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28/05/2015 : Voivod (Legend Club, Milano)
VOIVOD: band tra le più sottovalutate del mondo metal.
Amati dalla critica, snobbati dal grande pubblico, attivi dal lontano 1981 e autori di album incredibili, dal seminale “Killing Technology”, al superlativo “Dimension Hatröss”, passando per l’eccellenza di “Nothingface” sino al poco compreso “The Outer Limits” (per chi scrive uno dei loro capolavori assoluti!).
Nessun comportamento da star (ricordo ancora, quasi vent’anni orsono, un ramingo Away chiedere hashish ai partecipanti di un loro concerto a Bologna e un ciarliero Piggy rimanere interminabili minuti a perdersi in chiacchiere con i fan) e grande professionalità sia in studio che dal vivo.
E poi il microcosmo Voivod, quello delle creature aliene che popolano testi e artwork del piccolo grande gruppo canadese, scaturito dalla mente contorta del batterista Away, al secolo Michel Langevin.
Questa sera la band presenterà dal vivo un nuovo brano, contenuto in uno split con gli At The Gates e un nuovo bassista, ma procediamo con ordine.
Il previsto gruppo spalla, gli Enabler, saltano, per cui i nostri danno inizio alle danze alle 22,30 con “Kluskap O’Kom”, non tra le cose più riuscite dell’ultimo (e ottimo) album, ma song ideale per aprire uno show, ma il pezzo da novanta la band lo piazza subito dopo, ovvero “Tribal Convictions”, dal capolavoro assoluto “Dimension Hatröss”, un brano perfetto, dissonante e nel contempo melodico, con una coda da pogo selvaggio.
Il pubblico ora è caldissimo, dispensando cori e ovazioni per l’arrembante quartetto, che anche sul palco dà il massimo, tramite uno Snake dal passo dinoccolato e dal volto segnato da buffe smorfie, Chewy e Rocky che non stanno fermi un secondo e un sempre sorridente Away sullo sfondo.
Tra il tripudio dei presenti, scorrono i brani tratti dal meglio (o quasi) del repertorio voivodiano, dalle più melodiche “The Unknow Knows” e “The Prow”, alle splendide “Chaosmöngers” e “Forgotten In Space”, passando per il caos incontrollato di “Ripping Headaches” e “Overreaction”.
Ottima la prova al basso del nuovo entrato (salutato dal pubblico con un coro dal quale prendono forme le note della colonna sonora di “Rocky”!), ma un discorso a parte lo merita Chewy: tecnica chirurgica, simpatia e capacità innata di calcare le assi del palco, questi i punti di forza del chitarrista, già dispensatore di riff e assoli per Martyr, Gorguts e Cryptopsy, mica l’ultimo arrivato!
“We Are Connected”, unico inedito serbato dai nostri in questa infuocata serata, è un’ottima song con un superbo intermezzo psichedelico che fa ancora ben sperare per il futuro.
La band si congeda per qualche minuto, ma il rientro è trionfale e al grido di “Voivoooooooooooood!!!!!!!” parte la track omonima con tutto il suo carico di rabbia primigenia, seguita dalla sempre fantastica e commovente cover della pinkfloydiana “Astronomy Domine”, dedicata al compianto Piggy.
Non un concerto, ma un’esperienza di vita.
Voivod: unici.
Setlist:
1. Kluskap O’ Kom
2. Tribal Convictions
3. Ripping Headaches
4. The Unknow Knows
5. Chaosmöngers
6. The Prow
7. Order Of The Blackguards
8. Mechanical Mind
9. Psychic Vacuum
10. Forgotten In Space
11. Inner Combustion
12. Overreaction
13. We Are Connected
14. Voivod
15. Astronomy Domine
Live report di Luca Driol, foto di Massimo Guidotti. Di seguito altre foto della serata:
Qui le foto dei nostri redattori (Luca Driol, Massimo Guidotti, Paolo Porro) con la band: