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23/06/2015 : Judas Priest + Five Finger Death Punch – Assago Summer Arena (MI)
Nuova calata italica per gli Dei del metal, accompagnati, in quest’unica data nel nostro paese, dai più che discutibili Five Finger Death Punch.
La band statunitense che apre le danze, una mediocre versione tamarra dei Pantera, dimostra di possedere uno zoccolo duro di fan anche in Italia, infatti un buon numero di persone sembra quasi qui per loro e per il loro new-metal ultra pompato.
Tra aste microfoniche a forma di teschio, chitarre dotate di led multicolori (uno dei due chitarristi ha cambiato lo strumento dopo ogni brano!) e il look del vocalist modello “schiaffo in faccia con mano inzuppata nella conserva”, la band propone ben nove brani tratti dai cinque album sinora pubblicati: se musicalmente siamo a un livello estetico lontano dalla sufficienza, perlomeno, in quanto a intrattenimento, la band sa il fatto suo, coinvolgendo massivamente il pubblico presente.
Il brano più interessante proposto è stata probabilmente la cover di “Bad Company” della band omonima, ovviamente suonata senza la classe di Rodgers & (Bad) Company!
Resta da chiedersi perché, con tutte le band di metal classico presenti sul globo terracqueo, siano stati scelti proprio i 5FDP come apripista per Halford e soci…
Scaletta Five Finger Death Punch:
1. Under And Over It
2. Hard To See
3. Lift Me Up
4. Bad Company
5. Burn MF
6. Coming Down
7. Never Enough
8. Here To Die
9. The Bleeding
L’attesa si fa spasmodica, non appena partono le note di “War Pigs” dei Sabbath, il (non) numerosissimo pubblico è in delirio e quando cala il telo che celava il palco un boato accoglie i nostri, che attaccano con “Dragonaut”, brano tratto dall’ultimo album, sul quale Halford, che si presenta on stage con tanto di scettro e abbigliamento rigorosamente denim & leather, dimostra ancora di reggere piuttosto bene a livello vocale.
Dopo l’opener la band, per il tripudio dei presenti, snocciola classici come “Metal Gods”, “Devil’s Child” e “Love Bites”, ma la palma del brano migliore della serata, che ha causato brividi e pelle d’oca a più di uno spettatore, spetta sicuramente a “Victim Of Changes”, non a caso, la song più datata proposta stasera (correva l’anno 1976), con una prestazione da urlo (in tutti i sensi!) di Rob.
Ottime anche l’oscura “Beyond The Realms Of Death” e “Jawbreaker”, mentre, tra i brani più recenti, ha fatto la sua bella figura l’epica “Redeemer Of Souls”, brano che non sfigura se paragonato a quelli storici. Buona, anzi, ottima la prova di Richie Faulkner, degno sostituto di KK Downing e dotato di un’ottima presenza sul palco, così come quella dello storico Glenn Tipton, che a quasi 68 primavere mantiene ancora un discreto tocco sulla chitarra.
Soprassediamo sulla presenza in scaletta di almeno due brani mediocri come “Turbo Lover” e “March Of The Damned”, dato che, poco dopo, la band si riscatta pienamente con l’inno “Breaking The Law”, seguito da “Hell Bent For Leather”, con tanto di entrata sul palco di Halford a bordo dell’Harley, song che congedano per qualche minuto la band dal pubblico milanese.
Al rientro dei cinque, il riff di “The Hellion” irrompe nell’arena e un nuovo boato accoglie “Electric Eye” che esplode sui presenti con tutta la sua carica adrenalinica, seguita a ruota da “You’ve Got Another Thing Comin’ ” e dall’isterica “Painkiller”, introdotta da Scott Travis, sia verbalmente che musicalmente, con un’intro di batteria che ha fatto storia; a mandare a nanna grandi e piccini ci pensa la ruffiana “Living After Midnight”, dopo la quale la band ringrazia il proprio pubblico con lancio di plettri e bacchette, concludendo un rito metallico che, speriamo, si possa ripetere ancora per molti anni.
Scaletta Judas Priest:
1. Dragonaut
2. Metal Gods
3. Devil’s Child
4. Victim Of Changes
5. Halls Of Valhalla
6. Love Bites
7. March Of The Damned
8. Turbo Lover
9. Redeemer Of Souls
10. Beyond The Realms Of Death
11. Jawbreaker
12. Breaking The Law
13. Hell Bent For Leather
14. The Hellion / Electric Eye
15. You’ve Got Another Thing Comin’
16. Painkiller
17. Living After Midnight
Di seguito altre foto della serata, tutte realizzate dal nostro Massimo “Max Moon” Guidotti.
Five Finger Death Punch:
Judas Priest: