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Il rock di frontiera Americano attacca con corde che avanzano in uno Stoner Psichedelico; la chitarra distorta diventa limpida in un arpeggio arabeggiante. È il preludio che anticipa la voce che intona un flamenco cristallino.
Le parabole vocali echeggiano su Siviglia, in progressione con le corde e il sintetizzatore. La batteria rallenta, cadenzando i lamenti in preparazione a nuovi virtuosismi gitani; la chitarra cede, lasciando il basso e la batteria a marciare sotto la linea vocale che si contorce in continui cambi tonali.
I Derby Motoreta’s Burrito Kachimba (DMBK) ipnotizzano con il fascino antico del sultanato andaluso, catturato dalla psichedelia del rock allucinogeno. Il loro suono originale, abbracciato da molte formazioni iberiche, è qui portato a nuove vette di originalità. Nessuna band rock spagnola o americana suona con la freschezza moderna dei DMBK, autentici nelle loro influenze tradizionali, ma mai derivativi.
Non importa se consideriamo la traccia rock “El Valle,” l’andalusa “Turbocamello,” la folk “Gitana” o la psichedelica “La Cueva”; tutto suona come la contaminazione musicale distintiva di questa band.
I DMBK sono un gruppo veramente unico, che fonde vari stili ispirandosi ai pionieri del rock andaluso come i Triana, ma anche Lole y Manuel che hanno reinterpretato le radici del flamenco per renderlo accessibile a un pubblico più ampio. Si notano anche influenze di blues rock come nel brano “Porselana Teeth”, e rock progressive psichedelico, come nella canzone “Somnium Igni Pt 2”. i DMBK tracciano la propria strada, incorporando, forse involontariamente, tutte queste influenze in un crogiolo musicale che si sviluppa con una sua identità distintiva.
La grafica dell’album cattura perfettamente questo mood. Un occhio occulto e primordiale intrappolato in un tarocco mistico, popolato da divinità ataviche del centroamerica precoloniale, domina le montagne andaluse sotto un cielo allucinogeno. Nella pupilla, il sacro vulcano è un tubo di scarico e un apparato organico.
Paradossalmente, nonostante la difficoltà nel descrivere questo disco, la musica stratificata dei DMBK giunge immediata e pulita, immune dagli orpelli virtuosistici del Progressive.
Un lavoro magistrale.
Ringraziamenti
Grazie a Roberto Fouces per avermi fatto scoprire questo album e avermi aiutato a scrivere questa recensione.
Ci vediamo presto a León!