Crossfaith – Deus Ex Machina (2018)

Titolo: Deus Ex Machina
Autore: Crossfaith
Genere: Elettrocore, Metalcore, Heavy Rock
Anno: 2018
Voto del redattore HMW: 7
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Sono passati sei anni dall’uscita di “Xeno”, un lungo periodo di scontri tra luci e tenebre, i destini sono affidati alle nostre mani ma solo i demoni sveleranno la soluzione o meglio i contenuti di “Deus Ex Machina”, nuovo album dei Crossfaith uscito lo scorso 3 agosto. Dopo l’intro del brano testuale di apertura “Deus Ex Machina”, la catastrofe raggiunge il suo apice appunto sulle note di “Catastrofe”, brano prettamente elettrocore (anche troppo) sorretto da venature melodiche e sci-fi nel chorus; l’incubo non è ancora finito e con “The Perfect Nightmare” i Crossfaith attingono a sonorità più heavy anche se la linearità voce-ritmica a tratti sembra un pelino confusionaria ma nel complesso sicuramente più aggressiva e tenebrosa del brano precedente.
Con “Destroy” (feat. Ho99o9), band americana di industrial hip hop, si apre la sezione se vogliamo dire più creativa del disco con sonorità più a presa diretta-stereo, nuove se pensiamo al sound standard dei Crossfaith ma non originali in quanto già introdotte negli Ep precedenti. E chissà perchè il brano successivo “Freedom” (feat. Rou Reynolds from Enter Shikari) è un brano già presente nell’EP omonimo così come “Wipeout”, come se “Deus Ex Machina” fungesse un pò da sunto di tutti i brevi lavori proposti in questi anni ma che mi fa storcere un pò il naso in merito all’idea del concept stesso.
“Make A Move” lo definirei il brano kitsch del disco con questo intro hip hop che grida vendetta (caro Kenta rappare non fa per te) ma che si riprende nella parte centrale molto corale ma almeno con ritmiche heavy veloci. “Lost In You” è la ballad elettrocore di rito di ogni full lenght album dei Crossfaith che in parte riprende le strutture melodiche di “Catastrofe” anche se in chiave romantica, brano che comunque ci sta a spezzare un pò il ritmo d’ascolto e che prosegue anche in “Milestone” con apprezzabili intermezzi strumentali che alleggeriscono una carica elettrocore spesso eccessiva.
Dopo essermi riposata un pò sono pronta a un bel brano da circle pit live, invece “Eden In The Rain” riprende le fila dei brani precedenti e mi fa capire, nonostante qualche eccezione stilistica, la volontà preponderante dei Crossfaith di attingere sempre più a uno stile heavy rock piuttosto che metalcore. “Daybreak”, brano elettro totalmente strumentale, accompagna l’ascolto in chiusura con “Faint” (cover dei Linkin Park) feat. Masato dei Coldrain e qui tutte le ragazzine giapponesi grideranno al miracolo, io invece grido al ripudio non per la canzone in sé stessa, sempre piacevole ascoltarla, non so se si tratti di un tributo a Chester Bennington o meno ma al momento temo proprio di non aver capito il concept, a mio avviso il brano è fuori luogo.
In conclusione penso che “Deus Ex Machina” sia un lavoro di ottima qualità e a livello di contenuti abbia molto da offrire, il problema dei Crossfaith secondo me è stato quello di aver creato sin dagli inizi un sound particolare e molto riconoscibile. Rompere questo equilibrio può essere davvero rischioso.

Tracklist:

1. Deus Ex Machina
2. Catastrophe
3. The Perfect Nightmare
4. Destroy
5. Freedom
6. Make A Move
7. Lost In You
8. Wipeout
9. Milestone
10. Eden In The Rain
11. Twin Shadows
12. Daybreak
13. Faint

Line-up:

Koie Kenta – voce
Takemura Kazuki – chitarra
Ikegawa Hiroki – basso
Amano Tatsuya – batteria
Tamano Terufumi – tastiere, program

Sito ufficiale: www.crossfaith.jp
Facebook: https://www.facebook.com/crossfaithofficial
Etichetta UNFD Records – http://www.unfdcentral.com

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