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Inevitabilmente le nostre pagine, ricche di recensioni, interviste e report, a volte devono ospitare anche tristi notizie. Come questa relativa alla scomparsa di un personaggio che ha fatto molto per il giornalismo metal italiano. La nostra redazione si unisce al cordoglio di chi conosceva bene Klaus Byron e tra lo sconforto, oltre al ritenere opportuno dover notificare quanto già detto, vogliamo riportare il pensiero di un nostro redattore, assiduo lettore e fan della musica Heavy Metal, così come voi e naturalmente Klaus. Ecco il pensiero del nostro Max:
Klaus Byron ha fatto tanto per la diffusione della musica heavy metal in Italia. Prima da collaboratore di Metal Shock nell’era Trombetti e poi alla guida della sua rivista, Flash (ereditata proprio da Trombetti che ne creò il logo), Klaus prese decisioni forti che ebbero un impatto importante nel coinvolgere sempre più lettori per le gesta dei migliori artisti metal del momento. Non dimenticherò mai gli indimenticabili anni ’90, che videro l’esplosione di una miriade di sottogeneri.
Byron ebbe un’intuizione semplice ma geniale: i metallari sono perennemente divisi tra loro, c’è chi ama le sonorità classic e chi impazzisce per quelle estreme, ci sono i thrasher, i glamster, gli appassionati di hard rock e pure i più aperti alle sonorità sperimentali come il crossover e l’industrial. Klaus decise quindi di impostare Flash prendendo atto delle differenze tra i metallari, della loro inclinazione a seguire soprattutto certi specifici sottogeneri.
Byron divise le pagine di Flash in categorie, ognuna con uno specifico sound: potevi trovare Sandro Buti nelle pagine dedicate ai defender, Stefano Cerati in quelle sullo stoner e l’industrial e Marco Petti a scrivere di glam. E poi c’era lo stesso Klaus, che di certo non rinunciava a scrivere interviste o recensioni. A proposito di recensioni, impossibile dimenticare quelle scritte da Byron per ‘Visions’ degli Stratovarius e ‘Symphony Of The Enchanted Lands’ dei nostrani Rhapsody con coraggiosi voti superiori ai 100/100. Byron, da vero defender, cavalcò quella scena power/symphonic metal come nessun altro direttore di riviste cartacee.
Andò “all in” su quei dischi e quei gruppi, e se oggi, a distanza di quasi 25 anni, siamo ancora qui a celebrarli e ricordarli con nostalgia, beh questo significa che Klaus ci aveva visto giusto, e non fu l’unica volta che questo accadde. Caratterialmente, chi lo ha conosciuto dal vivo, ha spesso parlato di Klaus come di una persona molto diretta, anche un po’ burbera ma sincera.
Di recente ho intervistato Stefano Cerati (tra l’altro grande milanista come lo stesso Klaus Byron e il sottoscritto), che prima di diventare una delle punte di diamante di Rock Hard si fece le ossa scrivendo su Flash. Cerati ha sottolineato quanto gruppi come Angra, Symphony X, Rhapsody, Hammerfall, Blind Guardian, Running Wild, Stratovarius, Queensryche, Dream Theater ecc. abbiano beneficiato del supporto e delle prime pagine dedicate loro da Flash.
Inoltre, e lo ha ricordato anche Ulisse Carminati, altra penna storica della rivista, Klaus era uno di quei direttori poco propensi a riempire di pagine di pubblicità la sua rivista, con l’onestà intellettuale di chi è disposto a dire di no a compensi ma non accetta di rinunciare alla libertà di scrivere recensioni oneste e indipendenti. E quelle di Flash erano le mie preferite, lunghe ed approfondite, perfette per chi doveva valutare se spendere i propri soldi per acquistare un album originale.
E un bel giorno, nel 2008, mi arriva una mail, quando scrivevo già per www.entrateparallele.it (il nome precedente di www.heavymetalwebzine.it), servirebbe un’intervista urgente con Rob Cavestany dei Death Angel, a richiederla è proprio Klaus Byron! La faccio io, telefonica, di una cinquantina di minuti, e al direttore piace al punto che mi chiede anche di scrivere la recensione di ‘Killing Season’, uno dei potenziali top album del mese. Finisco quindi per scrivere sulla rivista che divoravo da una quindicina d’anni.
Esistono diversi tipi di direttori di riviste: c’è chi se la tira, quelli che accettano compromessi.. e poi c’era Klaus Byron. Riposa in pace direttore. Non dimenticheremo quello che hai fatto per diffondere la nostra musica preferita. Grazie di tutto Klaus.
Sono certo che nel paradiso dei Rockers sarai in ottima compagnia…riposa in pace vecchio amico…