My Dying Bride – The Ghost Of Orion (2020)

Titolo: The Ghost Of Orion
Autore: My Dying Bride
Genere: Doom Metal
Anno: 2020
Voto del redattore HMW: 10
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Il prossimo 6 marzo uscirà “The Ghost of Orion” che ho ascoltato in anteprima per voi e che, a mio modesto parere, è l’ALBUM degli album del 2020. Son sicuro che anche voi, dopo l’ascolto, converrete con me che ci troviamo di fronte all’ennesimo capolavoro dei My Dying Bride. Un disco forse meno intricato rispetto ai precedenti, ma pur sempre emozionante, affascinante ed evocativo. I brani scorrono lisci senza mai avere un’incertezza o battuta d’arresto, suonano freschi, immediati e non risentono dei problemi familiari e di formazione avuti negli ultimi anni dai Bride. Con l’arrivo di Jeff Singer alla batteria – col suo stile immediato ed incisivo – e di Neil Blanchett a coadiuvare Andrew Craighan alla sei corde, il gruppo sembra aver trovato l’equilibrio giusto e “The Ghost Of Orion” ne è la prova. “Your Broken Shore” apre le danze: un brano ben ripartito tra le sonorità distorte e quelle più armoniche, dove il violino di MacGowan ed i due stili di cantato fanno da collante. La batteria è dinamica ma leggera, con un rullante diviso tra ghost-note ed accenti. Il finale, affidato al violoncello di Jo Quail, ospite in alcune canzoni, è da brividi. Con “To Outlive The Gods” e “Tired Of Tears” siamo davanti ad una epicità malinconica fatta in musica. Mi vengono in mente alcune opere di Turner, dove maestose rovine e ponti sospesi vengono abbracciati dalla natura vergine. Le linee di basso di Lena Abé e la voce sofferente di Aaron Stainthorpe avvolgono le canzoni e gli innesti perfetti di violino sono pennellate di luce tra la nebbia. Le chitarre dipingono il resto con le loro melodie strazianti sia distorte che pulite. Onestamente al primo ascolto “The Solace” mi è sembrato un brano un poco fuori posto, lontano dallo stile dei My Dying Bride. Poi mi sono ricreduto: eseguito interamente da una chitarra mesta e dilatata, a poco a poco diventa una composizione coinvolgente e di un romanticismo straordinario. Memorabile la prova vocale di Lindy-Fay Hella (Wardruna), che con la sua voce di rara ed eterea bellezza ti inchioda davanti allo stereo in preda a visioni mistiche di quiete. Un violino ed un violoncello ci introducono brevemente “The Long Black Land”, il brano più pesante ed opprimente del disco. Un incedere pachidermico, con gli intrecci tra la voce pulita ed il growl e tra il violino e le chitarre, ci trascina verso un abisso di suoni onirici, dilatati nella parte centrale del brano, per poi catapultarci, nel finale, direttamente tra le spire di riff dilanianti. Immaginate di essere su una sedia a dondolo, di non potervi muovere perché legati con una camicia di forza, davanti ad un manicomio abbandonato ed in rovina. Con “The Ghost Of Orion” questa immagine diverrà realtà. La chitarra di Craighan è ossessiva ed ondulante mentre la voce sussurrata di Stainthorpe canta una nenia spettrale carica di angoscia e solitudine. Due chitarre acustiche si intrecciano come fili d’erba mossi dal vento: “The Old Earth” prende vita. Riff lenti e cadenzati, note lunghe, un basso pieno e corposo danno forma al brano, a mio avviso, più bello dell’album. Singer sa quando deve colpire duro e veloce e quando accentare i momenti più grevi con la sua batteria. La voce, ora profonda e solenne, ora impetuosa con un growl minaccioso, è una litania che fa traspirare una qualsivoglia tristezza e rabbia allo stesso tempo. Dieci minuti in puro stile My Dying Bride. In conclusione dell’album troviamo “Your Woven Shore”, una canzone dall’apparente tristezza e rassegnazione dettate dalle note del violino, ma che in realtà ci dà una speranza, una luce in fondo al tunnel, grazie a voci femminili soavi ed eteree. Ascoltate e riascoltate questo disco fino allo sfinimento. Godete ogni singola nota di “The Ghost Of Orion”. Piangete e gioite, straziatevi l’anima e rinascete da voi stessi con la musica dei My Dying Bride.

Tracce:

1 – Your broken shore
2 – To Outlive the Gods
3 – Tired of Tears
4 – The Solace
5 – The Long Black Land
6 – The Ghost of Orion
7 – The Old Earth
8 – Your Woven Shore

Formazione:

Andrew Craighan   –  Guitars
Aaron Stainthorpe  –  Vocals
Lena Abé   –  Bass
Shaun MacGowan  –  Violin, Keyboards
Jeff Singer  –  Drums
Neil Blanchett  –  Guitars

www.mydyingbride.net
www.facebook.com/MyDyingBrideOfficial
www.instagram.com/mydyingbride_official
www.nuclearblast.de/mydyingbride

1 commento su “My Dying Bride – The Ghost Of Orion (2020)”

  1. Disco incredibile. Già con la prima canzone si intuisce la qualità di questo album. Your broker shore è un brano meraviglioso e disperato, dove la performance di Aaron raggiunge livelli espressivi altissimi. Tired of tears – il brano più incompreso dagli ascoltatori/ commentatori del web – è un vero gioiello: è tormentato, inteso e struggente. E la melodia del violino alla fine del pezzo è commovente.
    Il resto dell’album non è da meno e non mi sembra il caso di dilungarmi nella sua descrizione. Volevo solo elogiare questo capolavoro dei Nostri perché leggendo in giro per il web sembra che in molti ( gli esperti) non abbiano capito questo disco.

    Capolavoro dei MDB.

    E complimenti alla redazione per aver apprezzato e valutato con meritatissimo un 10 un disco meraviglioso.

    Cari saluti

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