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Terzo titolo in acronimo per i Marble. La copertina ci immerge in un universo teatrale, in cui il concetto centrale ruota attorno ai personaggi femminili che hanno segnato la storia del teatro occidentale. Questo percorso traccia l’evoluzione stilistica delle rappresentazioni sceniche, partendo dalla tragedia greca di Euripide, passando attraverso il teatro inglese di William Shakespeare, fino ad arrivare al teatro sociale russo di Anton Čechov e al teatro moderno americano di Samuel Beckett.
Quello che emerge subito da questo nuovo lavoro è l’utilizzo di una batteria completamente avulsa da quanto ci si aspetterebbe da un disco heavy e progressivo. Il lavoro di Norman Ceriotti è davvero notevole e stupisce per la sua ecletticità. Tra blast-beat e ritmi forsennati, una buona registrazione, elevano la curiosità per questo T.I.M.E. il quale risulta originale e diverso dai lavori precedenti. Per non parlare dei tempi di doppia cassa! Veloci e ben sferrati in tutto il disco! La teatralità di Eleonora funziona benissimo nelle parti melodiche e nei cori, dove ormai è padrona e marchio di fabbrica del sestetto di Mortara. Più che nei passaggi “parlati” dove spesso la voce è troppo alta rispetto il resto degli strumenti. Stessa cosa dicasi per le tastiere. A volte troppo sostenute. Queste sono le parti più deboli della produzione, che tutto sommato risulta più che cristallina.
In T.I.M.E. è possibile trovare un po’ di tutto. C’è chi sicuramente nominerebbe qualche gruppo sinfonico con cantante femminile, ma non possono mancare paragoni a gruppi progressive. C’è del death metal e del black. Non solo nella batteria, ma credo che il gruppo abbia voluto accentuare alcune loro influenze e osare nella sperimentazione. Operazione riuscita.
La voce growl di Clode Tethra in “Heliosyncrasy” e nella conclusiva “Theater Is My Essence” è la prova concreta che questo funziona, ma abbiamo un altro ospite in questo disco. Si tratta di Ivan Adami degli Stranger Vision ad aiutare Eleonora dietro al microfono di “The Jester Duplicity”, un pezzo velocissimo e ricco di virtuosismi dove lo stesso Ivan si mette alla prova, utilizzando tutta la sua estensione vocale. Il duetto voce maschile/femminile funziona molto bene e decreta quello che è il pezzo per me più riuscito di tutte le dieci tracce.
I Marble si riconfermano ancora una volta un gruppo che sa uscire fuori dagli schemi con ottimi risultati. In una produzione quasi impeccabile, forse mancano alcuni accorgimenti che farebbero di questo prodotto, qualcosa di sicuramente più elevato ed appetibile al mercato internazionale.
Ndr : il disco esce senza votazione per imparzialità di redazione vista la presenza di un redattore in formazione