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Rain or shine … or online.
Dal 29.7 al 1.8 si è svolta online la edizione 2020 del Wacken Open Air, il WACKEN WORLD WIDE. Questa vuole essere non tanto una recensione, bensì una semplice considerazione su un evento ad oggi unico (speriamo!) nel suo genere. Con il WWW si è tentato di sopperire, anche se in maniera virtuale, alla cancellazione di uno dei festival metal più amati al mondo, nonché alla fame di “live shows” di molti amanti del metallo.
Fin da subito, riguardo a questa proposta, lo scetticismo è stato palpabile: chi considerava l’operazione triste, chi inutile, chi addirittura una pagliacciata. Altri -fra cui chi scrive- hanno invece trovato lodevole l’iniziativa che ha permesso a moltissimi fans di godere -anche se limitatamente, e per molte meno ore rispetto alla normale scaletta del festival- di tanta (buona) musica. E perchè no, forse, per alcune ore è riuscita a distrarci da questo 2020 che si sta rivelando veramente ostico. Mi si permetta di aggiungere anche un detto tipico delle mie parti (che “traduco” affinché tutti possano capirlo): piuttosto che niente è meglio piuttosto.
Inoltre, non mi sarei mai sognato di “assistere” ad un live dei Kreator con la mia bimba di due anni e mezzo in braccio!
Per quanto riguarda la modalità, i quattro giorni (da metà pomeriggio fino alla mezzanotte circa) di questo Wacken World Wide sono stati strutturati alternando concerti in diverse location (fra tutte impossibile non citare la spettacolare Balver Höhle dove ha avuto luogo l’esibizione dei Rage – https://en.wikipedia.org/wiki/Balve_Cave ), concerti in XR, mini concerti registrati appositamente per questo evento, singoli pezzi eseguiti tramite piattaforme digitali, concerti d’archivio, e tanti altri contenuti extra.
Tra questi troviamo delle lezioni di yoga (Metal Yoga Bones), il trailer Wacken Open Air 2021 – Horror Feature (https://www.youtube.com/watch?time_continue=7&v=VMMPbKlN1e0) ed un documentario su Rovaniemi presentato da Mr. Lordi, il tutto eterogeneamente equilibrato, qualità da non sottovalutare e che contraddistingue dal mio punto di vista i migliori festival.
Un bel segnale l’aver scelto come apetura dell’evento uno speciale di quasi 50 minuti dedicati non solo alle band “storiche” delle varie metal battle di tutto il mondo, ma anche ad una panoramica sulla attuale scena metal di nazioni che hanno una più recente tradizione relativa a questo genere, come l’ Indonesia o gli stati caraibici (Metal Battle Veterans).
Godibilissima la “clinic” di John 5 nella quale il chitarrista ha principalmente mostrato la sua collezione di memorabilia dei Kiss, così come quella più regolare di Brian Tatler.
Come in tutti i festival – senza la necessità, per una volta, di fare i nomi; qui trovate il programma: https://wacken-world-wide.com/index-en.html )- quello che mi è maggiormente piaciuto è stato sia il conforto delle performances di band conosciute, sia lo scoprire nuovi acts (ovviamente non tutti godibili).
Se posso permettermi mi pare doveresono anche evidenziare quella che mi è sembrata l’unica, piccola, pecca di questo WWW. Capisco che Magenta Musik 360 sia un canale tedesco e che sarebbe stato difficoltoso approntare una traduzione simultanea di alcuni contenuti proposti live, però, per quanto riguarda i vari mini-video, in particolare quelli con gli organizzatori del WOA (come i Village Feature), avrebbero potuto inserire dei sottotitoli (in inglese) in modo da rendere tutti gli spettatori partecipi.
Devo essere onesto: belli i concerti dal vivo, belli i vari contributi, le interviste, i saluti di vari musicisti etc. Però … però quello che mi ha davvero commosso sono stati i video che i vari e le varie metalheads da tutto il mondo hanno voluto inviare e condividere (Peer Camps) con quella che a ragione non posso che considerare una grande famiglia poliedrica di cui sono orgoglioso di fare parte (occhi lucidi).
Rhetoric mood on (sì, sto invecchiando)
Alla fine dobbiamo ricordarci che il WOA (come altri festival, ci mancherebbe, ma ovviamente da non più giovane a questo io sono particolarmente legato) non è solo musica ma è stare insieme, conoscere persone provenienti da ogni angolo del globo, scambiarsi idee e racconti di vita vissuta, bere una, dieci, cento birre, grigliare, fare l’angelo nel fango … Insomma vivere al meglio, anche se per pochi giorni all’anno, quello che ci appassiona potendolo condividere con chi (bene o male) ha le nostre stesse passioni.
Concludo, per trivio, con una mia personale classifica (solo per questa volta solo la parte positiva):
Migliori concerti XR-Stage: Blind Guardian (che hanno presentato e suonato il pezzo inedito “”Violent Shadows”!), Kreator, Heaven Shall Burn e In Extremo
Migliori concerti: Rage e Body Count feat. Ice-T
Migliori mini-concerti/live attraverso piattaforme digitali: Ross the Boss, Foreigner, Alcatrazz e Motor Sister
Miglior concerto d’archivio: Alice Cooper
“Novità” interessante: Deine Cousine
Migliori mini-concerti “inaspettati”: Fiddler’s Green e Russkaja