FATE – Reconnect ‘N Ignite

Titolo: Reconnect ‘N Ignite
Autore: Fate
Nazione: Danimarca
Genere: Hard Rock
Anno: 2024
Etichetta: Frontiers Records

Formazione:

Patrik Törnblom: tastiera
Torben Enevoldsen: chitarra
Peter Steincke: basso
Peer Johansson: voce
Søren Ryan: batteria


Tracce:

01. Around The Sun
02. Reason For Everything
03. This Won’t Last
04. I’m On Fire
05. Running
06. Hold On
07. Nowhere To Run
08. When It’s Over
09. Children Of A Lesser God
10. Feel The Burn
11. Under The Gun


Voto del redattore HMW: 7/10
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La Frontiers Records riesce a recuperare i danesi Fate dall’oblio in cui sono caduti nell’ultimo decennio dandogli la possibilità di riprendere il cammino interrotto qualche tempo fa. Il treno del successo è ormai passato inesorabilmente negli anni ‘80 quando nel 1985 debuttano con il loro omonimo disco in studio segnando la clamorosa scissione dei connazionali Mercyful Fate. La causa di questo split è del ribelle chitarrista Hank Shermann che lascia King Diamond per la sua inclinazione satanica e soprattutto per focalizzarsi sulla sua vera passione musicale, ovvero l’hard rock melodico di stampo americano. Negli anni successivi, i Fate hanno diversi cambi di formazione che portano lo stesso Shermann ad andarsene definitivamente nell’88, mentre il bassista Pete Steincke continua imperterrito a tenere unito il gruppo. Si arrende solo nel 1993, dopo aver pubblicato quattro album con Shermann, che lascia prima del lancio di Cruisin’ For A Bruisin del 1988. La resurrezione del combo danese avviene solo nel 2005 quando invitati al Deep Impact Festival in Germania, per una occasionale reunion, vengono accolti calorosamente da un pubblico che non li ha ancora dimenticati. L’album V è il passo successivo, poi il chitarrista danese Torben Enevoldsen (Section A/ Fatal Force) sostituisce Søren Hoff prima dell’uscita di Ghost From The Past del 2011 e di If Not For The Devil del 2013. Oggi, dopo anni di letargo, gli scandinavi ritornano sempre accompagnati dagli storici Steincke al basso e da Peer Johansson alla voce. Completano la formazione il già citato Torben Enevoldsen alla chitarra, Patrik Törnblom alla tastiera e Søren Ryan alla batteria. Reconnect ‘n Ignite è l’ottavo lavoro in studio che fonda il suo suono sulle radici AOR dei fondamentali anni ’80 aggiungendo il melodic metal di stampo statunitense e in parte nordico così caro a gruppi importanti come i Pretty Maids e i Bonfire.

Enevoldsen afferma: “Non vediamo l’ora che tutti ascoltino le nuove canzoni. Siamo tutti molto entusiasti del nuovo materiale e non vediamo l’ora di presentarlo ai nostri fan, vecchi e nuovi!”

Nel complesso questa nuova set list è ancora, e per fortuna, un hard rock tradizionale dal tocco metal che presenta anche qualche novità. Basti ascoltare l’apripista progressive e lunatico di “Around The Sun”, guidato dall’ugola sempre più roca e maligna di Johansson e da intermittenti riff chitarristici. Il pezzo è poi nel refrain molto incisivo e cattivo non solo grazie ai prolungati assoli elettrici della sei corde ma anche grazie ad una battente sezione ritmica. L’atmosfera sinistra continua in “Reason For Everything” per via di una ossessiva e ripetitiva tastiera ma anche tramite le diaboliche corde vocali del singer. Ancora una volta l’indisponente e provocatoria chitarra di Torben sprigiona riff metallici melodici intrecciati ad una martellante batteria. Fin qui i Fate fanno piacevolmente centro con irascibili riff e con una tellurica sezione ritmica che ricorda i tempi d’oro di Iron Maiden e Judas Priest. Dopo tanta ostilità sonora il ritmo si calma con la successiva e melodicissima, “This Won’t Last”, traccia di hard rock melodico, alla Pretty Maids e alla Royal Hunt, molto coinvolgente nell’orecchiabile ritornello ed eseguita sempre egregiamente dalla rauca voce di Peer che lascia comunque parecchio spazio ai virtuosismi chitarristici dell’ottimo Enevoldsen. Se il rapido e tirato, “Running”, sembra influenzato da un sound alla Motorohead o alla Accept; l’ottantiano e ipnotico singolo “Hold On”, delude un po’ nonostante sia veloce e robusto con la timbrica del cantante che si abbassa e si incattivisce ancora di più.  Solo la presenza di alcuni tocchi di tastiera riesce a portare a delle gradevoli armonie capaci di frenare la potenza di fantastici e incandescenti assoli di chitarra elettrica.

“Il nostro terzo singolo, Hold On, è liricamente un po’ più dark rispetto agli altri due singoli pubblicati finora, e anche molto aperto all’interpretazione. È comunque una canzone sull’essere onesti con se stessi e con tutti quelli che ti circondano, anche quando fa male. Una canzone sul mostrare i tuoi veri colori e sul non rinunciare a te stesso, sul non perdere la speranza e forse sul non sottovalutare le altre persone”, afferma ancora Enevoldsen.

Da segnalare la bella apertura con la doppia cassa in “Nowhere To Run”, un miscuglio di ritmi fantasiosi e intricati avvolti da melodie insidiose e intenzionalmente irregolari. Nel brano spiccano poi le terrificanti corde vocali del frontman, una tastiera prog e la fumante chitarra elettrica. Invece la cadenzata e robusta, “When It’s Over”, sembra uscita dalla mente geniale di Rob Halford o comunque dalla sua tenebrosa anima per un puro heavy metal di stampo inglese che sinceramente spiazza per ciò che si è sentito nei pezzi precedenti. Non so se tutta questa varietà sonora sia un bene o un male. L’Unica cosa certa è la coerenza nel cantare dell’oscura e buia voce dello straordinario Peer Johansson. Idem per la furiosa e rapida, “Children Of A Lesser God”, genuino e colante heavy metal di stampo britannico che non lascia assolutamente indifferenti. Queste piccole influenze dei Deep Purple si odono anche nella conclusiva e massiccia, “Under The Gun”, un sincero hard rock a stelle e strisce molto coinvolgente e duro con la chitarra elettrica sempre protagonista e in primo piano. Piace pure la classica e californiana, “Feel The Burn”, dal bel melodico e sdolcinato refrain arricchito dai soliti e incisivi assoli di chitarra. Johansson continua egregiamente ad interpretare le parti vocali con vigore e passione trascinando magnificamente l’armonia del pezzo. Reconnect ‘n Ignite è infine un disco strano e sorprendente in alcuni brani ma in fondo mantiene saldamente le radici metal melodiche del gruppo danese. Dopo undici anni di attesa i Fate ritornano in modo convincente grazie soprattutto al brillante lavoro di chitarra di Torben e alla straordinaria voce di Peer, che mostra ancora una volta il suo incredibile talento.

 

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