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Il sesto album dei Gost, in realtà una one-man-band , è un esaltante viaggio tra singulti industrial, epico synth-pop, futuristica elettronica e bordate metalliche.
Il master mind James Lollar si ripresenta con un lavoro ispirato tanto alle cupe fotografie dell’olandese Nona Limmen, quanto alla stregoneria e alla sua illogicità, fondata sostanzialmente sull’ignoranza e sull’intolleranza. Musicalmente la proposta del nostro risulta un freddo caleidoscopio di influenze, che vanno dagli Human League ai Type O Negative, passando per Aphex Twins, Front 242 e Ministry.
Synth che sgretolano come cingolati, beat assassini e la baritonale voce di Lollar rappresentano la ricetta per questa decina di songs, tra le quali spiccano senza dubbio la sferragliante “Bound Of Horror”, la più dance oriented “The Fear” e l’horror-synth rock di “Embrace The Blade”.
Per gli amanti dell’industrial meno spigoloso potrebbe essere uno degli album dell’anno!