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02/09/2017 : Metallica (Royal Arena, Copenaghen DAN)
Sono passati parecchi giorni e mi sento ancora gasato. Non è la prima volta che i quattro cavalieri mi sorprendono, dovrei esserci abituato, li ho già visti tante volte. Ma ogni volta riescono a migliorare se stessi e colpire al cuore. I Metallica nella loro carriera possono vantarsi di essere passati da miglior gruppo thrash metal a miglior gruppo metal e oggi, proprio grazie alle loro performance live, possiamo dire che sono semplicemente il più grande gruppo rock in circolazione.
Proprio perché i loro concerti sono una garanzia, questa serata è davvero particolare. Essa rappresenta infatti il debito che i Metallica hanno nei confronti dei fan danesi. A causa dell’influenza che colpì James Hetfield proprio al concerto di inaugurazione della Royal Arena dovettero cancellare una delle quattro date previste (vedi https://www.heavymetalwebzine.it/2017/02/08/03022017-metallica-copenhagen-dan/ ). Chi era in possesso del biglietto ha aspettato ben sette mesi.
Mai come questa volta ne è valsa la pena di attendere perché i cavalieri di San Francisco sono saliti sul palco con tanta sete di rivincita. Messo a confronto il concerto visto a febbraio era la versione beta, insomma il tour di “Hardwired” è una macchina da spettacolo in costante evoluzione. Quindi dico ai fans italiani chissà cosa altro aggiungeranno tra qui e febbraio 2018, quando il tour infiammerà l’Italia.
Apyxion
Questa giovane band viene dalla piccola cittadina di Ribe, attraverso il sito dei Metallica si sono guadagnati a suon di voti online la possibilità di aprire il concerto e scaldare il palco posizionato proprio al centro della Royal Arena. Non è facile, ci sono davanti 16.000 persone ma questi ragazzi colgono l’opportunità con la giusta attitudine. Senza alcun timore attaccano a suonare menando duro. Il loro death metal melodico travolge il parterre e un po’ meno gli spalti. Dopo i primi quattro pezzi eseguiti con professionismo e convinzione Michael Vahl, il cantante, si lascia trasportare dall’emozione e salutando il pubblico ammette che stanno vivendo un sogno. Anche loro, come tantissime metal band sul pianeta, sono cresciuti strimpellando i pezzi dei Metallica ed essere il loro opener è davvero motivo di orgoglio. Finita la parentesi romantica Michael riattacca col suo growl possente e la band lo segue mettendoci tutta l’energia che hanno in corpo.
Nota: Scopro tra il resto che gli Aphyxion sono stati la band più giovane a suonare a Wacken Open Air. Meritevoli
Setlist
- Dark Stains on Ivory
- Same Kind of Different
- When the Lights Begin to Fade
- As We Blacken the Sky
- Can’t Be Beat
- Destined to Fail
Metallica
Ecco che le note di Ennio Morricone riecheggiano nella sala mentre in sedicimila si canta “Oooo ooo oooooo ooo o”. James, Kirk, Lars e Robert sono tornati carichi di revanchismo. Si parte con “Hardwire” e “Atlas, Rise”, oramai due nuovi classici hanno arricchito il loro repertorio. Al terzo pezzo veniamo assaliti da “Seek And Destroy” e si gode, tanto. La prima sorpresa durante “The Day That Never Comes” quattro cubi metallici di circa un metro e mezzo per ogni lato salgono dal pavimento del palco. Si rivelano dei grandi tamburi e, diretti sotto la guida esperta di Lars, tutti gli elementi della band armati di bacchette ci regalano un inaspettato intermezzo tribale.
Le soprese non finiscono qui, appesi sopra il palco ci sono dei cubi metallici, sono sei per ogni lato, dotati di schermo sulle facce esterne. Tramite un gioco di cavi ogni cubo riesce scende fino al palco. Un gioco geometrico in grado di creare diverse installazioni artistiche durante ogni brano. I picchi emozionali si raggiungono quando Trujillo esegue “Anesthesia (pulling theet)” e sugli schermi appare il footage da “Cliff Em All” col volto del mai dimenticato Cliff Burton intento a suonare il suo mitico “bass solo take one”. Durante “One” i cubi-schermi mostrano fotografie con volti di soldati da tutto il mondo e tutte le epoche, davanti alle tragedie siamo davvero tutti uguali.
La figate delle figate avviene durante “Moth Into Flame” quando delle piccole luci si alzano in ordine sparso sopra i musicisti allineandosi in un volo concentrico sopra le loro teste. Ci si mette qualche attimo a capire che si tratta di mini droni. Un vero wow effect, i ‘Tallica hanno colpito ancora.
Si chiude la sessione con “Master Of Puppets” e sedicimila air guitar ad accompagnare Kirk e l’assolo più bello di sempre. L’encore apre con una “Fight Fire With Fire” fatta alla velocità del suono. D’alronde ride bene chi ride the lightning. Le immancabili “Nothing Else matters” e “Enter Sandman” segnano la conclusione di questa grande serata. Ancora una volta siamo stati rapiti da Papa Het e i suoi cavalieri del metallo.
Esiste al mondo un nome da band più figo di Metallica?
Setlist:
Hardwired
Atlas, Rise!
Seek & Destroy
Through the Never
The Day That Never Comes
Now That We’re Dead
Dream No More
For Whom the Bell Tolls
Halo on Fire
Breadfan
Fuel
Moth Into Flame
Sad but True
One
Master of Puppets
Fight Fire with Fire
Nothing Else Matters
Enter Sandman