YES – Mirror To The Sky

Titolo: Mirror To The Sky
Autore: Yes
Nazione: Regno Unito
Genere: Progressive Rock
Anno: 2023
Etichetta: Inside Out Music

Formazione:

Jon Davison: voce, chitarra acustica, tastiere, percussioni
Steve Howe: chitarra, cori
Geoff Downes: tastiere, cori
Billy Sherwood: basso, cori
Jay Schellen: batteria


Tracce:

PRIMO CD

01. Cut From The Stars
02. All Connected
03. Luminosity
04. Living Out Their Dream
05. Mirror To The Sky
06. Circles Of Time

SECONDO CD

01. Unknown Place
02. One Second Is Enough
03. Magic Potion


Voto del redattore HMW: 8/10
Voto dei lettori: 9.0/10
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Dopo l’addio di Jon Anderson ammetto di non aver più seguito gli Yes con continuità: in seno al gruppo si era rotto qualcosa e la successiva scomparsa di Chris Squire credevo avesse messo la pietra tombale su questo glorioso nome. Eppure gli Yes sono ancora qui, in mano al chitarrista Steve Howe (questa volta anche in veste di produttore), col clone Davison alla voce, il talentuoso Sherwood al basso, il buon vecchio Downes alle tastiere e il nuovo entrato a sostituire il compianto Alan White dietro la batteria, ovvero il noto Jay Schellen (Hurricane, Unruly Child, Dukes Of The Orient). Senza raggiungere gli stratosferici livelli dello splendido Magnification del 2001, l’album, illustrato ancora una volta dal sublime Roger Dean, mantiene intatte certe coordinate tipiche del quintetto, riuscendo nuovamente a emozionare. Più ispirato anche del precedente The Quest, il nuovo lavoro offre pezzi incredibilmente ben scritti e suonati con grande perizia, nei quali, spesso, è Jon Davison a fare la differenza, tra linee vocali ispiratissime e ottime doti interpretative.

“Cut From The Stars” è un pezzo Yes al 100%, con le linee di basso di Sherwood in evidenza e passaggi strumentali di rara bellezza, mentre la più dilatata “All Connected” offre molteplici cambi d’atmosfera, mostrando ancora una classe sopraffina. “Luminosity” evoca paesaggi incantati, grazie a morbide melodie e ottimi arrangiamenti e se la frizzante “Living Out Their Dream” mostra il lato quasi pop del gruppo, con “Mirror To The Sky” gli Yes tornano al prog sinfonico con una sontuosa suite di quasi quattordici minuti, nei quali succede un po’ di tutto. La celestiale “Circles Of Time”, scritta dal solo Davison, chiude il primo CD e qui il cantante ci fa davvero dimenticare l’assenza di Anderson, grazie a melodie vocali molto riuscite. Il secondo CD ci offre tre pezzi scritti dal solo Howe ma il livello è ancora alto, con la più leggera “Unknown Place”, le derive pop-rock di “One Second Is Enough”, che richiama gli Starcastle, e la piacevole “Magic Potion”.

Insomma, personalmente avevo liquidato troppo in fretta gli Yes e invece il gruppo è rinato con una nuova formazione e mantenendo ancora quella magia che ha sempre contraddistinto la propria musica. Dopo il colpaccio dei Jethro Tull, ora tocca agli Yes: chi sarà il prossimo?

 

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