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Il Cile non è solo la patria dei Betrayed e dei Cancerbero, ha anche un sottobosco metallico rigoglioso e per tutti i gusti. Soprattutto ha musicisti pieni di passione e convinzione per il metallo pesante. Non fanno eccezione i Dismal, che ci propongono con questo EP d’esordio, edito dalla Australis Records, un Doom/Death sulfureo e catacombale. Le idee musicali e la passione sono preponderanti rispetto alla tecnica e l’esecuzione, pertanto il lavoro risulta acerbo e talvolta poco curato (ricordate “Bestial Devastation” per intenderci?). Personalmente preferisco un disco così genuino e spontaneo piuttosto che un lavoro artefatto e senz’anima, comunque ciò non toglie che un pizzico di attenzione in più in futuro potrebbe giovare ai Dismal. Purtroppo non ho note sulla formazione e sul disco, tranne un paio di foto, di conseguenza non so dirvi se l’EP è stato registrato in uno studio od uno scantinato, se il suono così grezzo è voluto o no, ma di certo il duo cileno ha tradotto in musica quel miasma che fuoriesce da tombe scoperchiate, quell’ oscurità e nichilismo dei pensieri di fronte all’innegabile certezza della vita: ovvero la Morte. Il cantato varia dal growl a voci ruvide e grattate, tipo quelle usate da Mr. Edlund in “The Astral Sleep”, e trasuda brano dopo brano una gravosità d’animo opprimente. Gli strumenti sono scarni, senza fronzoli, e penetrano lentamente le carni. Ci sono due brani in particolare che mi hanno colpito: “Memories” con la sua atmosfera sepolcrale, la sua chitarra fumosa e tagliente, ti porta a vagare in cimiteri abbandonati, dove i propri ricordi diventano nebbia. “Ascension” ricorda nella struttura e nell’uso della voce ruvida ma sofferente, una versione minimale di “We, the Gods” degli Anathema, dove la chitarra suona una triste melodia ed il fardello dell’esistenza è appesantito ad ogni colpo di batteria. Sicuramente non è un disco per tutti, soprattutto per chi cerca produzioni cristalline, rifinite e pompose, ma di certo è un lavoro onesto e suonato con passione. Ha le sue pecche ed ingenuità, ma non per questo lo ritengo scadente o da voto insufficiente. Anzi voglio premiare i Dismal, un po’ perché hanno avuto coraggio, un po’ per esortarli a curare meglio i loro album futuri, senza però svendersi o rinunciare alla loro identità. P.S. Il sesto brano è una poesia recitata della poetessa argentina Alejandra Pizarnik.
Tracce:
1 – Intro
2 – Memento Mori I – Ashes
3 – Memento Mori II – The Rite
4 – Memento Mori III – Memories
5 – Memento Mori IV – Ascension
6 – A la espera de la oscuridad ( F. A. Pizarnik )
7 – Outro
Formazione:
sconosciuta