ISSA – Lights Of Japan

Titolo: Lights Of Japan
Autore: Issa
Nazione: Norvegia
Genere: Hard Rock
Anno: 2023
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Issa Oversveen: voce
Michele Guaitoli: chitarra e basso
Marco Pastorino: chitarra
James Martin: tastiera
Marco Andreetto: batteria


Tracce:

01. Live Again
02. Lights Of Japan
03. Seize The Day
04. Stop The Rain
05. Moon Of Love
06. Chains Of Love
07. Fight To Survive
08. It’s Over
09. I’ll Give You My Heart
10. Shadow To The Light
11. I’ll Be Waiting


Voto del redattore HMW: 7/10

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Lights Of Japan, è il settimo album in studio della cantante norvegese Isabell Øversveen, in arte Issa, che sforna un bel disco di hard rock melodico come avvenne agli esordi in Sign Of Angels del lontano 2010. Il predecessore, Queen Of Broken Hearts, non ha sfigurato pur non avendo brani memorabili ha offerto sempre delle song orecchiabili e melodiche. Qui, in questo nuovo capitolo la composizione è molto più attraente, tipicamente ottantiana e le undici canzoni sono più armoniche, più rifinite e suonate con molta allegria rispetto al recente passato. Se dovessimo fare un confronto sulla sonorità di questa nuova fatica e i dischi recenti, si potrebbe dire che la musica è quella tipicamente AOR di gruppi importanti come i mitici Journey e gli emergenti Vega, ma più robusta e sempre melodicissima.

Basta ascoltare l’apripista veloce e intensa, “Live Again”, che mostrando un ritornello provocatorio e semplice evidenzia come la bella scandinava è circondata da musicisti eccezionali ed esperti. In ordine troviamo Michele Guaitoli (Visions Of Atlantis, Temperance, Era) nelle vesti di produttore, bassista e chitarrista, James Martin (ex Vega) alla tastiera e autore, insieme al fratello Tom Martin (ex Vega), delle canzoni scritte proprio per la bella moglie Issa. Completano la formazione: Marco Andreetto alla batteria e Marco Pastorino alla chitarra. Le tastiere intermittenti di Martin introducono il punto melodico più alto dell’opera con “Lights Of Japan”; una magnifica canzone pop/AOR dal sapore americano che sa molto di Survivor e dove la giovane cantante si esibisce in una fantastica interpretazione, grazie alla sua sottile e melodica voce.

La successiva “Seize The Day”, è un’incantevole mid-tempo, dal ritornello super orecchiabile, sostenuto dalla passionalità della sua acutissima voce e dalle cadenzate chitarre elettriche, che soprattutto nei prolungati assoli trascinano ed entusiasmano l’ascoltatore. La nostalgica e ambientalistica “Stop The Rain”, frena l’entusiasmo e l’adrenalina accumulata fino ad ora. Qui le corde vocali della bionda vichinga sono molto robuste, cupe e tristi ma la sua voce è potente e speranzosa. La semi ballata “Moon Of Love”, guidata dalla brillante tastiera di James e impreziosita da un sassofono crea una atmosfera rilassante e riflessiva grazie a dei sdolcinati cori ma, nonostante abbia un ritornello carino e molto romantico, non fa impazzire più di tanto.

Si preferiscono in ordine: l’orecchiabilissima “Chains” e la carina “It’s Over”, dal suono tipicamente nordeuropeo; molto elegante nella produzione e caratterizzata da un refrain melodicissimo e ipnotico. In queste ultime due la sezione ritmica di Andreetto e Pastorino fa un salto di qualità regalando un superbo refrain. “Give My Heart” è il vero e proprio lento del disco, accompagnato dalla chitarra acustica e da una soave tastiera. Il resto lo fa la dolcissima ugola della brava Issa che non sarà sicuramente la migliore cantante al mondo ma che sa il fatto suo.

La sentimentale e breve, “Shadow To The Light” è un pezzo rock cadenzato e dalle note sentimentali che senza infamia e senza lode portano all’ultima traccia, “I’ll Be Waiting”, dove la voce penetrante e melodica della scandinava parte in quarta per poi mantenersi costante grazie ad un riuscitissimo suono che la porta umilmente a scendere vincitrice dal palco. La trasformazione artistica della norvegese è appena cominciata, così come pure la cura della sua immagine che la vede, a distanza di qualche anno, contemplarsi davanti allo specchio immersa in un moderno panorama metropolitano senza dimenticare il suo passato e le radici musicali di matrice ottantiana e novantiana, quasi allontanandosi un po’ dall’aria ammiccante e stupita dei precedenti e comunque buoni lavori in studio.

La rinascita è partita verso una nuove mete e ispirazioni artistiche che contribuiranno a far crescere, ancora di più, la vocalist norvegese ma anche tutto il movimento hard rock melodico di matrice europea.

 

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