Triskelis – Orior (2020)

Triskelis
Titolo: Orior
Autore: Triskelis
Genere: Sperimentale, Elettronica, Metal Strumentale
Anno: 2020
Voto del redattore HMW: 7-
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La « trìscele » o il « triskell »: uno dei simboli più antichi della storia. Talmente antico che il suo significato ha attraversate innumerevoli mutazioni a seconda della civiltà adottiva; origini, etimo e percorso migratorio sono pure oggetto di multiple ipotesi ed infine tesi. Persino la doppia opzione nella rappresentazione grafica – destrorsa o sinistrorsa – apre ulteriori scenari sulla sua decodificazione. Quale che sia stato l’intento del primo umano che lo vergò sulla pietra, fu probabilmente l’interpretazione mutuata dall’Antica Grecia ad imprimerle le mute valenze che ancora oggi le attribuiamo e a permetterne l’adozione in terra di Sicilia, che l’ha da tempo inserita, nella sua variante destrorsa (con le gambe/spirali che si sviluppano verso sinistra), tra le tre immagini centrali della propria bandiera (le altre due sono la testa di una gòrgone e tre spighe di grano).

In tempi decisamente più recenti è nato invece il progetto solista di Sergio Vinci, personaggio del nostro folto sottobosco e con trascorsi musicali documentati dal 2002 in qua, con più di un gruppo e sotto più di uno pseudonimo. Il nostro tuttofare risiede in Piemonte ed è il suo cognome a tradire senz’altro il legame con la bella Trinacrìa (τρεῖς ἄκρα: tre promontori). A nome Triskelis (trascrizione moderna di trisklelés/τρισκελής: tre gambe), Sergio ha compiuto un piccolo atto di coraggio il quale, concedendo ulteriore spazio al simbolismo del numero « 3 », poggia interamente su tre elementi: basso elettrico, sintetizzatore e ritmi programmati.

“Dove sta il coraggio?”? Se è vero che la misura di tale virtù è commisurata al grado di onestà intellettuale e libertà commerciale appartenenti al processo creativo e divulgativo, è difficilmente negabile che Orior non si rivolge affatto all’ascoltatore comune: niente voce, niente chitarra, niente inglese, suoni sintetici per natura e non per compiacere ad un pubblico da tempo al guinzaglio.

I brani che troveranno il favore dei lettori di questa virtualissima rivista sono, con più di una probabilità, quelli che paiono essere pensati come spina dorsale di composizioni metal a raggio variabile, ma c’è da ammettere che più di un passaggio fa affidamento su schemi percussivi metal – prova ne sia l’uso specifico della doppia cassa. “XVII” e “XVIII” sono una sorta di rigida miscela tra un bel gothic metal dal passo agile e certa elettronica progressiva alla tedesca. Altri esulano da tale contesto e si dànno alla contaminazione o sperimentazione tout court: “XV” è praticamente dark anni ottanta, “XIX” una fredda dipartita dark ambient. Il prog tedesco salta all’orecchio anche con “C” – poco più di un’introduzione; mentre “XIV” è un semplice volo di fantasia, impalcatura ideale per successive elaborazioni ed espansioni.

Orior (« est » in latino… ancora radici mediterranee… ancora simbolismi…) non è un disco per “far serata”. Ha il pregio di essere armonico ancorché robotico, ardente e al contempo algido. Concede spazio all’immaginazione mentre cristallizza il pensiero verso spigolose visioni spaziali.

Tracce:
01. C
02. XIII
03. XIV
04. XV
05. XVI
06. XVII
07. XVIII
08. XIX

Formazione
[Non dichiarato]: basso, sintetizzatore, batteria elettronica

https://soundcloud.com/ghostlabelrecord/triskelis-xiv
https://www.facebook.com/permalink.php?id=154471540138&story_fbid=10158547467960139
https://www.ghostrecordlabel.com/

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