DEF LEPPARD – Diamond Star Halos

Titolo: Diamond Star Halos
Autore: Def Leppard
Nazione: Regno Unito
Genere: Hard Rock
Anno: 2022
Etichetta: Universal

Formazione:

Joe Elliott – voce e pianoforte
Rick Savage – basso e cori
Rick Allen – batteria e cori
Phil Collen – chitarra e cori
Vivian Campbell – chitarra e cori


Tracce:

1.     Take What You Want
2.     Kick
3.     Fire It Up
4.     This Guitar
5.     SOS Emergency
6.     Liquid Dust
7.     U Rok Mi
8.     Goodbye For Good This Time
9.     All We Need
10.  Open Your Eyes
11.  Gimme A Kiss
12.  Angels (Can’t Help You Now)
13.  Lifeless
14.  Unbreakable
15.  From Here To Eternity


Voto del redattore HMW: 8,5/10
Voto dei lettori: 8.1/10
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Abbiamo dovuto aspettare ben sette anni da Def Leppard (2015), ma finalmente è arrivato Diamond Star Halos. Il nuovo, attesissimo e, a mio parere, riuscitissimo album dei Def Leppard.

L’attesa è davvero valsa la pena… però… so già che ci sono molti duri e puri che staranno storcendo il naso. « Eh, ma non è come Hysteria ». « Eh. ma non è come Pyromania » … BLA BLA BLA.

Ci sono molti gruppi che mi piacevano e seguivo costantemente e che poi, per un motivo o per un altro (loro cambio di direzione sonora? Mia evoluzione nei gusti musicali?) ho abbandonato rimanendo – magari – affezionato alle loro prime uscite. Non per questo però rompo l’anima ogni volta che esce un loro nuovo disco. Se mi va, lo ascolto, altrimenti non ci perdo neanche tempo. Non vado in giro a stroncare per partito preso un album che sapevo a priori che non avrei gradito.

Siamo nel 2022 e la formazione britannica ha sfornato un signor album, che non è di fine anni ’70 o di metà anni ’80 o di inizio ’90. Non tutti sono come gli AC/DC, no? E poi, siamo onesti, quando è uscito Hysteria, che strizzava l’occhiolino ad uno stile più piacione e commerciale, anche allora qualcuno si è lamentato: « Eh ma non è come High ‘N’ Dry » … BLA BLA BLA.

Pensiamo a Slang dopo una doppietta come Hysteria e Adrenalize (il percorso verso un suono più melodico e, perché no?, radiofonico fu evidente): un disco sicuramente diverso, a tratti sperimentale (mi si conceda il termine) e sicuramente valido. E ancora i cambiamenti con Euphoria, X ecc. ecc. Insomma, i Def Leppard hanno sempre prodotto dischi di grandi gusto e qualità, senza fossilizzarsi su sé stessi e rimanendo fedeli alle loro caratteristiche principali: impiego intelligente dei cori per enfatizzare i ritornelli, assoli di estremo gusto, canzoni dai riff di presa immediata, energia a profusione e ballate emozionanti. Caratteristiche che non mancano nemmeno in questa uscita discografica.

Hanno perso seguaci, ne hanno guadagnati altri. Succede. I Leppard non si sono fermati e dopo quasi quarantacinque anni sono ancora fra i gruppi di punta a livello mondiale.

Dopo questa doverosa premessa, passiamo al disco.

Questo Diamond Star Halos è un buon compromesso del quintetto di Sheffield, e uso questo termine con una accezione positiva. La formazione infatti riesce a riassumervi (quasi) tutta la sua carriera musicale, certamente non scostandosi dal percorso iniziato agli inizi del XXI secolo, senza disdegnare una strizzata d’occhio a sonorità più pop e orientate ad un mercato più a stelle e strisce che europeo.

Non vengono però dimenticati i loro inizi (in questo caso, Pyromania), come nell’apripista “Take What You Want”, un pezzo stupendo, con un giro solido e una prova vocale di Elliot superiore; subito dopo troviamo “Kick”, di gran lunga il brano più ruffiano del disco, con un inizio che sa di tutto quello che il Regno Unito ha prodotto di buono negli anni settanta in ambito glam. Decisamente uno dei miei pezzi preferiti, il cui ritornello vi si piazzerà inesorabilmente in testa: vi assicuro che farete davvero fatica a liberarvene. E ancora… “Fire It Up”, con sonorità molto più ottantiane (ho pensato ad esempio ai Midnight Oil), un vero e proprio potenziale tormentone (non dico come “Pour Some Sugar On Me”, però …) con un assolo che mi ha letteralmente fulminato. Spero sinceramente che questo brano possa trovare un posto fisso nelle scalette dal vivo. Un trittico super-energico quindi.

È poi la volta di “This Guitar”, la prima ballata, che vede la partecipazione di Alison Krauss, star americana del bluegrass-country dotata di una voce molto delicata. La successiva “SOS Emergency”, con il suo ponte e i suoi riff arpeggiati, ci riporta direttamente all’hard rock melodico di Euphoria. Così come la sensuale “Liquid Dust” e (bel giro di basso) “U Rok Mi” rimandano a Slang.

Il pianoforte (suonato da Mike Garson, musicista di Bowie) la fa da padrone nella seconda ballata, “Goodbye For Good This Time”. È incredibile come questi pezzi riescano sempre a farmi emozionare!

All We Need” è un altro dei miei preferiti: nella strofa mi ha ricordato i primi lavori degli Enuff Z’nuff e il ritornello invece suona nello stile di Adrenalize.  “Open Your Eyes”, pezzo di respiro con un bel lavoro sui cori, si sviluppa intorno ad un interessante giro di basso. Anche nella successiva “Gimme A Kiss” troviamo il basso in primo piano. Se inizialmente potrebbe ricordare qualcosa tratto da Songs From The Sparkle Lounge nel suo sviluppo, invece è molto simile agli Europe del periodo di Kee Marcello (“Let The Good Times Rock”, tanto per intenderci).

Nella terza ballata “Angels (Can’t Help You Now)” sono ancora i cori a farla da padroni e l’assolo è semplicemente stupendo! “Lifeless“, una canzone decisamente pop rock, vede nuovamente la partecipazione di Ms. Krauss. Ci avviciniamo alla fine e con “Unbreakable” la formazione torna ai suoni di inizio millennio. Il disco si chiude con “From Here to Eternity“, che nonostante la sua modernità ha un qualcosa nell’arpeggio che ricorda i primi dischi dei Leppard.

La produzione è ottima. Usando suoni moderni riesce a creare anche atmosfere più classiche. In particolare, mi sono goduto quelli della sezione ritmica: Savage sempre presente (mai semplice gregario) e un Allen decisamente in forma. La coppia formata da Phil e Vivian è a mio giudizio fra le più affiatate in circolazione, completandosi alla perfezione e portando il livello di ogni canzone a vette altissime. Elliot è in gran spolvero e sono curioso di sentirlo dal vivo…

Promosso a pieni voti e consigliato a tutti. Sì, anche ai musoni… ascoltatelo e non ve ne pentirete! :P

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