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23/01/2014 : Iced Earth + Warbringer + Elm Street – Rock ‘n’ Roll Arena, Romagnano Sesia (NO)
Nuova calata italica da parte dei paladini del power thrash a stelle e strisce, gli stessi ICED EARTH che continuano a trovare un perno inossidabile nel carismatico leader Jon Schaffer. Nuova formazione, anche rispetto all’ultima data a Trezzo sull’Adda, dove dietro le pelli c’era ancora l’italianissimo Raphael Saini, il quale compare oltretutto nei credits dell’ultima fatica “Plagues Of Babylon” (da poco data alle stampe sempre sotto l’egida della Century Media), mentre momentaneamente troviamo il turnista Jon Dette a massacrare il drumkit.
Il live è presso il Rock ‘n Roll di Romagnano Sesia (NO), con sorpresa nel vederlo così stracolmo di persone, quando il tour di “Dystopya” presso l’Alcatraz di Milano (e parliamo del palco piccolo) non aveva raccolto tutti questi consensi, pur avendo un bacino d’utenza sicuramente superiore. Forse mi trovo ad essere tratto in inganno dalle differenti dimensioni dei due locali, ma la sensazione è proprio quella che l’affluenza sia decisamente aumentata.
Troviamo i Nostri “spalleggiati” da due band che stanno vivendo attualmente un momento di notorietà a livello underground: parliamo degli Elm Street, giovane formazione australiana, autrice di una proposta heavy thrash ed uscita nel 2011 col debutto “Barbed Wire Metal” (tramite Stormspell), e dei Warbringer, ormai al quarto album con Century Media, quintetto statunitense ormai noto nel circuito thrash.
Giungo al locale nel momento in cui gli ELM STREET attaccano con la loro performance, peccato aver perso metà dei sei brani eseguiti per la coda in ingresso (buon segno per una serata ben concepita ed andata a buon fine). Il quartetto di Melbourne ci sa fare, giovani ma tecnicamente preparati (come d’altronde “impone” lo standard attuale), sanno come tenere il palco. Vengono ripagati da un pubblico che per una volta sembra meno freddo del solito, tributando i Nostri con calorosi applausi al termine di ogni brano e non solo. La voce roca di Ben Batres si staglia sopra un tessuto heavy thrash piuttosto inquadrato; poche sorprese dal quartetto, che probabilmente conquista parte dell’audience anche per la naturalezza, pur mancando d’originalità. Ottima band, certo pur sempre per palati non fini e tendenzialmente aperti alle nuove leve che poco hanno da aggiungere al genere.
Setlist Elm Street:
1. Heartracer
2. Barbed Wire Metal
3. Merciless Soldier
4. Heavy Mental
5. Face The Reaper
6. Elm St’s Children
Un veloce cambio di palco eseguito direttamente dalla band (niente roadies per i supporti), con i WARBRINGER pronti a mettere a ferro e fuoco l’audience del Rock ‘n Roll di Romagnano Sesia. Orfani del batterista Carlos Cruz ma coadiuvati da Blake Anderson, già dietro le pelli dei Vektor, con Adam Carroll nuovamente alla chitarra (il primo sicuramente uscito in tempi recenti dalla band, il secondo di nuovo nei ranghi, non si sa per quanto), il quintetto offre uno spettacolo potente, ricco di quella grinta che molte band giovani sembrano aver perso per strada. Con la sua presenza scenica notevole, il cantante John Kevill dimostra d’essere uno dei migliori frontman della nuova ondata, intrattenendo il pubblico sulle note di vecchi e nuovi brani della band. Non mancano quindi le bordate di “Living Weapon”, “Total War” (lo si potrebbe definire classico della band), “Living In A Whirlwind”, “Severed Reality” e “Demonic Ecstasy”, senza dimenticarsi di promuovere la quarta fatica della band, “IV: Empires Collapse”, uscito a fine 2013, estrapolando alcuni fra i brani più tosti di un album notevole, quali “Iron City” (sulla quale si vedono molte teste scapocciare), “The Turning Of The Gears” ed il singolo di lancio “Hunter-Seeker”. Dagli esordi incerti, i Warbringer dimostrano ora una certa professionalità e sicurezza sul palco, ponendosi ad un livello decisamente invidiabile.
Anche questa volta di movimento a fronte palco ve n’è stato poco; ma si sa, i paganti erano per la maggior parte presenti a supportare gli headliner, ed i loro sostenitori non sono di certo fra i più frenetici, preferendo di gran lunga l’ascolto “passivo” all’ “azione”, come dimostrato in seguito…
Setlist Warbringer:
1. Living Weapon
2. Severed Reality
3. Iron City
4. Demonic Ecstasy
5. The Turning of the Gears
6. Total War
7. Living in a Whirlwind
8. Hunter-Seeker
Giunge il momento tanto sospirato ed atteso da molti, in primis considerando che il tour europeo degli ICED EARTH, prima di unirsi in precedenza ai Volbeat, era già pianificato da parecchi mesi. Il ritorno – dopo più di due anni e freschi di un nuovo capitolo discografico – della band power thrash per eccellenza (ma sì, diciamo le cose come stanno, con buona pace di Rage e compagnia bella), richiama come già detto una folla non indifferente, seppur le set list delle sere precedenti hanno definitivamente convinto molti a non presenziare, considerato come non si sia attinto dal passato più rinomato della band come un tempo. “Night Of The Stormrider” e “Burnt Offerings” non sono stati contemplati minimamente, l’esordio “Iced Earth” ha visto solo il classico che dà il nome alla band in chiusura concerto, come di consuetudine; certo chicche come “Jekyll & Hyde” (da “Horror Show”, album controverso ma riuscito in più punti), “Blessed Are You” e “A Question Of Heaven” riescono a ripagare molte assenze, quantomeno i fan sfegatati della band non hanno sicuramente avuto problemi di sorta al termine della serata.
Come già detto line-up nuovamente rimaneggiata, come sempre la nota stonata degli Iced Earth; per chi scrive, la scarsa identità che ultimamente caratterizza la band non è di certo un incentivo nel seguirla. Schaffer resta il pilastro, l’unico membro davvero indispensabile nel computo finale, ma la mancanza di un “Brent Smedley qualsiasi” si fa comunque sentire. Bando ai sentimentalismi, veniamo alla performance della band.
Sul palco vediamo comunque cinque elementi affiatati; sugli scudi il buon Stu Block, che non riuscirà certamente a colmare il vuoto lasciato da un cantante d’eccezione come Matthew Barlow, ma sa tenere il palco (forse troppo “assoggettato” al tiranno, che continua a citare presentando alcuni brani, senza essere minimamente ripagato dall’attenzione di Schaffer) e si barcamena molto bene fra brani che tutto sono fuorché semplici da gestire vocalmente. Ancora una volta mi ha convinto la prova solista di Try Seele, continuando a non comprendere il perché dell’astio che troppe volte si legge in rete; per capirci, anche le partiture dei precedenti solisti sono state eseguite mantenendosi il più possibile “fedele alla linea”, cosa chiedere di più?
Partenza dedicata ovviamente al nuovo album, con la cadenzata titletrack ad aprire le danze, seguita dalla bordata “Democide”, di certo un tributo ai vecchi Iced Earth. Primo amarcord della serata, con la cupa “Dark Saga” a scaldare gli animi ancora freddi, seguita dalla nuova power ballad “If I Could See You”, la prima di quattro che verranno proposte nel corso del live; ci pensa “Disciples Of The Lie” a tornare a pigiare sull’acceleratore, con “Jekyll & Hyde” a seguire e meravigliare quanti non hanno smesso di seguire la band negli anni. Toccante la riproposizione di “Blessed Are You”, che vede finalmente un po’ più partecipe l’audience, con parecchi dei presenti a “dividere” il cantato con Stu Block; seguono a ruota brani passati e presenti, fra cui la maestosa “Red Baron/Blue Max”, “Peacemaker”, la terremotante “Vengeance Is Mine”, “Cthulhu”, “My Own Savior”, “The End?”, per concludere con la classica ciliegina sulla torta, l’immensa “A Question Of Heaven”, inspiegabilmente vissuta quasi con distacco dal Rock ‘n Roll tutto. Non manca l’encore, con la candidata a futuro classico in scaletta “Dystopia”, la classica “Watching Over Me” (onestamente più che sostituibile con altre chicche, ma de gustibus), per concludere con il classico “Iced Earth”, immancabile saluto della terra ghiacciata.
Un concerto da manuale, con un turnista devastante, ma pur sempre “estraneo” alla band; come al solito, almeno la percezione è stata tale, la chitarra di Jon Schaffer sovrastava il resto, pur ripagando in termini di qualità ritmica decisamente elevata, come è lecito aspettarsi dal nostro buon tiranno. Se la scaletta, vista così, sembra deficitaria dei brani che hanno fatto la storia degli Iced Earth, non si può non premiare la ricerca di brani meno proposti negli anni e distaccati dalla solita setlist per rendere felice il pubblico, opzione che non tutti prendono in considerazione, col rischio di aspre critiche.
Un’altra serata memorabile, un’altra prova da maestro, un altro colpo messo a segno: grandi Iced Earth!
Setlist Iced Earth:
1. Plagues of Babylon
2. Democide
3. Dark Saga
4. If I Could See You
5. Disciples of the Lie
6. Jekyll & Hyde
7. Among the Living Dead
8. Blessed Are You
9. Red Baron/Blue Max
10. Peacemaker
11. Vengeance Is Mine
12. Cthulhu
13. My Own Savior
14. The End?
15. A Question of Heaven
Encore:
16. Dystopia
17. Watching Over Me
18. Iced Earth
Grande Pol! Bel report!
Grazie Gian… non fossi così ebete da averlo pubblicato due mesi dopo, sarebbe ancora meglio…