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Ammetto che per me non è stato facile approcciarmi ad un disco come quello dei Blut. La formazione italo-elvetica mette sul piatto un prodotto molto curato ed efficace, ma difficile da comprendere senza alcune linee guida.
Prima di tutto dobbiamo mettere in chiaro che ci troviamo a giudicare un album completamente fuori dai canoni old school. Essendo anche io abituato a suoni più organici stavo cadendo nel tranello di giudicare questo “Hermenutics” nel modo più classico possibile: quello che è il gusto personale. E non c’è niente di male a preferire un disco od un artista a seconda delle sue scelte.
In questo caso, i Blut puntano molto su programming, sintetizzatori e la mitica drum machine, ovvero una batteria “finta” (passatemi il termine). Abbiamo finito giusto ieri di parlare con Simone Mularoni dei Domination Studio delle scelte stilistiche degli artisti e ne abbiamo convenuto che devono essere rispettate, per quanto possano non piacere.
Quello che invece ho voluto fare con i Blut, nonostante la mia scarsa conoscenza del genere, è stato sviscerare questo lavoro composto da 22 tracce. Naturalmente alcune sono delle intro, ma non così tante. La scelta è stata di creare un brano per ogni carta dei tarocchi. Questo per accompagnare i testi alla storia tratta dall’omonimo libro scritto dal compositore e cantante Alessandro Schumperlin. Una trama ambientata nella Torino di un’Italia appena unificata che vede un dottore, uno scienziato pazzo, un avventuriero, un uomo dal passato oscuro ed un’affascinante giovane donna, intricati in un complotto di poteri occulti, esoterismo, assassini e magia.
Dal sound elettro-dark si percepisce un’ambientazione steampunk oscura ed ermetica. Le voci di Alessandro e della mezzosoprano Chiara Manese, sono naturalmente protagoniste, in questo sound dove a volte la musica può apparire secondaria rispetto alla storia ed alle ambientazioni.
A tratti decadente, quanto futuristico, questo lavoro è una rappresentazione musicale derivata da scelte teatrali, ambient, e di una determinata qualità compositiva, che richiede queste peculiarità. Un tocco di doom appare di tanto in tanto, in particolar modo nella traccia “XV The Devil” non a caso ospitante Emanuele Laghi (Drakkar e Crimson Dawn).
Ultima nota per la copertina a cura di Giulio Rincione (Dylan Dog, Sergio Bonelli editore, Shockdom, Disney…)
Tutto sommato il disco è di ottimo livello e i musicisti in questo caso sono veri e propri artisti e professionisti. Un genere che va catalogato sotto un genere definito dalla band stessa Insane music for insane people, ma nel suo sottobosco direi più che riuscito.
Tracce:
01 – 0 The Fool
02 – The Magician
03 – The High Priestess
04 – The Empress
05 – The Emperor
06 – The Hierophant
07 – The Lovers
08 – The Chariot
09 – The Strength
10 – The Hermit
11 – The Wheel of Fortune
12 – The Justice
13 – The Hanged Man
14 – XIII
15 – The Temperance
16 – The Devil
17 – The Tower
18 – The Star
19 – The Moon
20 – The Sun
21 – The Judgement
22 – The World
Formazione:
Alessandro Schümperlin: Voce, programming
Chiara Manese: Voce
Stefano Corona: Drums machine, loops, synth
Marco Borghi: chitarra
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