HANGING GARDEN – The Unending (EP)

Titolo: The Unending
Autore: Hanging Garden
Nazione: Finlandia
Genere: Death Doom / Gothic Metal
Anno: 2025
Etichetta: Agonia Records

Formazione:

Mikko Kolari               Chitarra
Jussi Hämäläinen        Chitarra, Voce
Nino Hynninen            Tastiere
Antti Ruokola              Batteria
Toni Hatakka              Voce
Jussi Kirves                  Basso
Riikka Hatakka             Voce Femminile


Tracce:
  1. To Seize the Night  06:21
  2. The Passage             04:17
  3. Morgan’s Trail        04:00
  4. The First Sunrise    05:18

Voto del redattore HMW: 6,5 / 10
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Puntuali come orologi svizzeri, i finlandesi Hanging Garden tornano a pubblicare qualcosa sul mercato discografico.

Oggi giorno credo che alcune band, correttamente o meno saranno i posteri a dirlo, decidono a tavolino il loro posizionamento di mercato e la loro presenza in termini di proposta.
Non tanto quella musicale, poiché penso sempre che uno faccia musica perché se la sente dentro e non perché debba soltanto pagare le bollette.
Per quanto sappiamo che certe realtà lo fanno e lo dichiarano anche (e purtroppo si sente).

Fatto questo preambolo, parliamo di questi quattro brani sotto il titolo The Unending che escono in questo inizio di 2025 e che ritroviamo dopo un altro EP dello scorso anno e il disco “intero” del 2023. Premetto che il precedente EP è sfuggito ai miei padiglioni auricolari, ma, come sapete, la produzione mondiale di musica è a dir poco soverchiante e non si riesce a star dietro manco alle band che si seguono. Figurarsi andarne a pescare altre nuove cosa comporta.

Ebbene, musicalmente parlando, potrei pure prendere la recensione che già feci 2 anni fa e riproporvi gli stessi ragionamenti, in quanto la proposta dei nostri non si sposta di un singolo millimetro da quanto già detto. Il che potrebbe essere un bene o un male, a seconda di come si guarda il bicchiere.

Il problema è che lascia poco spazio per dissertare di un ascolto che scorre piacevolmente, in questo gothic metal a tinte molto solari e dalle melodie piacione, ma non stucchevoli, con uno stile che rimane su quella mattonella lì, quella tra gli Swallow The Sun e i Within Temptation meno tamarri, con qualche scorribanda tra i Depeche Mode o gli HIM, con il cantato femminile a condire il tutto di quel manto di eterea rugiada.

In sostanza, se vi piacevano i lavori precedenti, troverete pane per i vostri denti.
Al contrario, se già non trovavate soddisfazione, continuerete a passare oltre.

Rimangono un ascolto piacevole e che, azzardo, definirei mattiniero.
Perché è quel genere di disco che invoglia ad essere ascoltato la domenica mattina, quando apri la finestra, in un giorno soleggiato, ma freddo. In quel momento in cui ti rendi conto che la giornata inizia, ma che sta anche per avvicinarsi il momento della fine della settimana e del ritorno alle faccende quotidiane.
Quel dolceamaro che ogni tanto ci coglie.

Dolceamaro, appunto.

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