossington – chitarra

Rickey Medlocke – chitarra

Mark ‘Sparky’ Matejka – chitarra

Michael Cartellone – batteria

Keith Christopher – basso

Peter Keys – tastiere


Tracce:

01. What’s Your Name

02. Workin’ for MCA (ft. John Osborne)

03. You Got That Right

04. I Know A Little

05. Down South Jukin

06. That Smell

07. Cry for the Bad Man

08. Saturday Night Special (ft. Marcus King)

09. Tuesday’s Gone (ft. Jelly Roll)

10. Red White and Blue (ft. Donnie Van Zant)

11. Simple Man (ft. Brent Smith)

12. Gimme Three Steps

13. Call Me the Breeze

14. Sweet Home Alabama

15. Freebird


Voto del redattore HMW: 7/10

Visualizzazioni post:751

Gli americani Lynyrd Skynyrd entrano finalmente, dopo tante voci di corridoio, nel roster della nostrana Frontiers che per celebrare l’avvenimento pubblica immediatamente un live in doppio LP, CD e anche in DVD, e Blu-Ray. Registrato, nel 2022, allo storico Ryman Auditorium di Nashville con la partecipazione di ospiti importanti come Jelly Roll, Marcus King, John Osborne (The Brothers Osborne), Brent Smith (Shinedown) e Donnie Van Zant (Van Zant & .38 Special), Celebrating 50 Years – Live At The Ryman è un sincero omaggio al sound southern statunitense da parte di una band che ha fatto la storia di questo fantastico genere musicale. Il gruppo si forma originariamente nel 1964 con l’orribile nome di My Backyard ma poi, nel 1968, la band si evolve scegliendo l’attuale moniker: Lynyrd Skynyrd e con una formazione che comprende Ronnie Van Zant alla voce, Gary Rossington alla chitarra, Allen Collins alla chitarra, Larry Junstrom al basso e Bob Burns alla batteria. Il loro album di debutto del 1973 presenta la loro inconfondibile miscela di blues, country e hard rock. Successi come “Sweet Home Alabama” e l’intramontabile “Free Bird” consolidano il loro status di pionieri del genere. Al culmine del successo, nel 1977, un devastante incidente aereo toglie la vita al cantante Ronnie Van Zant, al chitarrista Steve Gaines e alla corista Cassie Gaines, lasciando il mondo della musica sotto shock. Nonostante la perdita inimmaginabile, l’eredità dei Lynyrd Skynyrd sopravvive e la loro musica rimane un faro del southern rock mondiale. Nel 1987, la band si riforma con il fratello minore di Ronnie, Johnny Van Zant, che assume il ruolo di cantante solista. I Lynyrd Skynyrd riprendono a fare tournée e a registrare dischi, con il chitarrista Rickey Medlocke che torna nel gruppo nel 1996. Sebbene la scomparsa del membro fondatore Gary Rossington nel 2023 segni la fine di un’era, l’influenza dei Lynyrd Skynyrd rimane ancora oggi più forte che mai. Questi cinquant’anni di carriera vengono quindi festeggiati con i propri supporters e l’album acquista anche un significato commemorativo perché omaggia anche l’ultima esibizione dell’ultimo membro fondatore Gary Rossington, scomparso meno di cinque mesi dopo. Non dobbiamo neppure dimenticare gli sfortunati Ronnie Van Zant, Jim e Cassie Gaines, che muoiono in tragiche circostanze e rimangono ancora nei cuori dei vecchi fans. Tra i protagonisti attuali abbiamo, in questa magnifica serata,  Ricky Medlocke, Johnny Van Zant e Dale Krantz Rossington, ma con nove componenti abbiamo di fronte anche un numeroso cast corale, interessante da ascoltare e che suona canzoni straordinarie e senza tempo. Il caratteristico mix di rock and blues e di hard rock suddista si ode subito in brani iconici come la roccheggiante “What’s Your Name” e il classico “Workin For The MCA” (con John Osborne ospite alla chitarra) che aprono una scaletta incentrata in gran parte sugli esordi con quasi tutti i brani dei primi cinque album in studio. Abbiamo infatti “Down South Jukin”, “Red White And Blue” e “Saturday Night Special”, tutti ricchi di storia vissuta e molto popolari. In generale, la produzione è chiara in tutti gli strumenti, ma senza mai offuscare la leggendaria potenza della band sul palco. Seguono altre importanti tracce, come “You Got That Right” e “I Know A Little” ma anche altre che, se non all’altezza, dal vivo sono piene di energia adrenalinica. Il tradizionale “That Smell” chiude con il botto una serie di pezzi pazzeschi, prima che si passi al duro e ritmato hard and blues di “Cry For The Bad Man”, arricchito da stupendi cori femminili. Troviamo poi Marcus King in “Saturday Night Special” mentre nell’armonica e pacata “Tuesday’s Gone” Van Zant duetta magnificamente con l’emozionante Jelly Roll. “Red White And Blue”, vede invece protagonisti, sotto i colpi di un malinconico pianoforte, un duetto tra Van Zant e suo fratello Donnie. L’ultimo ospite Brent Smith collabora invece nella lenta e cupa “Simple Man”, mentre il finale è dedicato ai brani simbolo della band: il capolavoro “Sweet Home Alabama” e l’intramontabile e velocissimo hard rock di “Free Bird”, entrambi accolti festosamente e applauditi da tutta la gente della sala. Non c’è nulla da aggiungere perché questa musica non morrà mai rimanendo per sempre nell’anima di chi la ama e l’ascolta ogni giorno. I Lynyrd Skynyrd hanno sempre sostenuto e sostengono tutt’ora che Gesù Cristo sarebbe stato un grande rocchettaro e a tal proposito Jelly Roll disse in un ‘intervista: “Nel Sud, c’è Gesù Cristo, e poi ci sono i Lynyrd Skynyrd, proprio uno accanto all’altro”. Come non dargli torto anche perché i Lynyrd Skynyrd continuano a ispirare, a livello internazionale, fan di tutte le età, incarnando l’anima stessa del southern rock.

“Sapete, quando abbiamo fondato questa band… abbiamo sempre voluto essere di fronte a persone che ascoltassero le nostre canzoni”, ha spiegato Rossington mentre si trovava a Nashville per la registrazione dal vivo al Ryman, che si è rivelata la sua ultima esibizione con la band. “Voglio che la nostra musica duri perché ho visto persone… quando non suonano più, che svaniscono e la gente smette di parlare di loro. Non si sentono le loro canzoni o si vede la loro immagine su Internet o altro. Volevamo rimanere in giro. Questo era il nostro sogno, che la band suonasse, suonasse la nostra musica e la facesse sentire.”

 

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.