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In uscita proprio oggi, questo disco dei Gama Bomb è l’ottava fatica dei thrasher irlandesi.
BATS è il primo loro album ad essere interamente autoprodotto; un lavoro che viene definito uno dei loro dischi più strani a detta del quintetto stesso. Insomma, siamo sempre stati abituati a stranezze già dai tempi dell’esordio con Survival Of The Fastest. In questo caso, più che strano, direi che sono stati esplorati altri territori preferendo la sperimentazione alla velocità.
La gran parte del disco è stato inciso nello studio in casa di Domo a Dublino, e il missaggio e masterizzazione sono stati curati dello stesso chitarrista, eppure la produzione non ne ha minimamente risentito. La bellissima copertina e tutta la grafica è ispirata alla cultura pop degli anni sessanta ed è opera di Graham Humphreys il quale oltre a collaborare da diverso tempo con i nostri, è l’artista di poster iconici quali A Nightmare on Elm Street, Evil Dead e What We Do In The Shadows .
Per arrivare al dunque, i riff graffianti delle chitarre e la voce al vetriolo di Philly Byrne sono ancora una volta i classici ingredienti di questo Bats, ma come già detto sopra, rispetto ad altri lavori, c’è un certo rallentamento a favore di sonorità più heavy. Quello che a mio avviso manca è qualcosa di immediato e diretto. Quasi tutti i brani sono eseguiti entro il limite dei tre minuti o poco più esclusi quelli con collaborazione. Infatti in “Egyptron” e “Bats In Your Hair” abbiamo due ospiti particolarissimi. Il rap del pioniere dell’hip hop The Egyptian Lover sulla prima e un assolo di sassofono dell’irlandese Gavin Kerins sulla seconda.
Cosa dire? E’ un cazzo di disco dei Gama Bomb. Ci si può ricamare sopra di tutto e ogni critica e congettura fa parte del gioco, ma il thrash dei quattro irlandesi è più che vivo. A mio avviso l’apice della loro pazzia è stata toccata con i primi quattro lavori che culminano con Tales From The Grave In Space e The Terror Tapes, ma siamo ancora su livelli più che pregevoli.
Grandissimo ritorno!