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A due anni dall’EP Born Suffer Die del 2020, i portoghesi Sacred Sin tornano sulle scene con Storm Over The Dying World, che si presenta come manifesto del più puro death/thrash in circolazione. I portoghesi sono il fiore all’occhiello della scena lusitana in quanto vantano primati come quello di essere stati la prima formazione del loro paese ad apparire agli MTV ‘s Headbangers Ball.
A differenza di colleghi dello stesso genere che verso metà dei ’90 hanno virato il loro suono verso lidi più moderni (vedi i Sepultura da Roots in poi), i Sacred Sin hanno mantenuto la propria rotta dimostrando coraggio e coerenza. Il disco in questione è costituito da nove tracce che scorrono veloci senza inciampi né esitazioni. Le canzoni sono molto diverse tra loro, ognuna di esse infatti costituisce un pezzo del mosaico musicale che questo lavoro rappresenta.
Una sorta di legame tra i brani può essere individuato nel lavoro di batteria, che si esprime spesso su colpi di gusto tribale che caratterizzano e personalizzano l’umore dell’album. José Costa, alla voce ed al basso, domina l’intero operato, la sua prova vocale si avvale di vari timbri e registri, dando dimostrazione di essere un cantante versatile in grado di colorare con la sua interpretazione un disco intenso come questo. Ottima prova anche per i chitarristi che riempiono le nostre orecchie di ritmiche, soli e riff sempre all’altezza della situazione.
Quindi per il sottoscritto è un bel pollice in alto!