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Ci sono dischi che colpiscono al primo ascolto, e ci sono platter che si insinuano piano piano nel vostro cervello, uscendo vincitori alla distanza: “HumaNation” appartiene a quest’ultima categoria. I milanesi Unwise, al secondo album, confezionano un regalo di gran classe per tutti gli amanti del prog: le quindici canzoni presenti dimostrano, come se ce ne fosse bisogno, che noi italiani abbiamo sempre una marcia in più quando si parla di prog.
Non entrerò in disamine troppo estese e fastidiose, ma sarò conciso e diretto: “HumaNation” è un platter costruito molto bene, con un gusto per il concept che mi riporta ai tempi dei Pink Floyd , non tanto per il tipo di proposta musicale, quanto per la voglia di comunicare ed entrare in profondo dialogo con l’ascoltatore.
Gli Unwise sono poliedrici e spaziano fra soluzioni ed umori molto differenti: la costruzione dei pezzi non è mai banale, e il prog risulta fresco e non standardizzato. Questo rende il disco godibile dalla prima all’ultima nota. Gli intermezzi non fanno altro che enfatizzare l’idea di concept, domando al disco una maggiore profondità.
In definitiva “HumaNation” è un disco che riconcilia con il prog metal intelligente, quello fatto prima col cuore che con la tecnica esecutiva: fatevi un bel regalo e prendetevi questo disco, non ve ne pentirete…