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Il clima alpino della regione più piccola e meno popolata d’Italia ha evidentemente influito in modo decisivo anche sulla scena metal locale: congelati per 26 anni i CrΩhm vengono liberati dal calore, è proprio il caso di dirlo, di vecchi fan ed appassionati nel 2014, in seguito ad una rassegna/evento di carattere nostalgico verso gli indimenticati (ed indimenticabili) anni ’80. Il ritrovato entusiasmo frutta “Legend And Prophecy”, pubblicato nel 2015, disco che raccoglie nove brani “storici” riarrangiati con strumenti atipici in ambito hard’n’heavy (arpa, archi e flauto) suonati da ospiti di spicco del panorama rock e folk italico. Nel 2017 è la volta di “Humanity”, primo vero album di inediti che ribadisce le radici classiche del gruppo (non potrebbe essere altrimenti) intingendole però in un contesto vagamente più moderno ed aggressivo, con sporadiche incursioni in un power–thrash ruvido e compatto.
Il metal ottantiano, roccioso e privo di fronzoli, torna protagonista in questo nuovo “Failure In The System”, registrato “alla vecchia” presso l’Auditorium di Morgex (Aosta), un ibrido di hard metallizzato ed heavy metal carico di groove ben impastato con la voce stentorea (fin troppo, a volte…) di Sergio Fiorani. Nulla di sconvolgente, ma il mestiere e gli attributi si sentono ed esaltano a sufficienza anche i brani meno d’impatto nei quali è l’atmosfera a prevalere sull’efferatezza (“Castle Of Sand”, “Deep Blue”, “The Man Without Voice”). Dopo Sacred Rite, Realm, Enola Gay, Godhead e Pain anche i CrΩhm entrano a far parte della folta schiera di adoratori della melodia beatlesiana, proponendoci la loro versione ipervitaminizzata di “Eleanor Rigby” piazzata, intelligentemente, a metà scaletta… nonostante qualche ingenuità tecnica, infatti, il disco è piuttosto piacevole ma è penalizzato da una lunghezza eccessiva: le riproposizioni di “Legend And Prophecy (2019)” e di “Mountains” in veste heavy folk avrebbero potuto rimpiazzare un paio di riempitivi (la terremotante ma prolissa “What Is Behind” e la diretta “Wash-Sin Machine” per esempio), rendendo l’ascolto dell’intero album meno stancante. Al di là della proposta artistica, sincera e viscerale (ascoltatevi “My Brother” o “Fire And Ice”), ciò che va senza indugi elogiato qui è la volontà da parte di questi signori grigio-criniti di mantenere vivo il drago del metal, incarnando alla perfezione quello che sin dagli inizi è il loro grido dell’arme: KYDAH! (Keep Your Dragon Alive!). Del resto, citando il buon Lemmy “If you think you are too old to rock’n’roll, then you are”.
Tracce:
1. Failure In The System
2. Restart
3. Castles Of Sand
4. What Is Behind
5. My Brother
6. Deep Blue
7. Eleanor Rigby (Metal cover)
8. Until You Disappear
9. The Man Without Voice
10. Ride The Storm (I am Crohm)
11. Fire And Ice
12. The Wash-Sin Machine
13. Legend And Prophecy (2019)
14. Mountains – Heavy Folk Version (2019)
Formazione:
Claudio Zanchetta ‘Zac’ – Chitarra, Voce
Fabio Cannatà – Batteria
Sergio Fiorani – Voce
Riccardo Taraglio ‘Rick’ – Basso
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