CROWNE – Wonderland

Titolo: Wonderland
Autore: Crowne
Nazione: Svezia
Genere: Hard Rock
Anno: 2025
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Alexander Strandell – Voce
Love Magnusson – Chitarra
Jona Tee – Tastiera
John Leven – Basso
Christian Lundqvist – Batteria


Tracce:

01. Wonderland
02. Waiting For You
03. Eye Of The Oracle
04. Heaven Tonight
05. Warlords Of The North
06. Timing Is Right
07. Goodbye
08. Love Thy Enemy
09. Legacy
10. Hearts Collide
11. The Fall


Voto del redattore HMW: 8/10

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Wonderland, terzo album in studio del super gruppo svedese Crowne, è proprio quello che ci si aspetta dai vichinghi per mantenere alta l’asticella nell’ambito del rock melodico scandinavo. Di solito l’unione di artisti di questo livello non porta ad ottimi risultati ma la band scandinava composta: da Alexander Strandell (Art Nation, Lionville e Nitrate) alla voce, Love Magnusson (Dynazty) alla chitarra, John Leven (Europe) al basso, Christian Lundqvist (ex The Poodles) alla batteria e Jona Tee (H.E.A.T) alle tastiere riesce a tenere ancora alto il proprio nome.

Alexander Strandell commenta così il nuovo disco: “È incredibile condividere questo terzo capitolo con tutti voi. Lavorare a fianco del fantastico team di Frontiers e dei miei fratelli Jona, Kicken, John e Love è stato un vero onore. Se siete fan degli Art Nation, dei The Poodles, degli H.E.A.T., dei Dynazty o degli Europe, questo è per voi”.

Parole sante quelle del camaleontico singer svedese che, insieme ai suoi compagni, continua la sua evoluzione musicale unendo il proprio caratteristico mix di rock melodico infuso con potenti paesaggi sonori dalle tinte metal. Il timone è quindi nelle buone mani di Strandell, famoso per la sua voce imponente e per essere il vocalist degli Art Nation, degli italiani Lionville e dei Nitrate. Lo si sente subito nella profonda e intensa interpretazione dell’iniziale “Wonderland”, title track dall’epica atmosferica e da un ritornello melodicissimo sostenuto da lussureggianti tessiture di tastiera. La sezione ritmica e la chitarra elettrica danno poi quel tocco di possente metal che non guasta e che rende il pezzo anche molto robusto. Si sente da subito come la produzione sia perfetta perché la nitidezza del suono riesce a far percepire bene ogni strumento musicale. Dei rapidi tocchi di tastiera introducono poi la ritmata e incalzante “Waiting For You”, in cui si nota ancora di più l’abilità strumentale del quintetto per via di assoli mozzafiato di tastiera e di chitarra elettrica. Il famoso John Leven offre delle fragorose linee di basso e il batterista Christian Lundqvist accompagna il tutto con potenza e precisione. Il sound pesca dai fondamentali anni ’80 ma con un tocco fresco e attuale, come nel caso del malinconico mid-tempo: “Eye Of The Oracle”. Qui l’ugola appassionata e dinamica di Alexander continua ad essere una pura emozione per i timpani di chi ama questo genere. I pazzeschi acuti del frontman sono accompagnati da grintosi e spigolosi giri di chitarra e dagli effervescenti tocchi della keyboard di Tee. Jona con la sua tastiera non fa da comparsa o da sottofondo ma aiuta moltissimo negli armonici refrain cinematografici sviluppati dal combo. Idem per la successiva e cadenzata, “Heaven Tonight”, in cui Magnusson con la sua sei corde elettrica si mette ancora una volta al servizio del brano sfoderando i suoi virtuosismi e tutta la sua teatralità rock. Lo stesso si può affermare per la galoppante e ultra-melodica “Legacy”, traccia dal tipico tocco scandinavo o nella conclusiva e stupenda “Fall”, caratterizzata da uno sdolcinato e melodioso refrain guidato dalle melanconiche corde vocali del bravissimo Strandell e dai cori degli altri musicisti. Uno dei momenti importanti dell’opera è la lenta e modulata “Warlords Of The North”, che mostra tutta la robustezza sonora dei Crowne i quali non disdegnano di allontanarsi dall’hard rock melodico per andare sul classico metal ma mantenendo sempre la ricerca della melodia grazie alla solita funambolica tastiera. Il responsabile è anche Biff Byford dei Saxon che collabora nella scrittura della traccia ancorando in parte il suono all’era della NWOBHM inglese con quello più moderno dei ragazzi svedesi. Questa è comunque una delle song più lente dell’album ma anche la più pesante e fuori dagli standard collaudati dagli svedesi. Le idee e le canzoni si assottigliano un po’ verso la fine dell’album come nella mediocre e comunque martellante “Timing Is Right”, che vede aumentare l’intensità e la velocità esecutiva della band soprattutto nell’inarrestabile e vigorosa sezione ritmica o nella lenta e romantica “Goodbye”, che porta l’ascoltatore ad immergersi in sonorità accattivanti e già sentite in cui il ritornello strappalacrime non lascia assolutamente indifferenti.

L’inarrivabile Strandell intona e canta poi egregiamente sopra i tasti vorticosi del pianoforte di Tee e i vellutati riff di chitarra di Magnusson raggiungendo l’apoteosi nell’orecchiabilissimo ritornello. Per fortuna l’alchimia del gruppo nordico si rafforza poi nella-semi ballata “Hearts Collide”, pezzo hard rock intriso, grazie al pianoforte, di elementi di puro AOR che si fa amare immediatamente per via del canticchiabile ritornello e per i suoi commoventi e sentimentali giri di chitarra. La quart’ultima “Love They Enemy” è poi un altro eccellente brano basato sulle tastiere e sul pianoforte. Qui Jona riesce ancora una volta e brillantemente a fondere il suo armonico e melodioso suono con la fragorosa sezione ritmica e la contorta voce di Strandell. Se avete amato i loro dischi precedenti questo vi sorprenderà ancora di più, nonostante la prevedibilità di alcune canzoni, perché possiede melodiose composizioni, una sopraffina tecnica strumentale e una impeccabile produzione che ne fanno uno dei migliori lavori dei Crowne. Consigliato!

 

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