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Dani Filth: personaggio spesso controverso, a proprio agio sul palco con i demoniaci Cradle Of Filth, frontman di una band che ama esplorare e approfondire il lato oscuro dell’essere umano, ma allo stesso tempo estremamente disponibile e spesso sorridente con noi di EntrateParallele. Forse il Diavolo non è poi così cattivo, o magari ci siamo fidati un po’ troppo e potremmo essere noi le prossime, incaute vittime del Male…
L’intervista è avvenuta il 7 dicembre 2008, in occasione della data di Bologna dei Cradle Of Filth con Moonspell, Gorgoroth, Septic Flesh e Asrai.
Cominciamo con il dire che con queste date siamo agli inizi del tour europeo: come sta andando?
Bene, è un viaggio continuo sul bus: sarà di diciassette giorni poi avremo un paio di settimane libere per Natale ed in seguito ci sposteremo per otto settimane in America. Sì, è indubbiamente l’inizio di un LUNGO tour.
Come hai detto avete iniziato il 30 novembre il tour, che durerà circa due settimane. Subito dopo andrete in America. Quali sono le sostanziali differenze che contraddistinguono i due continenti? Intendo parlando dell’organizzazione, dell’accoglienza e dei fans…
Penso che in Europa, a causa del fatto che è composta da tante piccole zone, come ad esempio la Germania, dove vivono molte persone, abbiamo fatto otto show differenti, di modo che la gente non avesse modo di annoiarsi assistendo al solito concerto. In sostanza, credo che i nostri fans siano molto simili in qualsiasi luogo, tuttavia gli americani sono meno inclini a fare critiche, sono più concentrati sulla musica che su di me, in quanto assistono a pochi spettacoli. Sai, è difficile girare tutti quei luoghi in un solo tour.
Parliamo adesso del vostro ultimo, attesissimo lavoro: “Godspeed On The Devil’s Thunder”. La vita estrema che ha avuto Gilles De Rais si fonde perfettamente con la vostra musica altrettanto estrema, ora più che mai. Scegliere un personaggio come Gilles per raccontare la sua vita, degna di una delle più belle favole dark, e trasformarla in musica, proprio a dieci anni di distanza dal concept album “Cruelty And The Beast”, è stata una scelta prestabilita oppure è accaduto tutto per caso?
Un po’ tutte e due le cose. Il motivo per cui sono passati dieci anni da quando abbiamo iniziato a scrivere quest’album forse è stato che non avevamo ancora una line-up fresca come quella del nostro miglior album di quel periodo. Comunque il demo che abbiamo fatto è denso di atmosfere e note cupe che rimandano un po’ a “Cruelty And The Beast”.
Scrivere di Gilles de Rais, infatti, è scrivere di uno dei più proliferi serial killer del medioevo, è la versione maschile di Erzsèbet Báthory, così come anche l’album si può considerare la versione maschile di “Cruelty And The Beast”. Sì, il fatto che sia intercorso un decennio preciso è stata una buona idea per produrre un nuovo concept.
“Honey And Sulphur”, primo singolo estratto da “Godspeed On The Devil’s Thunder”, ha aperto le porte al vostro nuovo album. Il video, oscuro ed intricato, riassume perfettamente lo spirito del concept. Qual è la ragione per cui avete scelto questa canzone come primo singolo? Avete curato personalmente il soggetto del video e cosa ha influenzato la scelta del tipo di ripresa?
Prima di tutto abbiamo messo in circolo su internet un paio di canzoni tratte dall’album: per prima “Tragic Kingdom”, poi “Midnight Shadows Crawl To Darken Counsel Of Life”, per far conoscere l’album.
Abbiamo poi visto che “Honey And Sulphur” era quella ideale, quella che meglio riassumeva il resto dell’album, gli rendeva giustizia, inoltre era della lunghezza giusta. A quel punto abbiamo estratto la canzone dal contesto ed è stato facile reinterpretarla come una storia nel video. Poi sono stati davvero formidabili quei giorni di riprese per il video. Le scene sono state girate in un sistema di caverne di venticinque miglia, nere come la pece, con poche flebili luci poste dove filmavamo. Era davvero molto facile rischiare di perdersi là dentro.
Gilles De Rais, negli ultimi capitoli della sua vita, viene condannato all’impiccagione e al rogo, dopo aver ucciso tra le ottanta e duecento persone e aver ricevuto l’assoluzione dei peccati, ottenuta riuscendo a commuovere la curia con il suo pentimento. Cosa ne pensi di come ha agito la Chiesa in questo caso e della religione più in generale?
Questa è una domanda interessante. Io credo che Gilles sia stato un uomo sereno per la maggior parte della sua vita e sono convinto che non si sia trattato di un pentimento spontaneo, ma di un obbligo imposto da una Chiesa vile. Inoltre molte persone credono che sia un personaggio simile ad Erzsèbet Báthory, ma tralasciando ciò io credo che in questo caso l’omicidio di tutti quei bambini abbia reso la Chiesa molto più agguerrita ed offensiva verso di lui. Molto di ciò che probabilmente successe non è sicuramente stato scritto. Questo aspetto è uno degli elementi presenti nell’edizione speciale del nostro album, intendo ciò che riguarda il “pentimento” di Gilles che gli ha fatto guadagnare almeno l’impiccagione, ahah!
Rilascerai nuovi dvd con concerti live?
No non certamente in questo tour. Non sono poi così interessato a tutto ciò che riguarda gli aspetti visivi della mia musica. Preferisco live album registrati con metodi tradizionali.
I Cradle Of Filth sono adesso un’istituzione del metal in tutto il mondo. Siete nella top 50 negli Usa e siete considerati una delle più originali ed influenti band di questi anni. Cosa ne pensi? Siete orgogliosi del vostro duro lavoro fatto dagli inizi fino ad oggi?
Sì, sicuramente. Non credo che debba aggiungere molto altro a questa domanda perché è già bella, davvero. Suona bene (sorride). Sono stati diversi i fattori che ci hanno portati fin qua ed il nostro ultimo lavoro ha concorso in parte a questo: infatti era aperto a tutti, poi le tematiche, gli intrighi, le conoscenze maturate con il tempo e il duro lavoro che sta dietro ad ogni show, insomma tutto ha fatto sì che fosse possibile.
“The Gospel Of Filth” è un po’ il prodotto di quello che siamo oggi: è pronto, completo e tra poco verrà rilasciato. La versione speciale verrà pubblicata a febbraio in un centinaio di copie, mentre quella con la copertina viola in aprile.
Insieme ci saranno anche un cd o dei contenuti speciali?
No, non è previsto: sarà un libro abbastanza grande che parlerà non solo di noi ma anche del “lato oscuro” e di molti film horror. Ci saranno ottimi contenuti artistici, grafici, fotografie e contributi di Marilyn Manson, Tim Burton, Dario Argento e molti altri… Insomma, sarà davvero bello!
Per concludere facciamo un salto nel passato, più precisamente nel 2006, parlando del brano “The Byronic Man”, frutto della collaborazione con il frontman della band finlandese H.I.M., Ville Valo. Come ti sei trovato a lavorare con lui? Com’è nato il progetto?
E’ stato davvero bello. Ci siamo incontrati parecchie volte durante le varie promozioni degli album…(si distrae facendo battutine sui suoi capelli corti, che dice di preferire coperti da un passamontagna). Lui era in studio di registrazione con gli H.I.M. quando gli dissi che volevo mettere su qualcosa di bello, particolare e gli chiesi se lui fosse interessato.
Ville disse che sarebbe stato fantastico. Infatti molti sanno che gli H.I.M. sono fan dei Cradle of Filth e noi siamo loro fan. Un po’ come succede con le persone che ascoltano questa musica del resto.
In seguito passò del tempo e ci rincontrammo ad Helsinki, dove Ville mi dette la prima demo del primo album e in seguito tutte le altre: li ho qui con me, ahah! Sono un vero fan, vedi! Di lì a poco iniziammo a lavorare al progetto che ebbe un ottimo risultato.
E’ stato davvero bello lavorare con Ville perché, oltretutto, cercavamo qualcuno che cantasse la parte più alta e Ville era sicuramente il cantante che meglio si avvicinava nonostante sia uno dei migliori rappresentanti di basso profondo a mio avviso. Sì, è stata un’ottima collaborazione, senza dubbio.
Con i saluti di rito l’intervista si conclude. Si ringraziano la Roadrunner Records per l’opportunità, il portale www.cradleoffilth.it per il supporto, Alice e Max per la preziosa collaborazione.