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A distanza di un solo anno da “Anotheround” i National Suicide tornano con un disco (“Massacre Elite”) che ha fatto la nostra felicità. Dunque con tanto materiale a disposizione e una grande curiosità per la band trentina abbiamo deciso di contattare Stefano Mini, vocalist del combo thrash alpino per verificare cosa c’è dietro i loro dischi, i testi e l’onestà di un gruppo che a noi è sempre piaciuto. Orgoglio del thrash made in Italy, i National Suicide nelle parole di Stefano sono proprio come su disco, puri e sinceri. A voi e buona lettura.
Ciao Stefano! Vorrei partire dal chiederti come mai sono passati sette anni dal primo disco e solo uno dal precedente!
Ciao a te, Ivan! Questo è successo perchè, dopo parecchi tentativi, abbiamo finalmente trovato il giusto assetto e la formazione ideale dal punto di vista tecnico, personale ed attitudinale. Negli anni abbiamo tentato diverse soluzioni, collaborato con gente validissima, ma alla fine ci ritroviamo con i 4/5 della band originale e l’inserimento di Valle al posto di Bob: il cerchio si è chiuso nel migliore dei modi.
Il precedente “Anotheround” ha ricevuto pareri discordanti e alcune critiche rispetto al debutto “The Old Family Is Still Alive” piaciuto invece all’unanimità. Cambieresti qualcosa oggi di “Anotheround”?
Dal punto di vista delle vendite, nell’arco del primo anno “Anotheround” ha venduto un po’ più di “The Old Family Is Still Alive”; mentre la media matematica dei voti attribuiti dalla critica (una cinquantina di testate) ai due album è stata identica: 7,5/10. Naturalmente non è paragonabile l’entusiasmo con cui ai tempi fu accolto il primo album, sia perché usciva al momento giusto rispetto alla tendenza che vedeva il ritorno dell’Old School, sia perché già da qualche anno avevamo coltivato, insieme ad altri amici, una bella scena Underground compatta e vitale, che attraverso il passaparola seppe farci conoscere nei giusti ambienti nazionali ed internazionali.
Certamente “Anotheround” non ha goduto della giusta produzione e, per rispondere alla tua domanda, gli rifarei completamente tanto i suoni quanto il mixing: se suonasse come “Massacre Elite”, credimi che spaccherebbe allo stesso livello. Canzoni come “Scene Of The Crime” o la stessa “Anotheround” rimangono fra le mie preferite e verrebbe valorizzata anche una “Nobody’s Coming”, che già così è fra le track più richieste in sede Live. Diciamo anche che se la maggior parte del lavoro compositivo su “The Old Family is Still Alive” era stato a carico di Bob (eccezion fatta per “Let Me See Your Pogo” e “Wanted”, composte da Tiziano), con “Anotheround” Tiz ha dovuto cimentarsi con il 100% della composizione, trovare un proprio stile, tentare soluzioni per noi inedite. Ci può anche stare che, per sua natura, la crisalide non fosse ancora del tutto farfalla: speriamo, con questo terzo lavoro, di aver tolto qualche dubbio dalla testa degli Amici meno convinti.
Trovo un riavvicinamento al sound del primo disco con “Massacre Elite”. Come avete composto i brani di questo ultimo lavoro?
Se intendi dire che abbiamo dato una pestata sull’acceleratore e che siamo tornati ad un sound più rude, ad una maggiore aggressività, posso anche essere d’accordo con te; ma i due album sono molto diversi, per quanto ovviamente possano differire due album dei National Suicide. Questa volta Tiz è arrivato in sala con nove canzoni dalla struttura e dal riffing già praticamente ottimali. Ivan, Valle ed Ema si sono limitati ad alcuni aggiustamenti, mentre io ho inserito le linee vocali e scritto i testi in base alla metrica desiderata, suggerendo poi qualche stacchetto qua e là.
Le copertine sono dei lavori molto old school. Come nascono e chi è l’artista?
L’artwork è dell’amico Ivan Fu, che ha pensato di sviluppare l’idea originale che Mattia aveva utilizzato sul primo Album. Così lo Zombie vendicatore, il National Suicide, l’incarnazione stessa dello Spirito dell’Old School, si sta progressivamente rimpolpando grazie a pasti regolari e sta prendendo forma umana, nascendo ad una nuova vita. Non più un semplice ammasso di ossa ammuffite, i poveri resti dei tempi d’oro, ma pelle, carne e sangue del 2018. To be continued …
Cosa c’è dietro al titolo “Massacre Elite”?
“Massacre Elite” è ovviamente dedicato ai vecchi Amici che negli anni non ci hanno abbandonato e ai nuovi Amici che ci scoprono oggi e vengono a sfasciarsi ai concerti. Se tu potessi vedere dal palco quel che accade al culmine di certi nostri Show, capiresti che nessun titolo avrebbe potuto rendere meglio l’idea. E’ tutta un’orgia di sudore, urla, canti, sangue e bicchieri di plastica mezzi pieni tenuti in alto senza speranza, ma con eroica convinzione; gente che cade e si rialza, pogo violento ed abbracci fraterni. C’è qualcosa di magico e commovente che sale a noi dalla Front Line, assieme a tutta quella adrenalina .
Alcuni titoli mi hanno particolarmente incuriosito. Di cosa si parla nei vostri testi? In particolare vorrei saperne di più su “Pisshead”, “I’m Not A Zombie” e “Old, White And Italian”.
Le nostre canzoni sono cortometraggi di fantasia, per lo più ispirati a fatti, persone o situazioni reali. “Pisshead” tratta dello sclero assoluto in cui siamo immersi, della testa che si riempie fino a scoppiare, dello stress e del nonsenso attorno a cui gira il nostro mondo e che poi ti porta a trovare un amico, un ubriacone, una pacifica “Testa di cazzo” come tante, morto ammazzato all’angolo di una strada. “I’m Not A Zombie (Anymore)” parla di noi cinque della Band, di come il contatto con il Pubblico ci renda vivi, del clima psicologico in cui entriamo ad ogni Show. “Old, White, An’Italian”, invece, parla di un italiano di mezza età, emigrato in una qualche città anglosassone, che non ha alcuna intenzione di farsi mettere i piedi in testa. Siamo spesso sputtanati all’estero e anche qui da noi c’è chi si allarga, ma non è mai bene sottovalutare un vecchio Italiano con le palle girate e una vita di merda passata in strada: soprattutto quando ci son soldi di mezzo.
Da cosa nasce invece il nome della band e come vi siete trovati a suonare assieme?
Ho sentito pronunciare le parole “National Suicide” da Blackie Lawless in una canzone dei WASP. Io ed Ivan suonavamo da qualche tempo in una Cover Band chiamata Riven, alla quale si sarebbe poi aggiunto anche Bob. Proponevamo un repertorio tratto da Album di Slayer, Overkill, Exodus, Megadeth e compagnia bella. Quando la Band si sciolse e noi decidemmo di continuare a fare roba nostra, pensammo che quello sarebbe stato il nome perfetto per una Old School Thrash Metal Band. Ed in effetti …
Oggi a 10 anni dall’inizio cosa è cambiato tra di voi, nel sound e nel modo di vedere la musica?
Gli anni sono ormai quasi 13, a dire il vero … I più giovani sono cresciuti, maturati ed i rapporti interpersonali sono migliorati perché c’è meno Ego di mezzo. Nella Musica è cambiato poco o niente, se non forse che stiamo attingendo a più possibilità che in passato, pur rimanendo assolutamente fedeli alla Linea. Di certo, stiamo arrivando al “nostro” suono, stiamo maturando come musicisti, come compositori e devo dire che l’ingresso di Valle ha portato qualcosa di importante a livello umano: pur essendo un professionista, lui in strada ci vive per davvero e, da questo punto di vista è la persona meno “poser” che abbia mai conosciuto. Che Dio lo benedica.
Avete una spiccata ispirazione a gruppi come Overkill e Exodus, tanto da risultare spesso molto simili, soprattutto per il timbro vocale. Non voglio essere provocatorio, perché a me questa scelta piace tantissimo, ma cosa risponderesti a chi dice che esistono già gruppi con queste peculiarità?
Essendo una Band Old School, sentirai in noi tutta l’influenza del grandi vecchi della West come dell’East Coast: Overkill, Exodus, Megadeth, Metallica, Nuclear Assault, Slayer ed Anthrax. Per quanto riguarda me, mi piacciono tutte le voci acute e gaglioffe, a partire da Bon Scott, Udo ed Angry Anderson, per arrivare a Souza e Blitz. Nel Thrash non sono stati molti a cantare in questo modo ed è inevitabile essere paragonato ai pochi che l’hanno fatto.
Spesso suonate a ritrovi di motociclisti e mi pare di capire che siete membri di un motorclub italiano. C’è un nesso tra musica e motori per voi e per la band?
No Ivan, in realtà l’ambiente motociclistico predilige un genere più vicino al Rock’n’Roll o comunque piuttosto lontano dal tipo di Thrash Metal che propongono i National Suicide. Io poi sono l’unico della Band a far parte di un MC… Direi che per la band in quanto tale non c’è alcun nesso particolare fra i due mondi tranne che a livello di testi. In effetti, traendo spunto dalla vita vissuta, mi capita di accennarvi più o meno indirettamente.
Quali sono le vostre ispirazioni compositive e quali gruppi ti trovi ad ascoltare oggi?
Le ho nominate prima: Slayer, Exodus, Megadeth, Overkill… Chi più per il riffing, chi più per il ritmo e la metrica, chi più per il solismo. Oggi ascolto tutto quello che sa di strada e sentimento non preconfezionato, dal Rock’n’Roll al Punk, al Thrash Old School, anche proposti da formazioni più recenti se ne vale la pena. Perché no? In fondo, siamo fra queste.
E 10 anni fa invece quali erano le tue ispirazioni?
Le stesse di 30/35 anni fa; le stesse di sempre. Non parlo tanto di certe band in particolare, quanto di un modo particolare di veicolare l’Energia attraverso il ritmo, il pathos, il testo e la metrica. La tecnica è importante solo se riesce ad amplificare l’idea di base, a renderla ancora più efficace, se riesce insomma a mettersi davvero al servizio del pezzo.
Il 6 ottobre a Trento c’è stato il release party del disco e da allora avete fatto diverse date. Ne avete altre pronte o news per sapere dove e quando ritroveremo i National Suicide su un palco?
La nostra prossima data sarà l’8 Dicembre al Blue Rose di Bresso (Mi) Nel 2018 poi ci sono in ballo buone cose, ma per ora non dico nulla.
Da sempre è nota la difficoltà di esprimersi e suonare per una band italiana. Voi cosa mi dite delle vostre problematiche o successi live?
Oggi per suonare in contesti interessanti devi essere davvero tanto richiesto dal pubblico, o avere un buon promoter alle spalle. Non è così scontato che le due cose in realtà coincidano. Le situazioni autogestite sono sempre meno, ed i locali si arrangiano con band che scelgono di suonare gratis, o addirittura di pagare di tasca propria pur di ottenere uno palco su cui esibirsi. Per quanto ci riguarda, fortunatamente siamo ancora abbastanza richiesti e contiamo che le cose migliorino ulteriormente con l’uscita di “Massacre Elite”. C’è però da dire che non abbiamo ancora un promoter; e questo perché non potremmo garantirgli dei veri e propri tour promozionali all’estero, dati gli impegni lavorativi di quasi tutti noi. Puntiamo a date singole e speriamo, nonostante questo, di trovare uno spazio in cartellone quando scenderanno in Italia i nomi davvero interessanti, con alcuni dei quali già in passato abbiamo avuto l’onore di condividere lo stage (Exciter, Sodom, Tankard, Assassin, Onslaught, Artillery…). Si tratta di occasioni importanti per chi, come noi, vuol far sentire la propria voce a partire dall’Underground.
Essendo vicini al confine, avete avuto delle possibilità di suonare oltreconfine?
Suoniamo praticamente ogni anno in Germania e Spagna, ma credo che la prossimità conti poco. Piuttosto, queste nazioni pullulano di Heavy Metal Club, ciascuno promotore di un proprio festival annuale. Si tratta della forma più bella di autogestione su cui il nostro genere possa attualmente contare.
National Suicide – Take Me To The Dive Bar
National Suicide – Official launch lyric video and release new single "Take Me To The Dive Bar"The album "Massacre Elite" will be out September 22th. Go here to pre-order: http://smarturl.it/6924b2
Pubblicato da Scarlet Records su Martedì 29 agosto 2017
Cosa ti aspetti dal futuro della band e quali saranno i prossimi passi?
Mi aspetto di suonare e divertirmi finchè ancora ho fiato in corpo. Mi aspetto di incontrare gente come me, che indipendentemente dall’età non confonde lo spirito sinceramente Old School con le pataccherie vintage di certa poseranza. Mi aspetto di migliorare, grazie alle splendide persone che suonano con me; e di vedere “Massacre Elite” giustamente valorizzato, nonostante la carenza di metodo, a livello commerciale, che da sempre ci contraddistingue (meno male che c’è Scarlet). Progetti futuri, dici? Più che altro un’idea ancora da definire… Il sogno di un Concept Album…
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Etichetta Scarlet Records – www.scarletrecords.it