ATHEIST + Origin + Intrepid + Gorgatron + Death Rattle – 26/09/2025 – Legend, Milano


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ATHEIST + Origin + Intrepid + Gorgatron + Death Rattle
Legend Club, Milano
26 settembre 2025

“Ma quindi vieni o no a vedere gli Atheist il prossimo venerdì? Dai, festeggiano il trentacinquennale di Piece Of Time, non possiamo perdercelo”
“Oh pheega, vivo fuori dal mondo ormai… ma chi lo sapeva? Mmmmmm, mi prendi per la gola, sono così sul pezzo che non li ho mai visti dal vivo, mannaia maledetta”
“Ah, manco io mai visti, non vedo l’ora, ho già il biglietto”
“Ti faccio sapere, ma ormai ho l’acquolina in bocca”

È andata più o meno così, reclutato da un amico per una serata dal sapore epico, almeno per i miei canoni. Vero che l’amore per il successivo Unquestionable Presence è superiore, ma farsi sfuggire l’occasione per l’ennesima volta, dopo lo stupore per aver trovato fra i miei conoscenti qualcuno che apprezzi questo gruppo mastodontico, sarebbe da pazzi. E sia, in sella e tutti a Pinero… al Legend!

Venerdì lascio quindi a casa il nano con sua madre, con la promessa (fatta più a me stesso) che li vedrà pure lui prima o poi, anche se so che è una mezza bugia; già oggi la formazione è “rimaneggiata”, col solo Kelly Shaefer ad esibirsi dal vivo del quartetto originale (quintetto da quando lo stesso cantante ha dovuto desistere dall’imbracciare la sua chitarra, per problemi di tendinite e sindrome del tunnel carpale), mentre il batterista Steve Flynn risulta in formazione, almeno secondo Metal Archives, ma non è parte attiva ed il batterista sostitutivo per i concerti è Dylan Marks, già compagno di scampagnate di metallo tecnico della morte insieme ad altri due nuovi membri del gruppo, Jerry Witunsky alla chitarra e Yoav Ruiz-Feingold al basso. Completa la formazione Alex Haddad alla chitarra, che come gli altri milita in altrettanti gruppi, tutti nel filone death metal, più o meno tecnico.

Purtroppo la partenza prima di una certa ora è difficoltosa; arriviamo al locale appena in tempo per incrociare i quattro brani conclusivi degli Intrepid, perdendo purtroppo completamente le esibizioni di Death Rattle e Gorgatron. Se i sodali puntano già per uscire con la loro birretta, una volta preso ad ascoltare il quintetto estone i piedi si fanno prima pesanti, dopodiché la testa comincia a muoversi a ritmo e si sprecano le corna al cielo all’indirizzo del gruppo. Un modo alternativo per dire che i cinque sanno il fatto loro e le composizioni scorrono che è un piacere; sul palco senza scatenarsi più di tanto, ma evidentemente a loro agio, la loro è una proposta fortemente debitrice del death metal americano, in particolare le armonizzazioni delle due chitarre non possono non ricordare i Death. Esibizione magistrale e locale che risponde in modo positivo e partecipe, avanti così!

Si passa quindi ad un gruppo storico, gli statunitensi Origin; improbabile non aver mai nemmeno intravisto il nome su qualche testata/giornale specializzato, nel 2027 d’altronde festeggeranno trent’anni di attività, con il solo membro fondatore della formazione primigenia rimasto nella figura del chitarrista Paul Ryan, anche se il batterista John Longstreth ed il bassista Mike Flores non sono da meno (ingresso rispettivamente nel 1999 e nel 2002). Vero mattatore del gruppo l’elettrizzante cantante Jason Keyser che, seppur il pubblico del Legend non sia propriamente partecipe, si prodiga nel cercare di interagire, spronare, rendere partecipe, con un continuo incitamento e richiesta di movimento nella zona pit, ad essere onesti poco riuscito e poco considerato. D’altronde, quantomeno a parere di chi scrive, l’abisso tra la proposta della formazione principale della serata e quella degli Origin è lampante; il brutal death metal tecnico del quartetto dal Kansas sa essere ostico per chi non ha orecchie allenate e non mastica il genere. Ryan si lancia in continui assoli a velocità sostenuta, ma ad onor del vero, quando la velocità scompare ed è il momento di lasciare spazio al pathos, non ci siamo proprio (faccio riferimento all’unica linea melodica uscita dalla sua chitarra, davvero priva di alcun sentimento).
Fortunatamente non è questo l’intento degli Origin, che alla fine “portano a casa” la serata e ricevono meritata ovazione del pubblico.

Il buon Kelly già si aggirava all’esterno del locale con una immancabile birra in una mano ed una sigaretta nell’altra, disponibile con chi lo ha avvicinato; non manca un banchetto merchandise molto ben fornito e prezzi umani, che hanno fatto la differenza. Esatto: “udite udite siore e siori, prezzi umani!” Mi permetto di riportare qualche informazione puntuale: erano anni che non vedevo t-shirt griffate a 20€, felpe a 40€ (solitamente il costo di una t-shirt) e CD a 15€, che per quanto ai peggiori taccagni dei bar di Caracas possano sembrare cari, nell’A.D. 2025 non lo sono.
Torniamo a noi: giunge il momento agognato, il gruppo sale sul palco. Prenderò la scaletta trovata sul solito Setlist.fm per buona, non ho idea se la “consecutio” dei brani sia quella – visto che dalla prima all’ultima nota sono stato scaraventato in un vortice temporale, ritrovandomi almeno vent’anni fa con quella musicassetta scassa in mano, sulla quale chissà chi aveva passato ad un mio amico due album fenomenali, Piece Of Time e Unquestionable Presence, inutile dire che fu amore a primo ascolto – perché non mi sono segnato nulla, essendo impegnato a bordo pit, con un sorriso ebete stampato in faccia, ad esaltarmi ad ogni singolo brano. Quindi sì, li hanno fatti, ma non chiedetemi l’ordine.
Credetemi se dico che il metallaro quarantenne che vive in ognuno di noi, il quale avrebbe lamentato dal primo istante la mancanza di membri originali oltre al cantante, sarebbe stato zittito senza se e ma dopo i primi due brani dalla prepotenza del quintetto che ha affrontato questo tour europeo da headliner per gli Atheist. La foga e la perizia con la quale tutto il concerto è stato condotto sono state encomiabili, e non fatico ad asserire che tutti i presenti siano usciti dal Legend “felici e contenti”, come nelle migliori fiabe. Le due chitarre di Witunsky e Haddad non hanno sbagliato un colpo, riproponendo fedelmente quanto potete sentire su disco (per molti può risultare una pecca la non originalità, ma per tanti la riproposizione pedissequa ha il suo perché, personalmente mi pongo nel mezzo), il folletto Ruiz-Feingold scatenato e in continuo movimento sul piccolo palco del Legend, Marks una adrenalinica botta in faccia, senza contare che alcuni brani hanno ricevuto un trattamento rivitalizzante in termini di bpm. Non dimentichiamoci di Shaefer, che a quasi sessant’anni riesce a tirare fuori l’anima e offrirla in pasto a chi è intervenuto per sostenerlo. Non mi dilungo in liste della spesa, tutti i brani epocali che leggete sotto non hanno bisogno di presentazioni (e se ce le hanno, avete sbagliato concerto e report); si pesca dai primi due a gogò, ma anche tre brani da Elements non sono male, peccato solo che dall’ottimo ritorno Jupiter non sia stato estrapolato nulla.
Basta, ho già scritto troppo e chissà chi sarà arrivato fino a questo punto. Chiudo dicendo che mi auguro davvero che un nuovo album degli Atheist con questa formazione sia prossimo all’uscita, considerato che così parrebbe leggendo i canali del gruppo: non oso immaginare che bomba sarà! Jupiter fu un fulmine a ciel sereno, non si può che attendere fiduciosi!
P.S. Devo ricordarmi di chiedere a Jerry Witunsky dove ha recuperato la t-shirt del demo 1988 dei Cynic, con tanto di logo originale: totale!

Scaletta Atheist:
No Truth
On They Slay
Unholy War
Unquestionable Presence
Brains
The Formative Years
Water
Enthralled in Essence
Your Life’s Retribution
Room With a View
Fire
Air
An Incarnation’s Dream
I Deny
Mother Man
Piece of Time

P.S. sì, lo so, quelle che vedete non sono foto ma strumenti di tortura per i vostri occhi…

1 commento su “ATHEIST + Origin + Intrepid + Gorgatron + Death Rattle – 26/09/2025 – Legend, Milano”

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