HOLY MOSES – Invisible Queen

Titolo: Invisible Queen
Autore: Holy Moses
Nazione: Germania
Genere: Thrash Metal
Anno: 2023
Etichetta: Fireflash Records

Formazione:

Sabina Classen – Voce
Thomas Neitsch – Basso
Gerd Lücking – Batteria
Peter Geltat – Chitarra


Tracce:

01. Downfall Of Mankind
02. Cult Of The Machine
03. Order Out Of Chaos
04. Invisible Queen
05. Alternative Reality
06. The New Norm
07. Visions In Red
08. Outcasts
09. Forces Great And Hidden
10. Too Far Gone
11. Depersonalized
12. Through The Veils Of Sleep


Voto del redattore HMW: Da scoprire leggendo!

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Sono passati quasi dieci anni dal precedente Redefined Mayhem e confesso che ero molto curioso di sentire il nuovo lavoro degli Holy Moses, ma svisceriamo un po’ questo nome prima di parlare di Invisible Queen al quale ho voluto assegnare un 6,5/10 .

La formazione guidata da Sabina Classen, vera istituzione del thrash metal tedesco ed internazionale, ha visto susseguirsi periodi diversi dovuti sicuramente ai molteplici cambi di formazione. Basti guardare quante persone hanno fatto parte di quello che possiamo quasi chiamare un progetto di Sabina stessa (formazione secondo Metal Archieves). Per pura comodità, dividerei i periodi in decenni. Abbiamo dunque gli anni 80 e la prima formazione puramente thrash, violenta e di impatto con i lavori più classici tra cui Queen Of Siam, Finished With The Dogs.. e oserei mettere anche World Chaos al limite del decennio successivo. Poi abbiamo per l’appunto gli anni 90, dove si sente una prima evoluzione più tecnica e di produzione particolarmente moderna, come possiamo notare in Rebornd Dogs. Infine c’è il primo decennio degli anni 2000, in cui riscontriamo un ritorno al passato con Disorder Of The Order ma specialmente con Strength Power Will Passion, che segna la vera e propria dichiarazione d’amore per il thrash vecchia scuola.

Arriviamo dunque ai tempi più recenti e torniamo a parlare di Redefined Mayhem. Come abbiamo potuto vedere, sono passati quasi dieci anni e ricordo ancora una certa progressione musicale di quel disco, pur nonostante abbia tenuto vivo il genere primordiale dominato dalla voce della Classen. Oggi la stessa formazione, con qualche anno in più sulle spalle, rimescola le carte in tavola e propone alla neonata Fireflash Records (costola di Atomic Fire, nate dalle ceneri di Nuclear Blast), un disco completamente diverso, impressionantemente tecnico e ricco di ritmi sincopati e dannatamente precisi.

Se vogliamo metterla giù nel migliore dei modi, questo disco è di una produzione maniacale e tecnicamente impeccabile. Possiamo parlare di evoluzione musicale? Forse. Dall’apertura con “Dawnfall Of Mankind” e passando per “Cult Of The Machine”, si sente immediatamente una professionalità strumentale impressionante. Ritmi veloci, passaggi intricati, riff incastrati alla perfezione.

“Direttore, deve essersi sbagliato con il voto allora!”

Come dico sempre, leggere la recensione aiuta a capire meglio il disco che andrete ad ascoltare. Ammetto che è registrato e suonato magistralmente. Nulla da ridire su questo. L’influenza di questo voto è data, come sempre, dal gusto personale che è e deve rimanere tale. Per cui, se siete facilmente impressionabili da tecnica e velocità, vi consiglio caldamente di appassionarvi a questo lavoro. “Visions Of Red” riporta un ritmo di batteria incalzante, così come “Too Far Gone”, violenta e d’impatto; queste sono sicuramente tra le mie preferite. Brani invece come “Order Out Of Chaos” o “The New Norm” hanno riff più progressivi e decisamente tecnici. In molti passaggi vocali è proprio Sabina a stupirmi, come nella già citata “Cult Of The Machine”, dove la thrasher tedesca si cimenta in urli forsennati (e quasi irritanti), lontani dal classico stile growl che tutti noi conosciamo. E allora preferirete tornare ai vecchi lavori del combo di Aquisgrana.

Insomma, questo album è sicuramente buono, ma deve piacere. Spero non me ne vogliate se ora torno ad ascoltare il mio preferito, World Chaos.

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