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Non è mai facile trovare un recensore per un disco “scomodo” di una band come Amaranthe. Scomodo perchè già accostare la parola Pop a Metal suona anacronistico. Eppure in un lavoro come Manifest si può anche vedere qualcosa di futuristico e in qualche modo, come nel caso delle Babymetal, si può sperare in un genere che piano piano riesca ad attirare ed influenzare una nuova generazione, in un genere ormai rimasto legato quasi esclusivamente a vecchi nostalgici.
E’ difficile doversi piegare a qualcosa di mainstream per attirare le nuove masse e si tende ad odiare un gruppo come gli Amaranthe, dato che sono lontani anni luce da nomi come Slayer, Pantera, Testament o Metallica. Nomi altisonanti che hanno portato alto il vessillo dell’heavy metal più pesante e sono riusciti a farsi apprezzare dai media (o dai social ancora oggi).
Ecco sarà difficile trovare un accostamento al metallo più incalzante che tutti noi conosciamo, alla formazione scandinava, però mettiamola in questo modo; in “Manifest” troverete il miglior pop della vostra vita. Se Lady Gaga o Britney Spears, da sempre icone del pop che hanno cercato di accostarsi, con scarsi risultati. al mondo del metal, si approcciassero agli Amaranthe (magari già lo fanno), potrebbero pensare: “Ma perchè non l’ho fatto io?”.
Allora cosa dire di queste 12 tracce? Il rock patinato della band svedese si fa più aggressivo e più intrepido, a tratti più rischioso rispetto ai primi dischi. Già sperimentato nel precedente “Helix”, il secondo vocalist Nils Molin (Dynazty) si comporta molto bene accostato al trademark di Elize Ryd ed al growl di Henrik Englund.
Ancora una volta il grosso del lavoro è sostenuto dalle brillanti ed importanti tastiere di Olof Morck e da una batteria posta molto spesso in primo piano, ad opera di Morten Lowe Sorensen.
La durata media di ogni brano è circa di 3 minuti, quindi abbiamo pezzi veloci e incisivi, dove la melodia è naturalmente imprescindibile. “Boom!1” è forse l’unica song fuori dal coro, infatti è quella più lunga, dotata di parti rapp e tastiere alla massima potenza. Mi sento inoltre di soffermarmi sulla ballad “Crystalline”, accresciuta dalla partecipazione di Perttu Kivillakso degli Apocalyptica e dal brano “Strong”, elevato grazie alla collaborazione di Noora Louhimo dei Battle Beast.
E’ molto scontato criticare un gruppo come gli Amaranthe, con i suoi brani semplici e pop e i suoi suoni finti, ma è altrettanto facile trovare punti di forza ad un disco che tutto sommato, fuori dal suo genere ostile ai metallari, a cui non manca nulla. Doveroso è invece avere sempre un punto di vista diverso e poter criticare gruppi di questa caratura. E’ successo anche a noi in redazione e sono curioso di cosa penseranno di questa recensione i miei collaboratori, oltre che i nostri lettori (Per chi se lo stia chiedendo, non c’è nessuna spinta discografica e la recensione, è frutto di un ascolto e relativa riflessione, ben disposta ad ogni confronto). Pronti per Eurovision!
Tracce:
01. Fearless
02. Make It Better
03. Scream My Name
04. Viral
05. Adrenaline
06. Strong
07. The Game
08. Crystalline
09. Archangel
10. BOOM!1
11. Wake Up And Die
12. Do Or Die
Formazione:
Elize Ryd – voce
Nils Molin – voce
Henrik Englund – voce
Olof Mörck – chitarra e tastiere
Johan Andreassen – basso
Morten Løwe Sørensen – batteria
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