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In seguito al loro album di debutto To Live Is To Suffer (2017) e a numerosi cambi di formazione, l’ormai trio serbo tutto al femminile Jenner sembra aver trovato una direzione artistica sempre più a fuoco e convincente a livello sonoro.
La più che decennale esperienza di di concerti dal vivo, più di recente testimoniata dall’apertura dei concerti estivi degli “Epica” ha saputo consolidare gli ingredienti thrash metal più pesanti al servizio di una proposta artistica seppur non particolarmente innovativa comunque coerente e genuina.
Il singolo di apertura “No Time For Prayer” ci introduce all’aggressività vocale di Aleksandra Stamenković (voce e chitarra), che in questo disco dimostra un certo gusto anche nella scelta dei virtuosismi mai eccessivi creati sulle sei corde, si pensi ad esempio al suo apporto alla titletrack e sull’emblematica seppur più tradizionale “Born For Something More”. Anche l’aspetto ritmico non va sottovalutato, il lavoro congiunto della batteria di Selena Simić, impreziosita dal basso di Anja Mirković, dona una struttura meno banale a brani che altrimenti appesantirebbero l’opera nel complesso come “Not Even You” e “Never Say Die”, che in effetti forse risultano le migliori tracce del disco per compattezza e fantasia compositiva.
Di certo non mancano alcuni passi falsi come “Down In The Pit” che, forse penalizzata da una struttura più prevedibile, non riesce a distendersi compiutamente e a raggiungere i picchi di immediatezza commerciale di “Eye For An Eye”.
I testi sono scuramente all’altezza del genere proposto, sebbene la qualità della scrittura sia piuttosto altalenante e non offra mai particolari sorprese, risultando a tratti ridondanti. “Laws Of The Weak” offre però una degna conclusione all’opera che termina con un brano equilibrato e soddisfacente fin dai primi ascolti nonostante superi tranquillamente i 6 minuti di durata. Con una leggera riduzione di alcune tempistiche in tracce meno ispirate avrebbero sicuramente giovato ad all’ascoltabilità del disco, che per certi versi rimane inizialmente più pesante.
Nonostante alcune evidenti opportunità di miglioramento, siamo sicuri che il trio serbo abbia imboccato la strada giusta e che proseguendo in questa direzione sapranno convincere anche gli ascoltatori più scettici, i fruitori più dogmatici convinti che il thrash metal non abbia più molto altro da offrire specialmente quando così classico e tradizionale, per convincerli del contrario.