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Anche se non siamo nemmeno a metà di questo 2024, personalmente posso già ritenere, almeno in ambito A.O.R., di aver trovato l’album dell’anno!
Già perché questa prima prova del duo Rydholm/Säfsund è veramente un capolavoro.
L’album si muove su coordinate A.O.R. tipiche di quel magico periodo tra la fine degli anni ’70 e inizio ’80, nel quale, in quasi ogni incisione, c’erano personaggi come Steve Porcaro, Steve Lukather, Jeff Porcaro (che diventeranno poi i Toto), Jay Graydon, David Foster, Richard Page, Lenny Castro e Michael Omartian, tanto per fare qualche illustre nome. Qui i Journey c’entrano poco, infatti i riferimenti più evidenti vanno ricercati tra le suadenti note di artisti come Steely Dan, Airplay, Pages, Maxus, David Roberts e primi Toto, artefici di una commistione celestiale tra soft-rock, funky, suggestioni fusion e pop.
Il duo è composto da musicisti già noti nel settore: Lars Säsfund è il cantante di solide realtà quali Work Of Art, i nostrani Lionville, ma pure degli ottimi Art Of Illusion, dei quali invece ne è il leader il polistrumentista Anders Rydholm, già chitarrista anche nei Grand Illusion. Sin da “Now And Forever” si ha l’impressione di ascoltare qualcosa di molto importante: il pezzo, uno dei più elettrici dell’album, è perfetto nel suo incedere e la vocalità intensa di Säfsund esplode in un ritornello memorabile. Ma il bello deve ancora arrivare, infatti la successiva “Hey You” attinge a piene mani da quell’A.O.R. sopraccitato, dipanandosi tra funky e r’n’b, coi fiati in evidenza e melodie frizzanti che non possono non riportare alla mente certi episodi dei Toto del periodo di The Seventh One. “What’s Not To Love” mostra ancora livelli compositivi altissimi, con il pianoforte a trainare il tutto e i fiati a fare da contrappunto e “Seven Signs Of Love” è più leggera e spensierata, ma non per questo meno piacevole, grazie anche a ottimi arrangiamenti vocali.
Non lasciatevi ingannare dalla formazione riportata sotto, in questo disco vi suonano più di venti musicisti, tra cui spicca il veterano Tim Pierce (Roger Waters, Michael Jackson, Phil Collins,…), che con la sua chitarra impreziosisce una gemma come “4 th Of July”, altro excursus sonoro che pare risalire a più di quarant’anni or sono. In “The Bet” pare di riascoltare i migliori Steely Dan, tra altri arrangiamenti sublimi della sezione fiati e un ritornello da urlo, mentre la dolce “Sara’s Dream”, pur restando su ritmiche funky (con evidentissimi richiami ai Toto), esplode in un ritornello incantevole. “Bucket List” non fa altro che ribadire la qualità sonora di questo straordinario album, ma qui il ritornello è da primi della classe, richiamando quello memorabile di “Africa” e l’elegante assolo al sax di Wojtek Goral non fa altro che abbellire ulteriormente una canzone già perfetta.
Le chitarre (tra cui quella dell’ospite Robert Säll, anima dei Work Of Art) tornano protagoniste su “The Plains Of Marathon”, altra palestra per la cristallina voce di Säfsund (che cantante, mamma mia!) e con l’ennesimo ritornello di incredibile bellezza, le cui progressioni melodiche riportano alla mente quelle della stratosferica “Love Bites” dei Def Leppard; la successiva title track non è da meno, muovendosi tra melodie solari e piacevolissime. La conclusiva “Love Will Find A Way” parte con un’introduzione dei fiati tra Steely Dan e Chicago, ma poi si trasforma in un divertente pezzo in pieno stile yacht-rock, tra atmosfere rilassanti e melodie cristalline.
Rydholm e Säfsund, unendo le forze, hanno firmato uno dei miglior esempi di A.O.R. degli ultimi dieci anni, un’opera d’arte che meriterebbe più esposizione. Chapeau.