SODOM – Tapping The Vein

Titolo: Tapping The Vein - Ristampa
Autore: Sodom
Nazione: Germania
Genere: Thrash Metal
Anno: 1992 / 2024
Etichetta: Noise Records

Formazione:

Tom Angelripper – basso e voce
Andy Brings – chitarra
Chris Witchunter – batteria


Tracce:

1. Body Parts (2024 Remaster)
2. Skinned Alive (2024 Remaster)
3. One Step Over The Line (2024 Remaster)
4. Deadline (2024 Remaster)
5. Bullet In The Head (2024 Remaster)
6. The Crippler (2024 Remaster)
7. Wachturm (2024 Remaster)
8. Tapping The Vein (2024 Remaster)
9. Back To War (2024 Remaster)
10. Hunting Season (2024 Remaster)
11. Reincarnation (2024 Remaster)


 

12. Body Parts (Redux)
13. Skinned Alive (Redux)
14. One Step Over The Line (Redux)
15. Deadline (Redux)
16. Bullet In The Head (Redux)
17. The Crippler (Redux)
18. Wachturm (Redux)
19. Tapping The Vein (Redux)
20. Back To War (Redux)
21. Hunting Season (Redux)
22. Reincarnation (Redux)

Tracce CD 3

23. Body Parts (Alt. Version)
24. Wachturm (Alt. Version)
25. Reincarnation (Alt. Version)
26. Sodomy & Lust (Live In Cologne 1992)
27. An Eye For An Eye (Live In Cologne 1992)
28. Agent Orange (Live In Cologne 1992)
29. Skinned Alive (Live In Cologne 1992)
30. Better Off Dead (Live In Cologne 1992)
31. Ausgebombt (Live In Cologne 1992)


Voto del redattore HMW: 8/10
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Nel 1992 ci troviamo subito dopo Better Off Dead e prima di Get What You Deserve, durante quella che forse è stata la miglior vena creativa dei Sodom. I Kreator uscivano con Renewal e i Destruction erano fermi dopo la crisi di Cracked Brain. Il metal teutonico forse aveva giocato le sue carte migliori, eppure, almeno a me Tapping The Vein è sempre piaciuto. Un disco onesto, violento, grezzo abbastanza, ma con una produzione degna degli anni 90, a metà strada tra il primordiale e il patinato. In questo disco viene fuori tutta la malvagità di Tom Angelripper, il suo inglese con quel forte accento tedesco, che ha sempre fatto dei Sodom un gruppo tanto imperfetto, quanto sincero. Persino la copertina può essere considerata a modo suo una trasposizione del disco stesso e soprattutto delle sue sonorità. La mascotte knarrenheinz in primissimo piano è disegnata in stile piuttosto minimalista e sovrastata da un blu scuro interrotto solamente dal rosso del sangue nella siringa e della scritta del titolo, ancora una volta molto semplice. La priorità dunque è sempre la musica.

Il perché di questa ristampa è molto semplice. Non essendo mai stato ristampato in vinile (e poco anche in CD), Tapping The Vein stava diventando sempre più introvabile, ma soprattutto, costoso, sia per i fan che per i collezionisti. Ed ecco qui una nuova edizione completamente rimasterizzata, ma pur molto vicino all’originale. Il secondo disco invece è rimasterizzato completamente da Andy Brings (nel disco appare la dicitura REDUX ovvero restaurata). Questa seconda versione è più una curiosità e per i puristi più che trascurabile, dato che l’originale, era già perfetta così.

In formazione c’erano nel trio, oltre ad Angelripper, Andy Brings alla chitarra ancora ventenne all’epoca del suo ingresso in formazione nel 1991 e Chris Witchunter alla batteria, fino ad allora membro storico nonché fondatore (verrà sostituito da Atomic Steif proprio nel disco successivo).

L’edizione super deluxe include alcune versioni alternative di tre brani dell’album, oltre a tre concerti dal vivo inediti: Tokyo 1992, Düsseldorf 1992 e Colonia 1992 (l’ultimo concerto di Chris Witchhunter con i Sodom – scomparso poi successivamente nel 2008 per insufficienza epatica).

Per quanto mi riguarda, gli ultimi lavori dei Sodom sono molto meno interessanti e sono molto più affezionato ai loro primi lavori. Ho apprezzato moltissimo anche tutta la carriera del trio Angelripper/Bernemann/Bobby, ma dopo l’uscita di questi ultimi due, ammetto di aver meno interesse per il quartetto guidato da Angelripper. Per questo motivo, sono stato entusiasta della decisione di rievocare Tapping The Vein. Tutta la discografia dei Sodom ha troppe poche ristampe ed era sicuramente tempo di ritirare fuori qualcosa. Dopo Agent Orange del 2010, finalmente un altro grande disco è tornato alla ribalta. Un altro forte segnale che l’heavy metal e i dischi fisici sono ancora di tendenza, contro ogni previsione.

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