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In un anno così particolare e difficile come questo 2020 mi rallegro di essermi imbattutto in questo piccolo gioiello. Questo “Amor venenat” è il debut album della one man band Lucynine, monicker dietro al quale troviamo il cantante, polistrumentista e produttore Sergio Bertani. A sette anni dall’Ep “Chronicles from Leri”, Lucynine torna con questo concept album dedicato agli aspetti più oscuri e negativi che caratterizzano un forte sentimento come quello dell’amore.
“Amor venenat” non è un disco diretto, “Amor venenat” è un lavoro che richiede una totale immersione e del tempo per comprenderlo. Per questo motivo nell’immediato potrebbe non “prendere”, risultare difficile se non ostico, soprattutto per i più (musicalmente) giovani, non famigliari alla sonorità, poliedricità, teatralità, drammaticità e perché no? alla genialità di artisti quali Devil Doll e Archangel (che se non conoscete, vi consiglio vivamente), aggiungendoci sonorità moderne e una produzione ben curata.
L’album è eclettico: passa da sfuriate black/death metal (come l’opener “Family”, “Roma blue” e la splendida “Heartectomy”, pezzo dove Bertani attinge la vetta in termini di prestazioni vocali, con uno scream/growl molto espressivo) a pezzi di atmosfera (“Things I’ll never know” e “Apostasia”) e di impatto (“Nine Eleven”, con una parte iniziale molto catchy), di assoluta teatralità e drammaticità (“Anthony Hopkins”, “200335310818” e , “Tutto il male del mondo”, uno dei brani che più mi ha colpito), fino ad arrivare a canzoni con sonorità pop punk (“Charlie’s Got Blue Eyes” canzone che nella parte finale ritrova un buon livello di aggressività) o decisamente bluesy (“White Roses”). Interessante poi sottolineare come spesso questi cambiamenti di genere si verifichino nello stesso pezzo, come ad esempio in “Vetyver 717”. Di tutto rispetto, infine, “Everyone I Love Is Dead”, cover dei Type O Negative, che nella versione proposta da Bertani se da un lato riesce a non perdere le atmosfere originali, risultando a tratti più oscura dell’originale, dall’altro assume, grazie alla presenza più massiccia delle chitarre, sonorità molto sabbathiane che la rendono un esperimento felicemente riuscito.
Oltre all’utilizzo di clean vocals insieme alle parti in scream e growl, altra caratteristica particolare, molto apprezzabile e apprezzata, l’utilizzo per i testi sia dell’italiano che dell’inglese. Il tutto arricchito dalla presenza di ospiti quali i doppiatori e attori Grazia Migneco, Gianna Coletti, Claudia Lawrence e Dario Penne (voce, fra gli altri, di Anthony Hopkins e Michael Caine) che accrescono la teatralità dell’album.
Questo disco, come avrete capito, non è facile da descrivere: va “sentito” e ascoltato, più e più e volte. Quindi va comprato per supportare questo italian act di tutto rispetto! Consigliatissimo.
Tracce
01. Family (feat. Grazia Migneco)
02. Nine Eleven
03. Vetyver 717 (feat. Gianna Coletti)
04. Charlie’s Got Blue Eyes
05. Things I’ll Never Know
06. Apostasia
07. White Roses
08. Anthony Hopkins (feat. Dario Penne)
09. Roma Blue
10. Tutto il Male del Mondo (feat. Gianna Coletti)
11. Everyone I Love Is Dead
12. Heartectomy
13. 200335310818
Formazione
Lucynine: voce e tutti gli strumenti