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Nell’approcciarsi all’undicesimo album in studio dei Cradle Of Filth, la domanda che probabilmente tutti si faranno (e che infatti anche io mi sono posta) è: “Hanno ancora qualcosa da dire?”
La risposta, prevedibilmente, è “sì e no”.
No perché, mettiamolo subito in chiaro per non creare false aspettative, novità non ne troverete. Infatti, benché sia cambiata ancora una volta la line-up di musicisti “al servizio” di Dani Filth e benché a tutti loro sia accreditata la composizione delle canzoni, ho l’impressione che in realtà sia soprattutto il cantante a decidere l’impronta da dare ai brani, che proseguono il percorso cominciato con album come “Nymphetamine” e “Thornography”: ritmiche serrate abbinate ad atmosfere maestose, chitarre in primo piano, tappeti di tastiere e qualche incursione di violino, senza dimenticare ovviamente lo scream di Dani che, pur non essendo certo il migliore dal punto di vista tecnico, è senz’altro uno dei più caratteristici sulla scena.
Anche l’immaginario proposto nei testi, da sempre appannaggio del vocalist, riflette ancora una volta il suo interesse per streghe, vampiri, magia nera e compagnia bella.
L’unica variazione sul tema che si concedono i Cradle Of Filth è una drastica riduzione delle parti vocali femminili, che se in alcuni dischi avevano un ruolo molto importante, qui vengono relegate praticamente ad un paio di brani, cioè la titletrack “Hammer Of The Witches” e “Right Wing Of The Garden Triptych”.
Passiamo ora ai lati “sì”, ovvero quelli che mi fanno pensare che, tutto sommato, qualcosa da dire la band inglese ce l’ha ancora. Innanzitutto questo album contiene dei pezzi veramente belli, tra i quali il mio preferito è “Blackest Magick In Practice” che alterna momenti carichi ad altri più lenti e poetici, ma potrei citare anche “Yours Immortally” o la conclusiva “Blooding The Hounds Of Hell” nella rosa dei brani migliori.
Inoltre, i 56 minuti di durata del cd scorrono bene e si arriva alla fine senza quasi accorgersene, da tanto che le canzoni sono godibili all’ascolto.
Infine, caratteristica che a mio parere influisce molto sul risultato di un lavoro, la band continua ad avere l’aria di divertirsi molto e di essere ancora parecchio convinta di ciò che fa, il che conferisce ai brani quel lato emozionale che, a parità di tecnica, fa preferire un gruppo a un altro.
Per concludere, “Hammer Of The Witches” è un disco che sarà sicuramente apprezzato dai fan, a patto che non ci si aspetti nulla di innovativo ma si voglia riascoltare la “formula Cradle Of Filth” riproposta in undici nuovi brani. Chi invece non ha mai amato la band, di sicuro non cambierà idea questa volta.
Tracklist:
1.Walpurgis Eve
2. Yours Immortally
3. Enshrined In Crematoria
4. Deflowering The Maidenhead, Displeasuring The Goddess
5. Blackest Magick In Practice
6. The Monstrous Sabbat (Summoning The Coven)
7. Hamme Of The Witches
8. Right Wing Of The Garden Triptych
9. The Vampyre At My Side
10. Onward Christian Soldiers
11. Blooding The Hounds Of Hell
Line-up:
Dani Filth – voce
Richard Shaw – chitarre
Daniel Firth – basso
Lindsay Schoolcraft – tastiere
Martin Skaroupa – batteria
Sito ufficiale: www.cradleoffilth.com
Facebook: https://www.facebook.com/cradleoffilth
Etichetta Nuclear Blast: www.nuclearblast.de