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A distanza di tre anni dalla loro ultima fatica, gli italiani Adramelch pubblicano il loro quarto album. Dato che ne erano trascorsi ben sette tra il secondo ed il terzo e addirittura diciassette tra il primo ed il secondo, questa è già una notizia. Purtroppo proprio adesso che stavamo cominciando a prenderci gusto, la band decide che questo sarà anche l’ultimo album della carriera, comunicando la propria decisione di sciogliersi. È un vero peccato, visto che i milanesi non hanno mai sbagliato un colpo e quest’ultimo lavoro ne è l’ulteriore conferma: possiamo già affermare con certezza che ci mancheranno!
Ad occuparsi della pubblicazione di “Opus” è la Pure Prog Records, sottoetichetta della famiglia Pure Steel Records.
La scelta lascia intuire quali siano in estrema sintesi gli orientamenti musicali dell’album: un disco progressivo, a cui il prefisso metal andrebbe stretto e potrebbe risultare fuorviante, tale è la propensione degli Adramelch ad aprirsi in maniera più ampia al rock in senso lato. Il risultato è una collezione di dodici pezzi, tutti assolutamente splendidi, dove spiccano la melodia ed un accentuato lirismo, dosate con maestria ed in grado di lasciar trasparire con personalità l’impronta italiana.
La voce sempre ben riconoscibile di Ballerio mostra forse il meglio di sé, spiccando pur senza rubare la scena agli strumentisti. Da segnalare “Northern Lights”, dove Ballerio è accompagnato dalla voce femminile di Aileen Pala (Thought Machine, Holy Shire). Tutto il disco è di alto profilo ed è un vero piacere ascoltarlo interamente, senza scivolare nella tentazione di soffermarsi su di un pezzo in particolare.
“Opus” è un disco elegante, raffinato e maturo dove le composizioni conquistano dopo ogni ascolto, lasciandosi apprezzare grazie alla ricchezza che le contraddistingue. Allo stesso tempo resta un disco molto immediato in virtù delle melodie orchestrate, che lo rendono di facile assimilazione. Sicuramente si tratta di un lavoro emozionante, in cui a tratti riemerge più chiara la matrice metal (come in “Ostinato”), ma nel quale sono le atmosfere (tendenzialmente dai toni drammatici melanconici) a farla da padrone piuttosto che la potenza. È un album emozionante e poetico prima ancora che tecnico (ogni musicista qui compie un lavoro egregio).
I suoni e la produzione pulita (curata da Guido Block) valorizzano ogni traccia e ci consegnano davvero una grande opera, che sicuramente ad avviso di molti sarà anche la più riuscita e bella tra le quattro che compongono la discografia degli Adramelch.
Restano da tributare i meritati onori ad una band che deve rappresentare un orgoglio per la scena metal italiana, pur avendo sempre militato a livello underground (ma c’est la vie, come si suol dire). Noi intanto continueremo a godere ancora a lungo di “Opus”.
Tracklist:
01. Black Mirror
02. Long Live The Son
03. Pride
04. Northern Lights
05. Only By Pain
06. A Neverending Rise
07. Fate
08. Ostinato
09. As The Shadows Fall
10. Forgotten Words
11. Trodden Doll
12. Where Do I Belong
Line-up:
Vittorio Ballerio – voce
Gianluca A. Corona – chitarra
Fabio Troiani – chitarra
Sarmax – basso
Sigfrido Percich – batteria
Gualtiero Insalaco – tastiere
Sito ufficiale: www.adramelch.com
Facebook: https://www.facebook.com/AdramelchOfficial
Etichetta Pure Prog Records: http://www.pureprog-records.com
Bella rece, bravo Valerio!
Con loro sono rimasto a “Broken History”, bellissimo album!
Grazie Alessio, devo ammettere che quando un disco è così bello diventa tutto più facile ;)
“Broken History” è un altro grande album!