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Ac/Dc : un nome storico, una delle bands che hanno fatto il rock. Una formazione leggendaria che da pochissimo ha fatto uscire il nuovo album “Black Ice” e che si appresta a tornare in Italia dopo anni di assenza per due date rese sold out in una manciata di minuti. Attorno agli Ac/Dc vive e si muove un nugolo di fans che attraversa tre generazioni e che in rete glorifica il gruppo attraverso centinaia, probabilmente migliaia di pagine web espressamente dedicate ad Angus Young e alla sua terremotante band.
Uno dei portali più importanti, sicuramente il più importante in campo italiano, è www.acdc-italia.com , ricco di materiale e di chicche, sempre aggiornatissimo e curato da uno staff di appassionati.
Gabriele è il responsabile di AcDc-Italia: abbiamo deciso di intervistarlo per farci raccontare come vivono i fans italiani della loro vasta community il ritorno dei rockers australiani.
Allora Gabriele, parliamo un po’ di te. Chi sei, dove vivi e come sei venuto in contatto con il mondo degli Ac/Dc?
Eccomi qui! Sai, penso di aver conosciuto la band in maniera molto semplice e comune. Dobbiamo tornare al 1992… A quell’epoca avevo otto anni e la domenica frequentavo un piccolo oratorio della provincia di Milano. Mi ricordo che un ragazzo (Fabio, che non smetterò mai di ringraziare) diede a mio padre la MC di “High Voltage”. Quella cassetta cominciò a girare molto nello stereo di casa, attirando sempre di più la mia attenzione. Per un ragazzino delle elementari abituato alle sigle di Bim Bum Bam era musica “nuova”, che però fin da subito mi catturò con il ritmo e l’energia. Cosa che ovviamente succede tuttora. Poche settimane dopo fu quindi il turno di “Back In Black”, se non sbaglio titolo della band scelto “a caso” in un negozio di dischi. Una partenza in quarta insomma…
So che non sei l’unico che si occupa di Acdc-italia: chi sono gli altri ragazzi dello staff e quanto tempo fa avete pensato per la prima volta a creare questo portale?
L’idea di far nascere AC/DC Italia è nata alla fine del 2002 da me e Marco, un ragazzo di Brescia con cui entrai in contatto subito dopo lo show di Torino nel 2001 attraverso un sito scozzese, anch’esso dedicato alla band. Mancava una realtà definita ed aggiornata in Italia e soprattutto nella nostra lingua. Pertanto, nel marzo 2003, pubblicammo una prima versione del sito contenente le classiche sezioni “base”, intese come discografia, storia, videografia ecc. Ebbe subito un grande successo, arrivammo al centinaio di visite giornaliere nel giro di poche settimane. Qualche mese dopo arrivò anche Diego “GibsonSG”. Mi contattò con una bella e profonda email, offrendosi di dare una mano nel caso avessimo avuto bisogno. Fu “arruolato” quasi subito, vista la necessità di pubblicare nuovo materiale nel più breve tempo possibile. In questi ultimi due anni anche Carlo “Cowboy” si è rivelato di aiuto fondamentale per la gestione della nostra community online e degli aggiornamenti lampo. Da assiduo e fedele utente del sito, è diventato anch’egli parte integrante del nostro staff.
Sfogliando le pagine di www.acdc-italia.com ci si rende conto della mole di materiale che avete pubblicato: ci sono una miriade di sezioni! Ce ne sono alcune, o una in particolare, di cui vai orgoglioso e che reputi siano il fiore all’occhiello del portale?
Nel corso degli anni abbiamo sempre cercato di pubblicare articoli riguardanti argomenti “inediti”, che pochi siti, forse nessuno, hanno affrontato. Insieme alle esclusive, che nascevano da una semplice idea, li abbiamo raccolti tutti negli “Speciali di AC/DC Italia”, nella parte destra della nostra home page. Sul nostro server possiamo contare più di duecento pagine, ma ti dirò la verità, tutto è stato scritto in maniera naturale, senza pressioni e dettato puramente dalla nostra passione Forse proprio per questo non ci siamo accorti di quanta strada abbiamo percorso nel tempo. Il nostro primo “colpo” è stata l’intervista a Dave Evans, primissimo cantante della band, che mai si era “raccontato” in esclusiva ad un fan site degli AC/DC. Ricordo con piacere anche il nostro primo vero “report”, dal concerto al Carling Apollo del 2003 (quattromila biglietti venduti in quattro minuti). Devo ammettere però che il nostro orgoglio più grande è la foto con il cantante Brian Johnson, probabilmente la nostra più grande soddisfazione, insieme alle molte email di apprezzamento da parte dei visitatori.
Volevo parlarti proprio di questo: sul sito campeggia la foto di voi dello staff con Brian Johnson, scattata a Roma, se non sbaglio. Come avete fatto ad avere questo cimelio e cosa ci puoi raccontare di quella – immagino memorabile – giornata?
Bhè, potrei raccontarti ogni singolo minuto, un’esperienza del genere ti rimane per tutta la vita. Ti dico solo che il viaggio di ritorno Roma-Milano è durato realmente quasi sette ore, ma, immersi nella totale incredulità ripensando a ciò che avevamo passato, per noi è mentalmente durato mezz’ora. Spero di aver reso l’idea del nostro stato, al termine di quel 19 Maggio 2006. Senza invadere la privacy di nessuno posso dirti, anche se è risaputo tra i fans, che Brian ha parenti da lato materno nelle vicinanze di Roma. Siamo stati contattati in un modo del tutto semplice ma allo stesso tempo incredibile, un vero fulmine a ciel sereno, tanto che inizialmente ho addirittura scambiato l’email per uno scherzo. Dopo svariati mesi, durante i quali abbiamo mantenuto i rapporti con il nostro contatto, trasformati in amicizia, siamo stati invitati personalmente per un incontro in occasione di un breve soggiorno in Italia del cantante. Avevamo pianificato di restare pochi minuti, un autografo e un paio di foto; ma da persona realmente umile, gentile e davvero legata ai fans quale è Brian, ci è stato chiesto di restare per il pranzo, dopo aver passato qualche ora a chiacchierare in modo del tutto rilassato, come tra amici, all’ombra di alcuni alberi, accompagnati da del buon vino e qualche aperitivo. Non ce lo siamo fatti ripetere due volte! Le foto che vedi sul sito sono state scattate esattamente finito di mangiare, dopodichè Brian è andato a riposare e noi ci siamo avviati alla macchina, realizzando come quella giornata fosse stata migliore dei sogni fatti la notte prima…
Tornando al sito, mi piacerebbe sapere se ci sono delle parti di esso su cui state lavorando e che prevedete di espandere a breve.
Se devo essere sincero, ci stiamo giusto riprendendo dalle settimane passate, dedicate all’uscita e alla promozione del nuovo album “Black Ice”; recensioni, aggiornamenti sulle date del tour e via discorrendo. Ultimamente, come puoi immaginare, siamo stati letteralmente presi d’assalto in occasione dell’annuncio dei due concerti italiani. Il sito ha raggiunto accessi mai registrati (picchi di quattromilacinquecento visite uniche al giorno), oltre venti email quotidiane a cui rispondere, insomma un bel da farsi, considerando ovviamente che ognuno dello staff ha anche un proprio lavoro e altri interessi a cui pensare. Per quanto riguarda le novità, in questi giorni stiamo aggiornando la sezione dedicata al tour con i report di Marco (Staff), che si trova in America per seguire la band in alcune date. A tal proposito è stato inaugurato il nostro canale ufficiale YouTube all’indirizzo www.youtube.com/acdcitaliaontour . Abbiamo anche appena pubblicato una sezione che tenevamo nel cassetto da qualche tempo, dedicata alla strumentazione usata da Angus Young, descritta finalmente in ogni minimo dettaglio dal nostro utente nonchè amico Filippo “SoloDallas”. Tra un po’ sarà quindi il turno del fratello Malcolm. In programma c’è anche una ristrutturazione completa del forum, anche se non nell’immediato, per via di alcuni aspetti “tecnici” che dobbiamo ancora analizzare con calma.
Ritornando invece alla band, vorrei chiederti quali sono in assoluto i tuoi album preferiti e qual è la tua line up preferita.
A questa domanda rispondo sempre allo stesso modo: non c’è un album in particolare che mi piaccia più di altri. Ci sono album obiettivamente più o meno riusciti, ma per il sottoscritto la preferenza assoluta varia a seconda dei momenti. Tralasciando per lo stesso motivo il consueto paragone Bon Scott-Brian Johnson, oserei però dire che un ruolo determinante nella performance e nel groove generale della band è quello del batterista Phil Rudd. Insieme alle chitarre dei fratelli Young e al pulsare del basso di Cliff Williams, il suo “tocco” è infatti un ingrediente importante, se non fondamentale, per dare il giusto “carattere” alla band. Come loro stessi hanno dichiarato in svariate interviste, lui è il vero “motore” insostituibile, l’unico batterista che si amalgama alla perfezione con gli altri componenti del gruppo. Nulla da togliere alle capacità tecniche degli altri ex-musicisti, ma anche un semplice 4/4 di Phil Rudd è davvero inconfondibile alle orecchie di tutti i fans. Pertanto, ecco la risposta alla seconda parte della tua domanda!
Ho letto la tua appassionata recensione di “Black Ice”. Indubbiamente per un portale dedicato esclusivamente ad una band l’uscita del nuovo disco, specie dopo così tanti anni, ha un fascino particolare. Come hai vissuto questa attesa e, alla luce della tua recensione ( qui la recensione) cosa puoi dire? E’ come te lo aspettavi?
Penso che il vero e proprio “colpo” sia stato dato con l’annuncio dell’inizio delle registrazioni, i primi di marzo. Dopo tanti anni di voci smentite, come ho riportato nella recensione, la cosa stava diventando abbastanza frustrante anche se, personalmente, non ho mai perso la speranza per un nuovo album. Guardando indietro di qualche mese, è stata comunque una bella esperienza seguire giorno per giorno tutti gli aggiornamenti (o le indiscrezioni) su “Black Ice”. Il 28 agosto 2008 è anch’essa una data da ricordare: il primo singolo “Rock’n’Roll Train”; è stato davvero emozionante sentire del nuovo materiale. Ho messo in loop la canzone per almeno un paio d’ore e sono sicuro che parecchi fan abbiano fatto la stessa cosa! In sintesi mi aspettavo un album come “Stiff Upper Lip”, i soliti inossidabili AC/DC di sempre insomma, con le classiche tracce più o meno riuscite; ma con “Black Ice” direi che i Nostri hanno strabiliato ancora, dimostrando che hanno ancora qualcosa da dire, perchè ognuno dei quindici brani ha qualcosa di davvero speciale.
L’altra notizia bomba, assieme all’uscita del disco, è stata quella della data italiana a marzo, con i biglietti polverizzati in cinquanta minuti e l’annuncio della seconda data esaurita anch’essa in pochissimo tempo. Tu sei tra i fortunati possessori del biglietto? E cosa ti aspetti da queste due date live?
Te lo dico sinceramente, ho dovuto faticare per trovarli. Siamo tutti rimasti spiazzati. Le code (inutili) ai centri TicketOne le ho vissute in prima persona, stessa cosa per gli acquisti online sul sito. Non è così scontato dire (come ci ha scritto qualcuno) che per chi si occupa di un portale ufficiale sia tutto così “facile”. E’ ovvio che per AC/DC Italia negli anni si sono creati dei canali per cosi dire “preferenziali” legati all’ambito promozionale, ma ti assicuro che trovare qualche biglietto per le date italiane è stata comunque una bella impresa. Attraverso l’iscrizione (a pagamento) al fan club del sito ufficiale acdc.com, che permette l’accesso a una parte riservata di biglietti, siamo riusciti a recuperare i tickets anche per Zurigo e Dublino, anch’essi esauriti in pochi minuti sia online che nei centri autorizzati. Ad ogni modo, vedendo lo stage e la performance della band nelle prime date, le premesse per un grande show ci sono tutte. Chissà che per le date europee il gruppo non riservi anche qualche sopresa nella set list…
Gli Ac/Dc hanno in Italia un nutrito numero di cover bands, tra cui alcune davvero rappresentative: mi vengono in mente i Dirty Balls di Trevor dei Sadist e di Roberto Tiranti dei Labyrinth. Tu ne conoscerai sicuramente un sacco: ce n’è qualcuna che apprezzi particolarmente e che ti ha colpito?
Si, nel corso degli anni ho avuto il piacere di conoscere e di fare qualche jam (come chitarrista) con alcune band tributo. Tra l’altro una di queste è proprio quella dei Dirtyballs. I tributi sono cresciuti come i funghi in questi ultimi tempi, ma ci sono alcune bands, come i milanesi Riff Raff o i varesini On-off, i primi che mi vengono in mente, che sono “nel giro” da una decina d’anni. E se sono richiesti nei locali ancora dopo cosi tanto tempo, probabilmente è perchè hanno uno show all’altezza da proporre. Non mi sbilancerei nel dare giudizi, ci mancherebbe, ma, se posso permettermi di dare un’opinione personale, un tributo non implica necessariamente l’uso di vestiti, scenografia, o per esempio l’identica esecuzione degli assoli. La vera capacità sta invece nel far capire al pubblico, attraverso il modo di suonare dell’intera band, che i componenti sono in grado di riproporre il groove e il tiro generale che li caratterizza, o almeno li accomuna con i veri australiani, pur avendo uno stile proprio. Le copie fini a sè stesse e per così dire “forzate” risultano a mio parere un po’ fredde e forse anche leggermente patetiche. Il volere essere più uguali possibile agli AC/DC non sempre vuol dire trasmettere le medesime sensazioni. A volte sfugge che certe cose, intese come movenze, espressioni, comportamenti e stili di suonare, riescono “bene” proprio perchè appartegono solo agli originali. Coloro che si ostinano a volerle riproporre per distogliere l’attenzione da quello che è in sostanza il vero tiro generale della propria band, buono o carente che sia, a mio parere non hanno ben inteso cosa vuol dire la parola “tributo”. E’ questa la vera e propria difficoltà nel suonare la musica degli AC/DC. Li devi avere nel sangue da molto tempo. La tecnica, con loro, conta ben poco. Devi essere in grado di percepire ogni vibrazione che riescono a trasmettere, anche dai brani meno conosciuti. A quel punto puoi davvero permetterti di formare una band in loro onore…
Parliamo ora della community e del forum di acdc-italia: ho visto che è parecchio frequentato e penso che organizziate anche dei raduni. Cosa puoi dirci a riguardo?
Più di ottocentoquarantamila visite e una media di milleduecento accessi unici giornalieri ci sembra un risultato di tutto rispetto dopo quasi sei anni di attività.
Tra l’altro contiamo duemila iscritti alla mailing list ed oltre trecento utenti nel nostro forum. In quest’ultimo, proprio per mantenere un buon equilibrio all’interno della community, adottiamo regole abbastanza severe per i nuovi iscritti. Assolutamente nulla di drastico, ma è per evitare il continuo spam e le discussioni inutili, che rendono davvero fastidiosa la lettura delle pagine. Per svariati motivi, inclusi quelli personali, non abbiamo però mai organizzato da zero dei raduni attraverso il sito. Ci siamo solamente mossi ultimamente, in occasione della pubblicazione di “Black Ice”. Abbiamo appena fatto una “prova” con una serata speciale all’Alcatraz di Milano lo scorso 1° Novembre, con l’aiuto del tributo Riff Raff. E’ nostra intenzione, visto il successo inaspettato dell’evento, riproporre una serata simile nei primi mesi del nuovo anno, probabilmente nel nord Italia. Speriamo di poter organizzare, anche perchè la cosa non dipende direttamente da noi, qualcosa di speciale ed esclusivo, in occasione delle due date italiane.
L’intervista è finita, Gabriele. Io ti ringrazio a nome di EntrateParallele, perchè sei stato davvero disponibile. Questa intervista verrà messa online in contemporanea con la nostra recensione di “Black Ice” per dare il nostro omaggio ad uno dei gruppi hard rock più importanti di sempre. A te le considerazioni finali ed i saluti!
Grazie a te per l’opportunità Alessio, mi ha fatto molto piacere rispondere alle tue domande. Vi invito quindi a rimanere sintonizzati sulle pagine di AC/DC Italia. Ce la metteremo tutta, per offrire un servizio ai massimi livelli e tenervi aggiornati il piu possibile sulla band che tanto amiamo. Ringrazio pubblicamente tutti coloro che ci seguono quotidiamente e scrivono alle nostre caselle email. Come sempre, i vostri messaggi sono per noi una grande soddisfazione e un valido motivo per fare sempre meglio. Alla prossima!
Sito Ac/Dc Italia: www.acdc-italia.com
Recensione di “Black Ice” su EntrateParallele qui