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Gruppo storico dell’hard rock ed AOR degli anni ’80, i Fortune sono tornati tre anni fa con un terzo album e un disco dal vivo, per cercare di continuare il percorso intrapreso trentaquattro anni prima. Level Ground è quindi il secondo album in studio dalla ripartenza della formazione americana e dimostra tutti i limiti di cui è provvisto.
Purtroppo le dieci canzoni presenti non richiamano minimamente i fasti del passato, rendendo i Fortune noiosi e prevedibili. Le canzoni sono ben suonate e prodotte ma non riescono a fare presa sull’ascoltatore, trasformando Level Ground in quarantasei minuti assolutamente marginali.
Un vero peccato perché ero molto curioso di sentire cosa i fratelli Richard e Mick avessero da proporci, avendo da poco rispolverato l’omonimo album di culto del 1985, fatto di sonorità azzeccatissime e canzoni assolutamente brillanti. Purtroppo non ci avviciniamo minimamente a quei livelli: nulla entusiasma in Level Ground, nessun ritornello memorabile, nessuna tastiera pronta a farci sognare gli anni Ottanta e, al contempo, non si ravvisa la presenza di uno stile AOR moderno.
A mio avviso i Fortune hanno clamorosamente mancato il bersaglio, ed è un vero peccato vista la loro caratura. È vero anche che la produzione di rock melodico ed AOR di questi anni è molto fiorente e che bisogna quindi dar fondo a tutto la propria classe per dare alla luce un album che sia davvero eccellente. Speriamo che la prossima volta il quintetto mi smentisca e tiri fuori dal cilindro un signor disco…