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I britannici FM arrivano in questo interessantissimo 2025 all’importante traguardo dei quindici dischi in studio e a tanti anni di ottima musica sviscerata trai i solchi di bellissimi album e innumerevoli concerti in giro per il mondo. Lo fanno con il loro delizioso e piacevole melodic rock, dimostrando ancora una volta tantissima classe e molta creatività. Formati negli anni ’80 dai fratelli Overland, gli FM sono una delle band rock più importanti e rispettate del Regno Unito. Il nuovo album è registrato dalla formazione storica, che include i membri fondatori Steve Overland al microfono, Merv Goldsworthy al basso e Pete Jupp alla batteria, insieme a Jem Davis alla tastiera e a Jim Kirkpatrick alla chitarra. Brotherhood è il coerente continuo delle ultime raccolte fatte di un hard rock melodico e dinamico infarcito dalla loro tipica vena soul, ma anche di una soddisfacente carriera che li ha quasi sempre visti primeggiare nell’AOR internazionale. Si può ben dire che il gusto e la raffinatezza della loro musica si notano subito nell’apripista “Do You Mean It”, song dall’aria rock and blues che mette subito in mostra la maestria di una band ancora al massimo delle sue potenzialità. Al primo impatto non sembra un pezzo tipico degli anglosassoni, poiché riecheggia le origini bluseggianti della band dei primi lavori con addirittura un bell’assolo d’organo in primo piano. Il coro di alcune cantanti è poi il punto più alto della composizione e si addice bene ad un ritornello allegro ed emozionante gestito alla perfezione dalla calda e acutissima voce del bravissimo Steve Overland, la quale si integra meravigliosamente a questo coro femminile. Il tutto è poi accompagnato dai vibranti riff delle due chitarre elettriche e in particolare di quella solista di Jim Kirkpatrick. Con il proseguo del mid-tempo “Living On The Run”, gli FM innescano la quarta con un pezzo entusiasmante e con un refrain super orecchiabile. Il potente e istantaneo suono armonico caratteristico dell’ultimo ventennio continua con l’ottantiana e raffinata semi ballata, “Coming For You”, in cui l’abilità strumentale del quintetto sviluppa una fantastica melodia culminante nell’orecchiabilissimo ritornello sempre sostenuto egregiamente dalla emozionante ugola del singer britannico. Un brevissimo ed efficace assolo chitarristico di Jim accompagnato dalla tastiera di Jem innesca la ritmata e vivace “Raised On The Wrong Side”, che brilla per le atmosfere e le parti soliste sia della chitarra e sia della fondamentale tastiera. Il basso di Merv Goldsworthy e la batteria di Pete Jupp si confermano lo zoccolo duro e le fondamenta di una band che sprizza originalità e creatività da tutti i lati. Tutte le canzoni sono belle e ben arrangiate ed è difficile trovare il classico pelo nell’uovo. Se la centrale “Love Comes To All” è puro AOR dalle influenze tipicamente americane, la successiva “Just Walk Away” è il classico e romantico lento che commuove per la sentita e vellutata interpretazione vocale del fenomenale Overland. L’arpeggiante chitarra classica lo accompagna dolcemente insieme ad un sottile tocco di pianoforte, che porta l’ascoltatore a sognare ad occhi aperti e a ricordare i veri amori della propria vita. Anche qui un coro femminile riecheggia nel finale, dando un tocco spirituale e sincero che tocca l’anima e il cuore. Invece, la cadenzata “Don’t Call It Love” aumenta di un po’ il ritmo, ma rapisce e coinvolge sentimentalmente per la bella melodia profusa, per i robusti e intermittenti giri di chitarra elettrica, per un incalzante sezione ritmica e per la coinvolgente voce del frontman. Se pensavate di aver raggiunto l’apoteosi in queste prime tracce, allora non conoscete a fondo il combo d’oltre Manica. Infatti, la raccolta si mantiene sempre su elevati standard, come nel caso della mielosa e rockeggiante “Time Waits For No One”, altro capolavoro sonoro ricco di avvolgenti armonie di tastiera, di lucenti melodie di chitarra e di un ritornello facilmente canticchiabile, dove assistiamo all’ennesima prova maiuscola di Steve, cantante che ha mantenuto sempre un’invidiabile timbrica vocale che sembra addirittura migliorare con il passare degli anni. A questo punto del platter, dopo le meraviglie udite, quando ci si aspetta il tradizionale riempitivo, si chiude invece degnamente con il sound misterioso e melanconico di “Because Of You”, basata sulla elettrizzante e melodica sei corde elettrica e sui tocchi soft di tastiera del concreto Davis. La fresca semi-acustica “Chasing Freedom” è forse la traccia meno ispirata della set list, ma fa comunque la sua discreta figura. Probabilmente il tono leggero del country/rock statunitense sviluppato per l’occasione, non si addice molto e al primo ascolto agli FM, ma la simpatica e riflessiva melodia sprigionata dalle leggere chitarre e dal pianoforte conquistano, alla lunga, anche i più scettici. L’assolo del solito e abilissimo Kirkpatrick e quello eseguito dal pianoforte sono poi la ciliegina sulla torta che fa sorvolare su questa diversa sonante scelta. L’ultima e vibrante “The Enemy Within” sorprende positivamente, perché qui gli inglesi induriscono il suono dei loro strumenti e lo stesso Steve trasforma le sue corde vocali rendendole più pesanti del solito, ma al contempo sempre melodiche. Un vortice di ripetitivi ed elettrizzanti riff di chitarra ruggisce insieme al basso e alla batteria, con grinta e forza tali da ipnotizzare i timpani dell’ascoltatore più distratto. Poi, la magnetica e a tratti lenta ugola del camaleontico Overland fa il resto, a sua volta supportata da una seconda voce un po’ più “riservata”, che si abbina benissimo a questo tipo di hard rock un po’ oscuro e per certi versi anche un po’ lontano dai loro schemi. In conclusione, Brotherhood mostra tantissima passione ed esperienza ma soprattutto tante belle canzoni che dimostrano come gli FM siano ancora al top della loro magistrale e lunga carriera.
“Sono orgoglioso del nuovo album”, afferma con entusiasmo Overland, “È uno dei nostri album più forti fino ad oggi. È un’altra pietra miliare, essendo il quindicesimo album degli FM. Ha un ritmo molto sostenuto e presenta una grande varietà di stili. La grande ballata dell’album, Just Walk Away, è una delle nostre migliori. Spero che i nostri fan la pensino come noi sui Brotherhood.”