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I Defecto sono da anni un potente e devastante vortice sonoro proveniente dalla lontana e fredda Danimarca e con Echoes Of Isolation continuano a plasmare, con tecnica sopraffina, la loro forza e il loro prog metal per tutto il pianeta. Quello che colpisce è la miscela perfetta tra la melodia e la pazzia sonora che riescono ad esprimere sapientemente ed in modo anche articolato. A distanza di cinque anni dall’ultimo lavoro, troviamo in seno al gruppo il nuovo batterista, Morten Gade Sørensen (Pyramaze, Anubis Gate), il chitarrista Frederik Møller, il bassista Thomas Bartholin e il cantante/chitarrista Niklas Sonne (Aries Descendant), che ha pubblicato di recente un album da solista sempre per Frontiers Records.
Il cantante e chitarrista Nicklas Sonne dichiara: “L’album non è solo un disco metal, ma uno specchio della mente, con l’obiettivo di trasformare il dolore in forza e creare un legame profondo con chi si è sentito isolato o incompreso”.
L’opera è in effetti un concept che affronta la malattia mentale e i problemi psicologici, dall’insonnia alla paranoia, passando per i traumi che lasciano il segno nelle anime di tanti uomini e donne sparse per il mondo. Musicalmente il disco presenta, già dalla seconda canzone in scaletta “Eternal Descent”, un prog metal cinematografico di stampo moderno, carico di intermittenti e possenti riff con parti strumentali complesse e incastonate in diversi cambi di tempo e di atmosfere che a volte rallentano e accelerano in modo furioso, grazie agli assoli dei sintetizzatori e delle chitarre di Frederik Møller e dello stesso Sonne. Non manca la melodia ma neppure un’ossessionante refrain che si evidenzia ancora di più nella successiva e thrash metal “Sacred Alignment”, dove la rauca e maligna ugola gutturale di Niklas irrompe con una grande intensità, verso un orecchiabile ritornello. La precisione chirurgica e soffocante delle massicce e veloci sei corde elettriche e i colpi martellanti e ritmici della batteria catturano l’attenzione e i pensieri dell’attento ascoltatore. Si sente molto l’influenza di band importanti e fondamentali nel genere come gli Evergrey, i Symphony X e i Dream Theater su tutti, ma i Defecto mettono più aggressività e durezza spaziando anche verso il metal dei Metallica. La linea ossessiva e sofferente dei danesi continua in “Eclipsed By The Void”, traccia ricca di parti turbinose di tastiera e di pianoforte, linee stentate e sofferenti di chitarra elettrica che in alcuni momenti accelerano follemente trascinate dall’avvolgente e acuta timbrica del singer e chitarrista scandinavo. In questa parte del platter piace il modo in cui Niklas alterna voci quasi operistiche a urla gutturali, ma la sua forza è il magnetismo timbrico e convincente delle sue estensioni vocali. Le potenti e intermittenti esecuzioni neoclassiche delle chitarre proseguono in “Heart On Fire”, song caratterizzata da un ritornello melodico che Sonne trasforma in un vero e proprio inno filmico, stemperando la pesante tensione e la grande energia dei pezzi precedenti. La frenetica e incazzata “Quantum Abyss” alza il ritmo grazie a distorti riff di chitarra e a tumultuosi e lussureggianti tocchi di tastiera e di piano. Non mancano i classici cambi di tempo e le parti ambientali che rilassano la mente per pochi secondi, per poi essere travolti da velocissimi giri di chitarra elettrica e da un energico e melodico refrain culminante nella roca, melodiosa e gutturale voce del bravissimo cantante, che sembra imitare James Alan Hetfield dei Metallica. Piace anche la vena sinfonica sviluppata dal quartetto, perché fusa egregiamente ad un energico metal guidato dalle grintose chitarre elettriche e dal cantato aspro del frontman nordico. Questo si evince pure nella cadenzata e rapida “Through Cloak And Bones”, in cui le assillanti quattro corde di Bartholin e la robusta batteria di Sørensen esplodono in una moderata violenza, accompagnata sempre dalle solite e gutturali linee vocali del cantante vichingo. Il caos e l’armonia travolgono ancora nel ritmo forsennato della penultima “Shattered Reality” e nella finale title-track “Echoes Of Isolation”. Siamo alla resa dei conti perché la durezza vocale di Niklas prende il sopravvento sotto i colpi di spigolose, frastagliate e adrenaliniche chitarre elettriche, ma anche sotto i colpi di avvolgenti e rigogliosi campionatori. La prima è molto coinvolgente, più oscura, malinconica ma anche molto metallica e con uno strano ritornello che rimane impresso in mente, rifiutandosi di svanire. La seconda invece ha una doppia faccia, perché all’inizio parte in quarta con crescenti sinfonie e sottili arpeggi di chitarra, per poi puntare ad una grandiosa melodia lanciata dalla voce pulita e drammatica del singer danese. A metà del brano i Defecto innescano una trasformazione sonora e super melodica ma abbastanza dura, imperniata su un rapido cambio di tempo in pieno stile Dream Theater, prima di chiudere con sonorità doom cinematografiche lasciando che un vivace e soave pianoforte chiuda questo loro bel capitolo artistico. Il ritmo è pacato ed armonico quanto basta per lanciare un messaggio di speranza e per rialzarsi, perché la vita è una sola e merita di essere vissuta in qualunque condizione fisica e mentale essa sia. Echoes Of Isolation è un disco riuscito perché suscita emozioni mettendo in luce l’alchimia strumentale e spirituale di quattro e ottimi musicisti.
“Per noi, si tratta di trasformare il dolore in forza e creare qualcosa che possa connettersi profondamente con chiunque si sia mai sentito distrutto, isolato o incompreso”, aggiunge Niklas Sonne.



