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Per parlarvi della serata di fine agosto all’Ama Music Festival inizierei dall’organizzazione. Sempre Vertigo, la stessa di Iron Maiden, Pantera e Slipknot. Quando le cose vanno dette, vanno dette. In questo caso scelta azzeccatissima sia dei gruppi, situazione, prezzi, palco e tutto quello che si può dover tenere in considerazione per un concerto di questa portata. Infatti a Romano D’Ezzelino, in provincia di Vicenza, proprio vicinissimo a Bassano Del Grappa per intenderci, c’è questa Villa Ca’ Cornaro dove oltre ad una casa di riposo per anziani (spero sia stata bene insonorizzata), c’è un parco di grandi dimensione con annesso un bel parcheggio.
Purtroppo l’apertura dei cancelli alle 18.00 è stata troppo a ridosso dall’inizio del festival. Quindici minuti non sono bastati per gestire tutto il pubblico arrivato puntuale e purtroppo i Messa hanno iniziato il loro spettacolo con il pubblico in arrivo. Non è bello sia per il pubblico che per il gruppo. Così ci perdiamo un paio di pezzi della formazione padovana guidata dalla voce di Sara, abilissima cantante nel gestire il doom di pezzi come “Pilgrim” e “Rubedo” tratti dall’ultimo lavoro dal titolo Close. “Leah” invece è l’unico pezzo da Feast For Water e “If You Want Her To Be Taken” e “Dark Horse” i brani che abbiamo solo sentito marginalmente entrando. Peccato perchè il gruppo era in gran forma e l’immagine che ne è emersa è di grandi musicisti dalla grande professionalità e umiltà. Sono sicuro che avrò altre occasioni. Un po’ amareggiato dopo questa cosa mi fiondo a prendere una birra dato che c’è un bar enorme al centro dell’area e con poche file e prezzi umani.
Sto per vedere i Katatonia per la mia prima volta. Lo so, non si può sentire, ma è così. Ovviamente non mi aspetto nessun pezzo prima degli anni 2000, ma so già che sarà un concertone. Non ho seguito tantissimo gli ultimi lavori, ma quello che ho ascoltato mi è piaciuto molto e vorrei approfondirlo. In questa serata il quintetto svedese si presenta in formazione ridotta a quattro, senza Anders Nystrom e senza sostituto. Nonostante questo, la scaletta di undici brani farà breccia nel cuore di molti accorsi a questa serata. Ovviamente in primo piano c’è l’ultimo in uscita “Sky Void Of Stars” con ben cinque brani, a partire da “Austerity”. La voce di Renkse risuona profonda e sicura e l’audio è buono, ci catapulta in uno stato di melanconia pura come solo i Katatonia possono evocare. Dopo “Colossal Shade” è “Lethean” a riempire con le sue note l’arena ormai già gremita di folla. “Forsaker” ed “Atrium” ci fanno avvicinare alla fine di questa esibizione che si chiude con “July” da The Great Cold Distance. Era normale e più che giusto non aspettarsi voli pindarici d’eccezione in questa performance tutto sommato più che convincente. Sicuramente tanti avranno apprezzato. Applausi e passiamo ai Lacuna Coil.
Ancora una volta i nostri beniamini italici sono alle prese con il loro pubblico da sempre più critico e diviso in due. Sì perchè proprio in Italia i Lacuna sono amati e odiati per il loro successo e stile musicale. Il sottoscritto li segue fin dai primi passi e fuori da qualche uscita discografica un po’ troppo patinata, tutto sommato li ha sempre promossi. Sono legato visceralmente ai primi lavori, ma non disdegno gran parte della discografia. I ragazzi entrano in tuta e face painting bianco e nero, capeggiati da una raggiante Cristina Scabbia, forse non nella usa forma migliore, ma pur sempre ammaliante. Accanto a lei, la sua spalla di sempre, Andrea Ferro, la voce più cavernosa del quintetto meneghino. L’altro coiler di sempre è Marco Coti Zelati al basso, un vero alfiere della formazione sia come presenza che come musicista. Di più recente ingresso invece abbiamo Diego Cavallotti alla chitarra e Richard Meiz, giovanissimo, classe 1989 dietro la batteria. Speravo in una scaletta più varia con più pezzi di vecchia data da In A Reverie e Unleashed Memories invece trascurati completamente. Comalies è invece ripescato grazie alla recente rivisitazione dei pezzi per il ventennale e ascolteremo “Heaven’s A Lie”, “Tight Rope” e “Swamped” da questo ultimo lavoro. “Our Truth” invece riemerge da Karmacode. Grande singolo. Devo colpevolmente ammettere che devo recuperare alcuni brani come l’apertura “Blood, Tears, Dust” o “Now or Never”, che non avevo ancora avuto modo di ascoltare. Devo invece purtroppo dissentire per quanto riguarda la cover dei Depeche Mode “Enjoy The Silence”. Non so che dire! Non riesce proprio a piacermi nonostante sia eseguita ormai incessantemente nelle scalette dei Lacuna Coil. Cristina ci anticipa che il duetto di cui tutti stanno parlando con mastro Dave Mustaine su “A Tout Le Monde” ci sarà e il concerto di oggi si chiude con “ Nothing Stands In Our Way”. Non il miglior concerto, ma l’applauso ci sta tutto.
Cambio palco e con tre mega schermi dietro alla strumentazione, è pronta la scenografia che farà da spalla ai Megadeth in questa sera ormai giunta verso la fine. Sono circa le 22:15 quando Dave Mustaine e i suoi compari fanno capolino davanti al loro caldo pubblico. E’ James LoMenzo a far parte della formazione al basso in seguito al licenziamento di David Ellefson, storico quattro corde del quartetto losangelino. LoMenzo è stato da sempre un ottimo turnista. E’ vero che oggi gli storici Megadeth si riuniscono sotto l’unico (despota?) nome di Dave Mustaine, da sempre forse la vera e unica mente di questo gruppo. Eppure, come in tante altre formazioni, è bello poter godere di musicisti così bravi come il chitarrista brasiliano Kiko Loureiro (storico negli Angra) e il batterista olandese Dirk Verbeuren (storico nei Soilwork). E’ “Hangar 18” il brano in apertura e si prosegue con la felicità di tutti con “Wake Up Dead” e “In My Darkest Hour”. Sembra che per il tour estivo l’ultimo disco “The Sick, The Dyihng… and The Dead!” non sia stato preso molto in considerazione ed infatti verrà suonato solamente il singolo “We’ll Be Back”. C’è qualche problema tecnico e la voce quasi inesistente di Mustaine ci fa capire che dovremo cantare noi. Poco male perchè su “Sweating Bullets” i cori sono talmente alti che avrebbero coperto il buon vecchio Dave, oggi scoppiettante e sorridente, felicissimo per il suo trasferimento in Italia. Ci dirà infatti che raggiungerà moglie e figlia per andare a vivere nelle Marche, dove sta già assaggiando un po’ di italianità, nella tenuta di vini della casata dei Mustaine. Mai visto così allegro e scherzoso sul palco. Ad un certo punto intona pure un “Happy Birthday” ad una ragazza che rivela che è l’anniversario del suo giorno di nascita. Noi intanto andiamo avanti con “Dread And The Fugitive Mind” con una grande prova di forza della piovra Verbeuren dietro le pelli. “Angry Again” viene ripescata da Hidden Treasures e piano piano ci accingiamo sempre più alla fine del concerto. Ma c’è ancora qualche cartuccia da sparare. “A Tout Le Monde” con la nostra Cristina è stata un po’ deludente, salvata solo in parte dal pubblico caldo e voglioso di cantare un pezzo molto famoso da Youthanasia. Poi è tempo di “Tornado Of Souls” – l’assolo per me è stato concepito e creato da Marty Friedman e per me è sempre stato solo lui a suonarlo magistralmente, ma il carioca Loureiro è l’unico che, più di una volta è riuscito a stupirmi. Con la sua facilità nel suonare anche i pezzi più complessi era una soluzione fisiologica perfetta per la macchina da guerra di Mustaine. Abilità che si riconferma, dopo “Symphony Of Destruction” e Peace Sells”, sulla conclusiva “Holy Wars… The Punishment Due”. In scaletta c’era anche “The Mechanix” fatta fuori per tempo o per questioni fisiche. Tutto sommato tour chiuso non nel migliore dei modi, ma l’abbiamo portata a casa. Non è certo la miglior volta che ho visto suonare e cantare Dave (gli altri musicisti tutti impeccabili – promosso anche LoMenzo), ma tutto sommato si trattava dell’ultima data e c’era tutta l’emozione di essere in Italia, la nuova casa del nostro beneamato cantante.
Cosa dire? Una serata tutto sommato ben riuscita e divertentissima. Qualche pecca e imprecisione organizzativa e dei gruppi, ma nessuno è perfetto. E’ stato bello così. Torniamo a casa con qualche goccia d’acqua in un fine agosto davvero caldo e quasi alla fine dei festival estivi. Presto inizieranno i concerti al chiuso… e noi ci saremo!
MESSA
KATATONIA
LACUNA COIL
MEGADETH
Bravissimi ragazzi, gran bel report ;)
Che bello questo nome e questo logo.. ci sei sempre, anche nei momenti più bui ! ! !