MR. BIG – Ten

Titolo: Ten
Autore: Mr. Big
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: Hard Rock
Anno: 2024
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Eric Martin: voce solista
Paul Gilbert: chitarra e voce
Billy Sheehan: basso e voce
Nick D’Virgilio: batteria


Tracce:

01. Good Luck Trying
02. I Am You
03. Right Outta Here
04. Sunday Morning Kinda Girl
05. Who We Are
06. As Good As It Gets
07. What Were You Thinking
08. Courageous
09. Up On You
10. The Frame
11. 8 Days On The Road (Bonus Track)


Voto del redattore HMW: 7/10

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Tutto nella vita ha un inizio ed una fine. Questa regola vale anche nella musica e per gli americani Mr. Big, che dopo lo scossone della morte del loro amico e batterista Pat Torpey avevano annunciato che si sarebbero sciolti.  Questo, forse, avverrà a breve, dopo il tour mondiale “The Big Finish” ma adesso esce il decimo album in studio Ten; probabilmente l’ultimo capitolo discografico di una fantastica carriera iniziata a Los Angeles nel 1988 e culminata nel 1991 con il successo dell’album Learn Into It e in particolare del singolo “To Be With You”. Noti per l’abilità tecnica dei suoi componenti: Eric Martin al microfono, Paul Gilbert alla chitarra e il bassista Billy Sheehan al basso, nei decenni successivi  hanno continuato a sfornare dischi e fare concerti ma con alti e bassi che hanno portato allo scioglimento del gruppo nel 2002 e alla reunion nel 2009. Come in tutte le grandi famiglie gli scontri interni e gli aspetti esterni hanno influito sulla stabilità del combo californiano che, nonostante tutto, si è sempre rialzato proponendo sempre un genuino e melodico hard and blues originale e coinvolgente. Ora con l’aiuto di Nick D’Virgilio (ex Genesis, Spock’s Beard, Big Big Train), accendono ancora una volta la loro scintilla e l’entusiasmo dei fans suonando undici canzoni tipiche del loro inconfondibile stile lasciando aperta una porticina di speranza sul futuro continuo della band.

Eric Martin dice: “Questo nuovo album non copia nulla dai nove precedenti dischi in studio, è tutta roba nuova da zero… si tratta di riff rock e blues grezzi e genuini con tutte le rifiniture dei Mr. Big.”

La considerazione di Martin è corretta ma, pur proponendo delle canzoni inedite, per fortuna lo stile e la personalità di questo super gruppo rimane invariata. Insomma, offrono sempre lo stesso sound e la cosa piace. Perché cambiare qualcosa di riuscito e originale? L’iniziale e roccheggiante, “Good Luck Trying”, è la prova lampante del loro riuscitissimo ed eccezionale marco di fabbrica anche se echeggia lo spirito di Hendrix e in certe parti dei Deep Purple. Qui i rullanti del drummer e le stridenti e veloci sei corde elettriche introducono la ruggente e calda ugola del singer, che nonostante gli anni riesce ancora ad essere grintosa e appassionante. Il cadenzato sound pesca dagli anni ’60 e ’80 raggiungendo il culmine nel  bruciante assolo di chitarra elettrica del virtuoso Paul Gilbert e nel melodico ritornello.  La migliore e commovente interpretazione di Eric è comunque nella bluseggiante e intimistica, “Who We Are”, prima ballata del platter in cui il frontman canta divinamente  ispirandosi ai cantanti soul dai quali è stato sempre attratto. Seguendo la scaletta, “I Am You”, è un altro pezzo dove la profonda e sottile voce di Martin riesce a trascinare l’allegro e rapido refrain di una composizione arricchita da una precisa sezione ritmica e dai super melodici riff di chitarra del solito guitar hero. L’atmosfera rock della traccia è sempre melodica, ma spicca, oltre  la tagliente chitarra di Paul, anche la complessità sonora del basso di Billy Sheehan capace sempre di non strafare e di allinearsi intelligentemente agli altri strumenti. L’orientaleggiante “Right Outta Here” sa molto di Led Zeppelin ma il rock and blues degli statunitensi alla lunga prevale. Il groove  è anche funky e si cala perfettamente in un sound anni ’70 in cui Gilbert e Sheehan si trovano a nozze accompagnati dalle ottime corde vocali dell’insostituibile vocalist californiano. Se, “Sunday Morning Kinda Girl”, è un brano vivace e diretto quanto basta per canticchiarlo, trascinati dalla voce pulita del cantante e da un indovinato coro; la seguente e ottantiana,”As Good As It Gets”, è invece qualcosa di più sofisticato perché unisce suoni pop e hard rock  ma anche blues per via del grande lavoro della chitarra ritmica e solista di Gilbert. La frenesia e l’amore per il rock duro trovano il sopravvento in “What Were You Thinking”, song divertente, ritmata, spavalda e ricca di elementi blues, che mette in mostra tutta l’abilità di Paul con la sua sei corde elettrica. E’ stupendo ascoltare i Mr. Big suonare per puro divertimento e svago come se fossero da soli in una cantina con pochi amici a festeggiare con la loro musica  più di trent’anni di carriera. Sono anni che non hanno nulla da dimostrare a nessuno perché liberi da un successo effimero e consapevoli di aver fatto qualcosa di straordinario e forse irripetibile.  Colpiscono pure  la creatività e la varietà degli arrangiamenti che il quartetto offre all’ascoltatore. Questo è dovuto principalmente  dai diversi modelli  proposti dalla sezione ritmica e dalla sei corde elettrica in grado di sfornare un adrenalinico rock  mischiato al  funk e al blues.”Courageous” è un altro esempio di questo riuscitissimo connubio in cui il quartetto propone anche degli spettacolari cambi di tempo, lanciando poi un messaggio di speranza  allo zuccolo duro dei propri supporters. Non sempre si può vincere nella vita perché le cose positive si alterneranno sempre con quelle negative. L’importante è sempre lottare e non arrendersi mai! La terzultima “Up on You” è caratterizzata dalla forza tellurica di basso e batteria che legati ad una robusta chitarra fanno si che questo brano sia un vero e proprio classico della band che ricorda la forza e l’armonia del secondo disco in studio: Learn Into It. Con la penultima canzone, il lento “The Frame”,  la band si butta a capofitto sugli accordi acustici ma rimanendo ancorata sempre a delle note blues. Qui Eric cambia tonalità vocale e atteggiamento nell’interpretazione del pezzo cantando in modo più dolce e riflessivo, attorniato da un suono quasi soul disturbato solo da un assolo di chitarra elettrica semi-psichedelico. L’ultima e undicesima traccia “Days On The Road” è un  “bonus” senza infamia e senza lode, disponibile nella versione europea dell’opera. Qui i musicisti, soprattutto Billy e  Paul, rallentano bruscamente il ritmo mettendo soprattutto in risalto le loro qualità tecniche ed esecutive che danno vita ad un polveroso e sporco rock and blues di matrice statunitense. Non c’è altro da scrivere se non quello di sperare che la band bleffi sul proprio futuro. Del resto non saranno i primi e neppure gli ultimi che annunciano l’addio dalle scene e che poi ritornano come se nulla fosse. La copertina del disco è eloquente perché oltre ad  indicare che siamo arrivati a dieci dischi mostra pure delle mani alzate, dove sono disegnati tutti i continenti del Pianeta, che salutano il mondo intero. Forse un addio o un arrivederci? Se invece questo fosse veramente l’ultimo disco allora tanto di cappello ad una formazione che ha dato tanto all’hard rock melodico internazionale e che sicuramente meritava e merita un palcoscenico più ampio. Per il resto, un grande in bocca al lupo per le strade soliste e non che Billy, Paul e Eric dovessero intraprendere in futuro.

 

 

 

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