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Suonare metal e cantarlo in italiano. Eccezionale; e se ne intendono tutte le sfumature di significato. Non solo è raro averne e trovarne, di gruppi così, ma l’addetto ai vocalizzi qui idèa linee che sfatano – con risultati auspicabilmente definitivi – l’infondato preconcetto secondo il quale il vituperatissimo idioma sarebbe poco o per nulla confacente a taluni contesti musicali: la realtà è che i sostenitori di quest’ultima, traballante tesi sono stritolatamente accomodati dietro le confortanti sbarre del precostituito, gioiosamente privi di interrogativi. Maurizio Serafini sembrerà anche un impiegato del centro ma, innanzitutto, a chi importa che aspetto ha? e poi, in quanto a spigliatezza italòfona al canto di un gruppo heavy metal, sfido chiunque a muovere critiche. Al di là del gradimento finale per la singola soluzione.
Una volta licenziati tre EP, rispettivamente risalenti a 2007 (Iniziando A Sperare), 2009 (Alias) e 2011 (Heartquake [nessun errore di battitura]), il 2017 mise infine alla prova i nervi dei mantovani e, con addosso il lutto per il trapasso dell’amico Matteo Fiaccadori – ora ex chitarrista per forza maggiore, la voglia di gettare la spugna dev’esser stata forte; il silenzio reso ancor più profondo. Fino all’approssimarsi di fine anno e la pubblicazione del primo LP.
Qui siamo al secondo episodio di lunga durata e la brutta notizia è che è impossibile non constatare come Ritornato Dall’Incubo patisca la solita produzione iper-polimerizzata e un’ormai sfiancante assenza di un batterista. Sai che novità, vero? Però in fondo… forse ce ne vergogniamo tutti un po’.
Ma scostiamo lo sguardo, ancora una volta, e torniamo all’aspetto puramente musicale. Il gruppo fa mostra di un heavy metal dei più classici e ficcanti: tra giri da cazzotti in gola (è guerriglia con “Incubo” ed “Elettroshock”), armonizzazioni di grande familiarità (occhio a “Falsa Illusione”), uno strumentale ben concepito (“Veleno”) ed ammiccamenti alla Sunset Strip (qualcuno ha detto “Supernova”?), Ritornato Dall’Incubo mette in vetrina fluidità e fantasia compositiva di riuscita non particolarmente comune. Pregi che bastano ed avanzano “Nella Tela” e la citata “Falsa Illusione” ad attestare con una certa concretezza. Un vero peccato quei due scivoloni lì in chiusura e una sequela di a-solo accademici e nulla più.
Vediamo cosa succederà dal vivo. In tutti i sensi.
Tracce
01. Incubo
02. Supernova
03. Falsa Illusione
04. Danza Macabra
05. Elettroshock
06. Nella Tela
07. Veleno
08. Solo Carne, Solo Sangue
09. Ri(tor)nato
Formazione
Tommaso Bianconi: basso
Gianluca Molinari: chitarra
Manuel Rizzolo: chitarra
Maurizio “Liar” Serafini: voce
[non dichiarato]: programmazione batteria elettronica
https://www.facebook.com/pages/Silenzio-Profondo/77405123286
https://soundcloud.com/silenzioprofondo
http://www.andromedarelix.com