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Secondo disco per i Lufeh, band composta da musicisti americani e brasiliani dediti ad un prog metal che unisce le influenze di Dream Theater e Rush con reminiscenze di musica brasiliana.
Il risultato è un disco tanto prog quanto anomalo, soprattutto per la durata che supera di poco i 30 minuti: quello che colpisce è la voglia di suonare e l’impegno dei musicisti, anche se si deve chiudere un orecchio ogni tanto per le pesantissime influenze che scorrono negli otto pezzi.
Soprattutto l’opener “Find My Way” fa capire come i Lufeh abbiano scelto sì la loro strada, forse troppo vicina a quella della band di Petrucci & friends. Anche la timbrica del singer Dennis Atlas e le scelte dei suoni di tastiera fanno ritornare ai tempi di “Images & Words”, abbassando drasticamente la votazione del platter.
Il disco scorre senza problemi, sostenuto da una band tecnicamente molto valida che si è dimenticata come si scrivono brani personali: un vero peccato perchè, con un po’ di impegno, potremmo essere qui a parlare di una interessante promessa del prog metal invece della solita realtà derivativa fatti di musicista di qualità ma privi della scintilla in grado di infiammare l’ascoltatore.
Speriamo che già dal prossimo album i Lufeh possano cambiare strada, distaccandosi dai lidi conosciuti e tanto sicuri, ma al contempo poco utili se vi vuole emergere nell’affollatissimo panorama mondiale…
Tracce:
01. Find My Way
02. The Unknown
03. Doors
04. Trial of Escapade
05. My World
06. End of Road
07. Escape
08. The Edge
Formazione:
Gera Penna: tastiere
Duca Tambasco: basso
Dennis Atlas: vocals
Teo Dornellas: chitarra
Lufeh Batera: batteria