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Accomodatevi ed entrate nel ristrutturato club dei piemontesi Hell In The Club, che grazie alla nuova e importante etichetta discografica Frontiers Records riaprono i battenti del loro “circolo ricreativo” facendo un gradito ritorno con questo nuovo lavoro intitolato ’’See You On The Dark Side’’, che è addirittura il quarto disco in sei anni! Gli italiani, già con il primo biglietto da visita, intitolato ‘’We Are On Fire’’, ci portano sui carboni ardenti del loro focoso sound melodico introducendoci nel mondo oscuro. Se non li conoscete, allora questo è il momento per farlo perché gli artisti in questione sono una band di glam metal con influenze heavy che infiamma con il proprio stile i cuori dei nostalgici degli eighties, ma non solo, perché chi vuole sperimentare qualcosa di diverso con un po’ di adrenalina, condita con del sano pazzo divertimento, trova pane per i suoi denti o musica per le proprie orecchie entrando nella loro associazione privata, precipitando così in un girone infernale di perdizione senza via di speranza.
Pensate ad una playlist formata dalle nostre band preferite degli anni ’80 come i Motley Crue, i Def Leppard o i Warrant per citarne solo alcune e mescolate il tutto con lo stile di gruppi di metal pesante come: Dio, Accept, Helloween e vi accorgerete che il suono dei quattro diavoli è veramente qualcosa di potente, infernale e azzarderei unico.
Gli Hell In The Club, che ricordano anche i giovani svedesi Crazy Lixx compagni anch’essi di scuderia alla Frontiers, ci presentano un hair metal con grandi riff, cori coraggiosi e brani allo stesso tempo moderni nonostante l’influenza del rock and roll degli anni ‘80, ma con un pizzico di singolarità che li rende originali e maturi come nel divertente brano ‘‘I Wanna Swing Like Peter Parker’’ dove nel bel mezzo della canzone ci offrono uno swing azzeccato, che s’integra perfettamente con il sound melodico e hard rock del pezzo.
Nel Club privé del gruppo ballerete, canterete e solleverete i pugni in aria dalla gioia sbattendo la testa con le loro canzoni, come nella bollente seconda traccia ‘’The Phantom Punch’’, glorificando il metallo pesante presentato dai cinque ragazzi, che hanno in Andy Buratto (Secret Sphere) al basso e in Davide “Damna” Moras, (cantante della folk power band Elvenking) i due leader o i due proprietari del locale se vogliamo essere precisi. Il buttafuori Picco con la sua chitarra non scherza mettendo benzina sul fuoco come nella simpatica, corale e aerosmittiana ‘’Houston We’Ve No Money’’ ben interpretata dalla calda e sicura voce di Dave.
Il lato oscuro del gruppo si alterna nella parte centrale del platter, dove colpisce dapprima la trascinante e matura ‘’Showtime’’, che ricorda i vecchi Def Leppard, con assoli di chitarra del guitar hero Picco, completati anche dalla mirabile produzione di Simone Mularoni (DGM) e poi dopo con la fresca ‘’The Misfits’’, che piace al primo ascolto per la musicalità, per i cori e per il suo sound californiano ma poi l’allegria termina con la struggente semi ballata ‘’Withered In Venice’’, dove possiamo ascoltare il lato malinconico e più cupo dei ragazzi.
Tutto è curato nei minimi particolari, dalla produzione, ai testi, alle melodie dei brani e all’accoglienza del pubblico perché, nonostante la sala dei quattro rockers sia affollata dai vecchi e dai nuovi soci, esistono ancora lo spazio e il tempo per rilassarsi ed evadere dai pensieri e dalle preoccupazioni. La finale, drammatica e teatrale ‘’A Crowded Room’’, con i suoi cambiamenti di tempo e con la sua personalità multipla da serial killer, chiude una serata memorabile fatta di svago e puro piacere facendoci però riflettere sulle nostre doppie personalità o sui nostri lati bui dell’anima, che ci accompagnano quotidianamente e di cui a volte non ci rendiamo conto.
Vi confesso che oggi, nonostante conoscessi il locale solo di nome e passando davanti all’insegna illuminata, sono stato accolto all’ingresso da una ballerina di lap dance che, con in sottofondo musicale il tormentone glam metal ‘’Bite Of The Tongue’’, mi ha ‘’costretto con la forza’’ a seguirla all’interno del privé.
Così – a malincuore – mi sono tesserato ricordandomi i vecchi tempi, quando da giovane, senza pensieri e preoccupazioni giravo i luoghi di ritrovo della mia città in buona compagnia, divertendomi e apprezzando del buon e genuino metal. Con gli Hell In The Club questo è ancora possibile e allora si ricomincia con un nuovo cammino di puro svago, di creatività e maturità artistica, cose difficili da trovare in giro per il mondo in altri circoli.
Vi aspetto perché le iscrizioni sono ancora aperte e giuro che non ve ne pentirete per il resto della vita.
Tracklist:
1 – We Are On Fire
2 – The Phantom Punch
3 – Little Toy Soldier
4 – I Wanna Swing Like Peter Parker
5 – Houston We’ve Got No Money
6 – A Melody, A Memory
7 – Showtime
8 – The Misfit
9 – Withered In Venice
10 – Bite Of The Tongue
11 – A Crowded Room
Line-up:
Dave – voce
Andy – basso
Picco – chitarra
Lancs – batteria
Sito ufficiale: http://www.hellintheclub.com
Facebook: https://www.facebook.com/hellintheclub
Etichetta Frontiers Records – http://www.frontiers.it
Hai detto bene, un calderone di band glam/gard/heavy, forse il meglio di ciò che quegli anni potevano offrire. La sua voce mi ricorda a tratti quella di Vince Neil dei Motley, gruppo che adoro da sempre, in versione più fanciullesca, del chitarrista inutile dire come slash sia stata l’influenza più grande.
Preferisco in assoluto il primo album “let the game begin” secondo me il più potente fra i 4 ma è sempre piacevole riascoltarli.
Ottima recensione.
Grazie Michele. Spero che gli Hell In The Club abbiano più successo rispetto ai dischi precedenti.
A presto!