EMPIRES OF EDEN – Guardians Of Time

Titolo: Guardians of Time
Autore: Empires Of Eden
Nazione: Australia
Genere: Heavy/Power Metal
Anno: 2024
Etichetta: Massacre Records

Formazione:

Stu Marshall – Chitarre, Basso (tranne per le tracce 2, 3, 11), Batteria (tranne per le tracce 3, 11), Orchestrazioni

Rob Rock (Impellitteri) – Voce in “Guardians Of Time”
Darren Smith (Jake E. Lee’s Red Dragon Cartel) – Voce in “When Will It End”
Jonas Heidgert (Dragonland) – Voce in “Mortal Rites”
David Readman (Pink Cream 69) – Voce in “The Inner Me”
Sean Peck (Death Dealer) – Voce in “When The Beast Comes Out”
Tony Webster (Archetype) – Voce in “Stand United”
Louie Gorgievski (Night Legion) – Voce in “August Runs Red”, “Baptise This Hell”, “Baptise This Hell (Alternate Version)”
Jeff Martin (ex-Racer X) – Voce in “The Devil’s Only Friend”
Danny Cecati (Wicked Smile), John “Gio” Cavaliere (Black Majesty), Genevieve Rodda (Temtris) – Voce in “Baptise This Hell (Alternate Version)”
John Gallagher (Raven) – Basso in “Guardians Of Time”
Mike LePond (Symphony X) – Basso in “When Will It End” e “The Devil’s Only Friend”
Tony Truglio (ex-Liege Lord) – Chitarre in “Mortal Rites”
Anthony Fox (Temtris) e Aaron Adie (Elm Street) – Chitarre in “Baptise This Hell (Alternate Version)”
Clay T. (Arkenstone) – Batteria in “When Will It End” e “The Devil’s Only Friend”


Tracce:

01. The Dawn March
02. Guardians Of Time
03. When Will It End
04. Mortal Rites
05. The Inner Me
06. When The Beast Comes Out
07. Arabian Nights
08. Stand United
09. August Runs Red
10. Baptise This Hell
11. The Devil’s Only Friend
12. Baptise This Hell (Alternate Version)


Voto del redattore HMW: 5.5/10
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Stu, che delusione!

Non che abbia il diritto di dare del tu al dotato e poliedrico chitarrista australiano Stu Marshall, che ho ‘conosciuto’ nella reciproca gioventù con i mai dimenticati Dungeon, e che oggi è impegnato in almeno dieci progetti differenti… ma l’ultima fatica dei suoi Empires of Eden è francamente sottotono. Un peccato, davvero: ho seguito la band a corrente alternata e mi sono sicuramente perso qualcosa, ma Reborn In Fire è un disco che ancora sento spesso… questo nuovo Guardians Of Time, che sancisce il ritorno di questo progetto dopo quasi dieci anni di silenzio, non sfonda e non brilla nonostante l’ormai canonico (ma sempre impressionante) parterre di star coinvolte.

La opener nonché titletrack, stranamente, suona un po’ spenta: un mix abbastanza ordinario di power e hard rock, interpretata in modo non stellare da Rob Rock, con dei suoni di batteria molto compressi e arrangiamenti essenziali. “When Will It End” è un hard rock morbido, che nulla ha a che spartire con la successiva “Mortal Rites”, una bordata power/thrash veloce e incessante. Con “The Inner Me”, brano di buon hard rock virato Masterplan epoca di Meo, finalmente si ragiona, ma subito si ricade con “Stand United”, dove è deficitaria la prestazione canora di Tony Webster.

Forse anche per questo ha un certo fascino lo strumentale “Arabian Nights”, meno orientaleggiante di quanto il titolo lascerebbe pensare; verso la fine della tracklist si difende abbastanza bene il mid-tempo ‘molleggiato’, che alterna qualche elemento addirittura bluesy con accenni gotici, “The Devil’s Only Friend”. L’energica “Baptise In Hell” è presente in due versioni: il buon ritornello è esaltato in entrambe, ma forse la take con più tastiere e in versione leggermente più power, in cui intervengono ben tre cantanti e due chitarristi della scena australiana, suona meglio.

Un peccato che il disco presenti diversi difetti e poco mordente, ma qualche volta capita anche ai migliori.

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