Pillole d’Acciaio #05-2025

Tracce:

Le Horla 10050 – Angoisse…

Anxiety – A Kingdom At War

Genune – Infinite Presence

Savage Lands – Army Of The Trees



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Pillole d’Acciaio, edizione 2025. La redazione di Heavy Metal Webzine continua nella missione di aumentare il numero di recensioni!!!

Premessa: negli ultimi anni sono aumentate in modo esagerato le pubblicazioni musicali (in ogni settore). Solo nel genere heavy, che include una miriade di sottogeneri ed un quantità esagerata di gruppi underground, sono decine di migliaia i demo, gli EP, gli album…Impossibile seguire tutto? Certo, soprattutto se ci si allontana dai gruppi TOP e si scende verso l’oscurità. Ci sono artisti validi che passano in secondo piano e potevamo noi forse dimenticarli? NO!

Da qui la necessità di creare una serie di articoli/pubblicazioni oltre la classica recensione, che prevede ascolti e tempi di realizzazione più lunghi. Una sorta di breve presentazione di artisti ed uscite, come una volta si poteva trovare sulle riviste di settore.

Ricordatevi di ascoltare il nostro Dottore. Benvenuti a Pillole D’Acciaio!!!

 

 

Le Horla 10050 – Angoisse… (Nycticorax Productions)

Val di Susa, un pomeriggio d’autunno. La brezza fredda scende dalle cime che affacciano in Francia, assalite da un’orda di nubi sfilacciate, color del piombo e violacee, pronte a inghiottirle. Una foglia ormai esausta si lascia andare al vento. A lungo vaga sospesa tra paesaggi di roccia scura, umidi prati quasi pronti a deporre le armi davanti all’attacco del silenzioso inverno, specchi d’acqua sempre più gelidi. Un tempo in equilibrio tra la pace e la morte. Questo è Angoisse… de Le Horla 10050: un’opera prima che definisce un vertice tra i segmenti del depressive metal con decisi influssi shoegaze all’italiana e la produzione black francese marcia, esasperata, e proprio per questo finissima. È un viaggio in discesa: dalle vette fino al fondovalle. Ampi panorami tratteggiati da melodie aperte ed eteree. Atmosfere tristi e solenni come i massicci alpini. Rituali oscuri e perduti accompagnati da cori e ritmi grevi e marziali. Fragori di cascate ed eco di spaccature nel ghiaccio, memorie che percorrono chilometri sotto la roccia negli intermezzi tra una traccia e l’altra. Voci remote, disperate, senza né un volto né un nome. Una pressione musicale inarrestabile, che ci spinge con una calma glaciale in un rudere in pietra, nella vallata. Una volta chiusi dentro cala il buio. Siamo impotenti e consapevoli solo che questo è l’inizio di un’altra storia. (Bka)

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Anxiety – A Kingdom At War (Arkeyn Steel Records)

Epic metal? Una nazione sforna dischi e band sempre valide, ed è la Grecia. Un genere che va oltre la definizione classica per diventare, senza esagerare, “Hellenic metal”. Gli Anxiety sono (o forse dovremmo scrivere erano?) una band formata nel 1986 e risultano sciolti nel 1994; ed allora perchè solo oggi parliamo di questo disco? Perchè si tratta di una compilation, stampata da Arkeyn Steel Records, con tutti i demo realizzati fino ad oggi. Il demo Descent of the Myriads della band, pubblicato dopo lo scioglimento, è considerato una delle uscite più importanti della scena epic metal greca e la loro canzone “Join the Army” è stata sicuramente uno dei momenti migliori di Greece Attacks, la prima compilation heavy metal greca pubblicata nel 1989. Da qualche tempo il nome ha ripreso vita, ma solo come one-man band di Stavros Kermeniotis dalle informazioni in nostro possesso; e da qui  si riparte con un brano inedito e questa ristampa. Sentendo questi pezzi non possiamo fare altro che constatare che gli Anxiety erano una band validissima, un epic metal ben suonato e con la voce di Sotiris che crea linee vocali molto belle. Sound che, su certi brani, risulta ancora acerbo, ma con lo scorrere del disco (e quindi del tempo) si apprezza la crescita compositiva. In questa antologia sono presenti registrazioni demo del 1988, registrazioni demo del 1990, materiale inedito del 1992, il demo Descent of the Myriads del 2001 più tutte le loro registrazioni dal 2018 al 2024.  Una band da ri-scoprire con la speranza di ascoltare presto nuovo materiale. (Lele Triton)

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Genune – Infinite Presence (Consouling Sounds)

Così come non è possibile determinare con esattezza il punto in cui finisce il mare e inizia la terraferma, allo stesso modo non ci è dato discernere con precisione dove nascano e dove terminino le emozioni in Infinite Presence, terzo album dei rumeni Genune. Quaranta minuti in cui chi ascolta rotola come un ciottolo sul bagnasciuga, in balia di onde e risacca, senza mai posarsi davvero in una posizione univoca. Un amalgama di rabbia, splendore, disillusione e consapevolezza, su cui il nostro animo è libero di andare alla deriva, spinto dalla forza di un post-black che non delude: intriso di tecnica e inventiva, adornato da un cantato preciso in ogni punto, sostenuto da un’elettronica che, anche quando sembra fare un passo falso, in realtà sta solo preparando una nuova sorpresa. Nemmeno l’artwork in copertina si lascia decifrare puntualmente: vi cogliamo soltanto i colori di quei tramonti infiniti, laggiù, in fondo all’orizzonte. Godiamo di questa musica come di un nettare, restando seduti sulla scogliera, con qualche spruzzo salmastro che di tanto in tanto ci rinfresca il viso, mentre quest’album ci spreme dentro il desiderio di raggiungerlo, quel Sole lontano e fatto di puro fuoco, per fonderci in lui sul confine del mare e sul limitare della notte. (Bka)

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Savage Lands – Army Of The Trees (Season Of Mist)

Il progetto-collettivo Savage Land nasce come “metal non-profit”, una associazione di musicisti per creare un movimento di donazioni a favore della foresta in Costa Rica. Il batterista dei Megadeth Dirk Verbeuren e il musicista/attivista Sylvain Demercastel sono partiti nel 2022 e da allora l’organizzazione ha protetto 100.000 metri quadrati di foresta pluviale; tutte le royalties dell’album sostengono i progetti di conservazione in corso dell’organizzazione, che comprendono la piantumazione di alberi, la costruzione di santuari naturali e la creazione di zone verdi. Per attirare ed ampliare il pubblico sono stati chiamati molti artisti a collaborare, Kai Uwe Faust, Chloe Trujillo, Alissa White-Gluz, Kenny Andrews, John Tardy, Andreas Kisser… Ma passiamo alla musica, la cosa principale di questo disco è che non ha un genere ben preciso, si passa dal thrash metal al metalcore con sprazzi di black/death e una sempre presente base solida della sezione ritmica. “Black Rock Heart”, “Ruling Queen”, “Visions of Life” e la titletrack “Army Of The Trees” sono tutti brani diversi tra loro, slegati come genere e forse per questo risulterà un disco difficile da digerire ed assimilare. “Alza le corna e unisciti all’esercito degli alberi per sostenere la prima organizzazione no profit gestita da artisti nel mondo del metal.” (Lele Triton)

Bandcamp – Sito Ufficiale

 

 

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