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Dopo l’uscita dell’ultimo membro stabile, oggi sono le mani e la voce di Carmelo Orlando a tenere saldamente le redini dei Novembre. Quelle sonorità gotiche e doom, che hanno ispirato intere generazioni di gruppi, tornano ora a vibrare nelle nuove composizioni e nel timbro inconfondibile del cantante e artista laziale.
I Novembre restano un orgoglio tricolore: melodia e malinconia si intrecciano in un’atmosfera che pochi altri sanno evocare con la stessa intensità. Gli ingredienti che hanno fatto amare la formazione romana ci sono tutti: intrecci di chitarre, un basso pulsante, la doppia cassa che sostiene i growl di Carmelo, le aperture doom sulle parti in pulito, e persino qualche incursione nella lingua madre.
Words Of Indigo è passionale, emozionale, oscuro, proprio come ci si aspetta da un disco dei Novembre. Brani dai titoli evocativi come “Sun Magenta”, “Neptunian Hearts” o il singolo “Your Holocene” fanno subito da biglietto da visita, mentre le tracce in italiano – “Chiesa dell’Alba”, “Ipernotte” e la conclusiva “Onde” (“Intervallo” è un intro di chitarra superlativo) – ci riportano nelle atmosfere a cui il quartetto ci ha abituato, pur senza sfociare quasi mai in un cantato nella nostra lingua. Sopraffine collaborazione con Ann-Mari Edvardsen, nota per il suo passato nei norvegesi The 3rd & the Mortal, nella solenne e maestosa “House Of Rain”, nei suoi 7 minuti e 33 secondi di esecuzione.
A quasi dieci anni da Ursa, il nuovo lavoro introduce qualche variante senza intaccare la resa complessiva, che risulta anzi ottima: un degno successore non solo dell’ultimo capitolo, ma anche dei classici come Arte Novecento e Classica, fino ad arrivare a Novembrine Waltz e Dreams d’Azur.
La produzione firmata da Dan Swanö e la copertina curata da Travis Smith, entrambi noti per i loro lavori con Opeth e Katatonia, confermano il livello altissimo del progetto. Eppure, ciò che emerge resta sempre e comunque la forte personalità dei Novembre, che non si limita a replicare modelli, ma mantiene una voce originale e riconoscibile.
Che il disco esca proprio a novembre non è certo un caso. C’è inoltre tanta italianità in queste canzoni, dal nome alle atmosfere. È la stessa sensazione di malinconia che si prova passeggiando in un parco romano o milanese, avvolti nei pensieri più nostalgici, in un grigio pomeriggio autunnale. La musica dei Novembre sa trasportare in questi luoghi interiori, non sempre felici, ma di struggente bellezza.
Un disco da avere assolutamente. Fatelo vostro con decisione.